Dove i nostri corpi giacevano, suggellando un patto di eterno ritorno, rimangono solo i nostri fantasmi, che felici vivono ancora incatenati a quei ricordi.
E come bambini spensierati, fondono le loro incorporee e tramanti labbra, in un bacio soffocato e nascosto nell'oscurità di un eterno silenzio.
Risanavo le mie ferite osservando l'oceano nei sui occhi, lasciando che le sue lacrime scivolassero sulle mie piaghe.
Così come si pettina il velluto, accarezzava i miei pallidi fianchi e la mia schiena sanguinante per questa sua macabra costellazione di coltelli.
Tremavo e gemevo ai tuoi abbracci, soffocando ogni emozione che non fosse Amore; l'Amore di una persona morta, che con fatica tentava di aggrapparsi all'ultimo raggio di sole in quel deserto così freddo e buio.
In quel deserto soleva ballare da sola, cercando calore attraverso quei movimenti contorti, che non erano abbastanza per farla vivere e sorridere.
E poi vide un uomo, che come il viandante sul mare di nebbia, iniziò a contemplare quella pianura di ghiaccio, cercando il motivo della sua mancanza di vita.
E poi la vide, pazza come un quadro di Van Gogh, che ballava e ballava, tentando di scaldare quel suo corpo divorato dalla Solitudine e dalla Freddezza.
Insieme commisero i peccati più gravi, benedetti dalla loro stessa pazzia.