Memento Mori.

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Memento Mori.
Ogni giorno l'eco di queste parole si fa sempre più forte; un vortice di suoni di per sè confusionari, ma con un significato ben preciso:"Ricordati che devi morire".
Macabre voci e volti senza faccia, restano imperterrite al mio tentativo di allontanamento e nonostante ciò, mi accompagnano ogni giorno, ripetendo in modo atonale, monotono e continuo, quella maledetta frase.
In movimenti convulsi, mi rigiro e rigiro nel letto, cercando di non pensare a questo incubo; le coperte disordinate mi cingono i fianchi e le gambe. Non posso più muovermi.
Le mie braccia sono bloccate, come se un essere invisibile ai miei occhi, le stesse tenendo premute sul letto, con una forza superiore alla mia.
Il mio respiro si fa affaticato ed affannoso. Non posso far nulla; non posso combattere; sono troppo debole.
Nell'ombra che mi circonda, esseri strani avanzano verso di me, sussurrando parole demoniache, all'inizio con un filo di voce.
Il tono va sempre più aumentando, rendendo l'eco di queste parole sempre più reale. Sovrastano i miei pensieri come un velo sovrasta ciò che si trova sotto di lui.
Intanto le creature, così simili all'oscurità, si dispongono attorno al mio capezzale, ripetendo sempre in modo ossessivo:"Memento Mori. Oramai sei solo l'ombra di ciò che un tempo tu fosti".
Sembra essere tornato tutto alla normalità, ma nella mia testa vengono a galla, come teste mozzate lasciate a mollo nell'acqua, ricordi che vorrei dimenticare, che ad uno ad uno, si attorcigliano attorno a quell' ammonimento.

'Memento Mori
Memento Mori
Memento Mori'.

Quante notti insonni, passate a ricordare ed a soffocare i propri singhiozzi nel silenzio di questa stanza, mentre le lacrime taciturne macchiano le coperte.
Finiscono e nulla scivola più giù dalla guancia.
Gli occhi sbarrati, alzati al soffitto, bruciano come fossero bulbi infuocati, come se lì, cercassero qualche risposta, qualche aiuto.
Restano incantati, mentre l'oscurità, porta alla mente, ciò che si tenta di dimenticare.
Ad un tratto, sdraiata di fianco a me, vedo una ragazza bellissima, sorridente, che mi fissa.
Il mio opposto.
Emana una luce così brillante da illuminare tutta la stanza.
Si accosta al mio orecchio abituato al silenzio.
Apre la bocca, che fino al momento prima era bloccata in un sorriso ammaliante, e sussurra:"Sei l'ombra di ciò che un tempo tu fosti".
Inizia a piangere ed urlare. Ad un tratto segni violacei, ferite sanguinanti e cicatrici affiorano sulla sua candida pelle.
Urla e chiede aiuto ed intanto io la guardo crogiolarsi nel suo dolore.
Muore, ma il silenzio non c'è più; c'è il riverbero, l'eco di quel suo sussurro.
Ora sono l'ombra di ciò che un tempo fui.

Ferite Sanguinanti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora