you should fuck me tonight

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«Kat, come osi non dirmi queste cose fondamentali?» chiedo con la bocca molto vicina dall'esser completamente spalancata, mentre sorseggio la mia bibita offerta gentilmente da Alec.

Siamo al Fogo, sedute al nostro solito tavolino un po' nascosto da tutto, molto riservato, il posto perfetto per raccontarci tutte le novità e ciò che succede nelle nostre incasinate vite.

Sono passati un po' di giorni dal pomeriggio al campetto, da quella confessione fatta a Dylan e quel bacio inaspettato. E adesso è da giorni che non succede niente, nulla, e sapete di cosa parlo, è un po' come se fossimo nel limbo, in attesa del nostro destino, è come se tutto si fosse fermato e aspettasse solo una svolta.

La quiete prima della tempesta.

«E quando avrei dovuto dirtelo? Prima ancora che lui me lo dicesse?» afferma Kat ridacchiando e continuando a fare quei fastidiosi sorrisi da tipica ragazza innamorata, esattamente quelli che mi fanno venire la nausea.

«Cioè lui vuole una relazione seria? Ma proprio proprio seria?» non riesco ancora a crederci, credo che sia esattamente ciò che si merita questa fantastica ragazza, sono veramente felice per lei, almeno una di noi due ha una relazione serie e sana, soprattutto sana.

«Sì! Ma cambiamo argomento, vedo un bel ragazzo con lo sguardo inceneritore e la camicia nera sexy, entrare da quella porta- mi giro lentamente appena lei mi fa cenno di voltarmi verso la porta d'entrata del Fogo- e non credo che sia qui per me, sai?» conclude la sua descrizione soddisfatta, mentre il mio cuore perde un battito ad ogni passo di Dylan, e il mio respiro si azzera man mano che lui avanza.

«Vieni.» mi afferra per un polso, facendomi bruscamente alzare dal divanetto su cui, fino a pochi secondi fa, ero seduta e inizia a trascinarmi nel retro, dove si trova la porta che conduce al suo appartamento.

Chiedo scusa con lo sguardo a Kat, mentre impreco sottovoce e lei mi lancia un'occhiatina divertita e perversa.
Ma che hanno di sbagliato tutti?

«Dylan, mi fai male!» mi lamento disperata, ormai sentendo il mio polso dolorante. Perché deve essere sempre così brusco e sleale?

«Ti lamenti sempre.» mi lamento sempre? E ci mancherebbe scusa! Non faccio neanche in tempo a ribattere che siamo già dentro casa sua, abbiamo già superato il divano rosso in pelle e stiamo già salendo le scale.

Decido di non parlare più, almeno per ora. Forse le gambe mi tremano per l'ansia di cosa lui potrebbe farmi oppure, diciamoci la verità, per la curiosità di sapere ciò che lui vorrebbe farmi, a cui molto probabilmente non saprei dire di no.

Ma che dico? Mi dimeno un po' solo per dargli fastidio, adoro vedere il suo sguardo infuriato solo perché non sto ai suoi ordini.
Infatti lui si volta e mi fulmina con uno sguardo, stringendo ancora di più la presa e facendo apparire una smorfia sul mio volto.

«Credi davvero che me ne andrei?» chiedo leggermente curiosa di sentire una risposta, curiosa di scoprire se lui sa di avere il quasi totale controllo su di me.

Perché sì, l'effetto che lui mi fa è molto simile a ciò che si crea quando le gocce di pioggia cadono dentro una pozzanghera. Sembrano tante piccole stelle che esplodono, tutte contemporaneamente, senza ordine, e non si fermano mai.
E spero che non si fermi mai nemmeno l'effetto che lui mi fa.

«Certo che non te ne andresti, sei ormai consumata dal pensiero di ciò che io e te potremmo fare, e pensi che non lo sia anche io? Bramo ogni singola parte del tuo corpo innocente e della tua mente brillante ed invischiata. Ma sai una cosa? Tu sei fottutamente eccitata da ciò che io potrei farti anche adesso, qui, su questo muro.» quasi non riesco a respirare, dio se ha ragione, ma testarda come sono non voglio certo ammetterlo davanti a lui.

«Non sono assolutamente eccitata. Anzi sai una cosa? Non desidero neanche sapere quello che potremmo fare se io lo volessi, ma non lo voglio.» affermo convinta, ma forse il mio tono di voce mi tradisce.

Si morde il labbro, mentre con un ghigno sul suo volto avanza verso di me, spingendomi delicatamente contro il muro, posizionandosi davanti a me fino a far scontrare i nostri bacini.

Fino a quando i nostri respiri non si sono mischiati tra di loro, appoggiando una mano sul muro e l'altra sul mio fianco, il quale rabbrividisce sotto il suo tocco.

«Non sei eccitata? Probabilmente se ora ti toccassi saresti già bagnata. - preme di più la sua mano sul mio fianco, sorridendo appena. - oh piccola, se vuoi andare in paradiso dovresti fottermi 'sta notte.» i suoi modi così volgari e diretti smuovono qualcosa in me, una sensazione che all'inizio è strana ma piano piano diventa sempre più piacevole ad ogni sua parola.

Non credo di aver la forza di rispondere, abbasso semplicemente lo sguardo per qualche secondo. Sono sicurissima che sul suo viso ci sia un sorriso compiaciuto.

Rialzo lo sguardo solo perché Dylan si impadronisce delle mie mani e intreccia le sue dita con le mie appena, gesto che mi fa veramente confondere e battere il cuore, come quando alle elementari il ragazzino per cui avevi una piccola cotta segreta ti dava un bacino sulla guancia e il tuo cuore esplodeva dal petto, esattamente quella sensazione.

«Ma prima che tu mi facessi eccitare con quella tua vocina fastidiosa e candida e con il tuo corpo che non sai tenere sotto controllo - conduce le mie mani attorno al suo collo e appoggia le mani sui miei fianchi mentre inizia ad indietreggiare verso il piano di sopra - avevo solo intenzione di dormire un po' insieme a te.» e appena pronuncia questa parole mi prende in braccio, alzandomi da terra con tanta facilità, afferrandomi le gambe con un braccio.

«Dormire? Ma sono le cinque del pomeriggio.» sottolineo, scrutandolo un po' confusa.

«Sono stanco e voglio dormire con te. E ti ho presa in braccio solo per poi sbatterti nel letto.» ci tiene ad evidenziare questo piccolo dettaglio che sicuramente mi avrebbe fatta innervosire, ma oramai la mia mente pensa solo a dormire insieme a lui, a quanto sia stato bello sentire queste parole "voglio dormire con te" pronunciate da lui.

Dylan

Qual'era il mio piano? Starle lontanto? Grande Dylan, ci sei riuscito alla perfezione.

Fanculo, che vada pure a puttane il "starle lontano" non riuscirei neanche se lo volessi davvero.

Lei con quella sua innocenza e castità che oramai è molto difficile avere, con quel suo passato tormentato e quel suo corpicino da dea, cazzo se sono fottuto.

Ma meglio fottermi lei e non farla toccare a nessuno, proteggerla e salvarla, senza lasciare che nessuno me la porti via.
Preferisco farla impazzire con il mio presente assillato e perseguitato dal mio passato e distruttore del mio futuro, piuttosto che lasciarla a qualche anima mal capitata che sarebbe capace di sputarle in faccia solo qualche frase sfatta.
Forse non saprò darle ciò che merita, forse non ho nemmeno ciò che lei merita, ma che si fottano tutti, lei è perfetta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 04, 2018 ⏰

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𝐁𝐚𝐝 𝐛𝐨𝐲, 𝐠𝐨𝐨𝐝 𝐥𝐢𝐩𝐬 ✘ 𝐃𝐲𝐥𝐚𝐧 𝐎'𝐁𝐫𝐢𝐞𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora