you have to go

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Dylan
Si è addormentata tra le mie braccia per la seconda volta, un gesto che mi ha colpito molto, di solito non sono il tipo che dorme con qualcuno, ma lei, lei è diversa.

Ha appoggiato la testa sul mio petto, mentre io l'ho stretta forte a me, sembra che l'unica cosa di cui ha bisogno è qualcuno che ripari la sua anima e il suo cuore, ormai rotti in mille pezzi.

Inizio a giocare con una ciocca dei suoi capelli, ancora un pò umidi, la guardo attentamente, dio se è bellissima, il suo corpo è fantastico sì, ma anche la sua anima è stupenda, credo di aver capito molto di lei, anche con poco, e credo che, nonostante siamo l'opposto con un abisso che ci divide, in fondo, in fondo, siamo simili, forse abbiamo fin troppo in comune.

Proprio non riesco a togliermela dalla testa, c'è qualcosa nella mia mente che mi spinge a fare di tutto per proteggerla, ma io non sono proprio la persona giusta per proteggerla, anzi, sono l'opposto, e più la desidero, più mi odio.

Più la guardo, più vedo una ragazza innocente e fragile, ma che ancora regge il mondo intero sulle sue spalle.

Mi piace farla impazzire, perché so che anche solo con un mio sguardo lei impazzisce, ma la cosa che lei non sa è che lei fa impazzire completamente me, non sono più lo stesso da quando l'ho vista per la prima volta.

Nessuno entra in casa mia, nessuno entra nel mio letto, e tanto meno nessuno dorme con me, ma lei ha fatto tutto queste cose in un solo colpo solo, ed io sto sempre di più perdendo la testa.

Non voglio farla soffrire, ma se continuo a starle vicino è l'unica cosa che farò, dolore e delusioni in un piatto unico.

«Perché mi guardi?» la sua voce impastata dal sonno mi risveglia dai miei pensieri, dio cosa mi sta succedendo.

«Perché sei bellissima mentre dormi e - arrossisce leggermente alla mia affermazione, inizio a sfiorarle il fianco con la mano, sento la sua pelle rabbrividire sotto il mio tocco- e mi piace guardarti mentre sei te stessa.» mentre dico quella frase la mia attenzione viene attirata da una scritta sul suo polso, un tatuaggio, non l'avevo mai notato prima.

I miei occhi decifrano le lettere scritte, mentre lei lo copre leggermente, ranicchiandosi più vicino a me.

"Non ti conosco, ma sorridi
perché sono sicuro che sei
bellissima quando sorridi"

Merda. Quella frase. Lei. Mi ricordo tutto, non mi sono mai tolto dalla mente quella ragazza, la ragazza che piangeva sul treno, non l'ho mai scordata.

Ero talmente tormentato da quel ricordo che ormai mi ero fissato su di esso, e non ho fatto caso al fatto che avessi sempre sotto i miei occhi quella fragile ragazza.

«Devi andartene.» dico di scatto, alzandomi dal letto alla stessa maniera, le porgo le sue cose e aspetto che si rivesta.

Non posso farla soffrire, non la conoscevo e lei non conosceva me, ma soprattutto io non ero come sono ora, cazzo.

Merda, se si affeziona a me si farà solo del male, finirà nei casini, perchè sono come un'anima in pena, io.

«Dylan, che succede?» mi chiede confusa, è molto più bassa di me, anche se si incazzasse non riuscirei a prenderla sul serio.

«Niente. Devi andare, ti porto a casa.» non ho tempo da perdere, prima esce dalla mia vita, prima prevenirò il suo dolore.

La prendo in braccio e la carico sulle spalle, uscendo di casa, dirigendomi verso la mia auto.

«Mettimi giù, idiota!» afferma con il tono leggermente alto, sembra incazzata, sbattendo i pugni sulla mia schiena, non facendomi benchè minimo dolore.

«Zitta.» le dico, deve vedere come sono realmente, così finalmente se ne capirà e prenderà le distanze da me.

«Stronzo.» afferma quando la metto giù, nel sedile, delicatamente.

Per tutto il viaggio in macchina sono stato una via di mezzo tra incazzato e nervoso.
Nessuno ha detto una parola, nessuno ha accennato un sussurro, niente.

Lei guardava il cellulare, scrivendo qualcosa ogni tanto, sarà sicuramente incazzata per i miei modi bruschi, freddi e distaccati.

Alcune delle sue informazioni personali le ho estirpate da Luke, il suo amichetto che si sta facendo amicizie pericolose ed entrando in giri loschi.

Mi ferma davanti a casa sua, spegnendo il motore.

Lei guarda fuori del finestrino, poi apre la porta tremando leggermente, non mi perdo neanche un suo movimento, però poi si ferma. Mi guarda dritto in faccia.

«Dylan? - sussurra leggermente, sembra quasi in procinto di piangere, non farmi questo piccola, ti prego, forse lei non lo crede ma è per il suo bene - vaffanculo, con tutto il cuore, vaffanculo.» detto questo, se ne va via, forse per sempre o per poco.

Cazzo, piccola, cosa mi farai fare.

𝐁𝐚𝐝 𝐛𝐨𝐲, 𝐠𝐨𝐨𝐝 𝐥𝐢𝐩𝐬 ✘ 𝐃𝐲𝐥𝐚𝐧 𝐎'𝐁𝐫𝐢𝐞𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora