Compromesso

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Mentre sfrecciava con la sua moto verso il suo "covo", il cuore in preda al solito insensato sfarfallio, Elyza si sforzò di concentrarsi su quanto appena successo. Ripensò a quella strana ragazza, piegata dal destino a diventare così terribilmente seria. Non era riuscita a farla ridere nemmeno una volta. In quei due mesi, da quando era diventata Elyza Lex, aveva avuto più avventure di quante ne avrebbe potute avere altrimenti in tutta la sua vita. In ogni caso, tutti la trovavano simpatica, per non dire irresistibile. Tutti tranne questa ragazzina, a quanto pareva.

Appena l'aveva vista, nascosta nell'ombra di quel vicolo, aveva pensato che fosse un bel bocconcino, ma quando se l'era trovata davanti, a pochi centimetri di distanza ne era rimasta completamente ammaliata. Gli occhi, grandi che si allargavano leggermente verso il basso, come se non riuscissero, nemmeno loro. a contenere la bellezza di quel verde. Quel verde... Che cosa le ricordava, quel verde? Era qualcosa che le era restato incagliato nei meandri della coscienza e che riaffiorava leggermente adesso senza riuscire del tutto a venirle alla mente. Pazienza, erano bellissimi e basta. Quelle guanciotte così piccole ma così paffute, le facevano venire in mente una volpe e la bocca era quella perfetta di una donna e non di una bambina. I capelli castani le incorniciavano il viso disordinatamente.

Aveva pensato: "Questa ragazza deve essere mia."

Tuttavia era bastato poco tempo per farle cambiare idea. Sì, d'accordo, era davvero stupenda ed emanava una carica sessuale distratta e in gran parte inconsapevole che attizzava le sue fantasie, ma era davvero troppo fredda. Sembrava portare sulle sue spalle, tutta sola, l'intero peso del mondo e forse anche di più di un mondo. E poi quella serietà impossibile da cogliere in fallo... Ci aveva visto fin troppo della vecchia sé stessa in quella ragazzina. Avrà avuto sicuramente le sue buone ragioni e di certo quel mondo non era facile per nessuno, ma era stato come trovarsi di fronte a un robot. Un robot bellissimo certo...

Nel suo modo di farle resistenza c'era qualcosa che le faceva venire in mente una muraglia di cemento altissima e senza appigli su cui arrampicarsi. Forse veramente non le piacevano le ragazze, ma le sembrava più probabile che si fosse chiusa per difendersi in un silenzio emozionale che la assordava anche solo a starle accanto.

Troppi guai, troppo complicata, non ne valeva la pena. Non era interessata a certi invaghimenti che conducevano a battaglie troppo lunghe ed estenuanti.

Poi, anche se avrebbe voluto restare a studiarla un po' più a lungo, aveva avuto uno dei suoi attacchi. Un istante dopo aver adagiato il corpo della giovane nativa sul letto di Kam, il cuore aveva cominciato a battere in modo irregolare e la sua mente aveva cominciato ad impazzire come al solito dietro a quell'ossessione che le provocava ascoltare quel ritmo eternamente spezzato. Aveva tagliato corto col prete e si era affrettata ad andarsene.

Con sua grande sorpresa la piccoletta l'aveva seguita. Era chiaro come il sole che non la sopportava eppure le era andata dietro. Probabilmente si sentiva talmente vulnerabile da ricercare in lei qualche tipo di sicurezza. Peggio che mai. Non aveva bisogno di un cuccioletto corrucciato da proteggere dalle brutture della vita. Erano faccende pericolose quelle, perché finiva che ti affezionavi e poi c'era da soffrirci come una cane quando poi qualcosa andava storto. E qualcosa sarebbe andato storto certamente, questo lei lo sapeva bene.

Come a confermare le sue ipotesi, l'aveva vista congelarsi di fronte alla sua battuta, perché era più o meno una battuta, del gatto.

Infine, le aveva blaterato qualcosa su una famiglia da ritrovare. Questo l'aveva definitivamente convinta a sfrecciare via il più lontano possibile da lei, Alicia. Le famiglie erano sempre una gran rottura di scatole e più di tutte lo erano quelle che non si ritrovavano e andavano cercate.

La Volpe e La Cicogna [LEXARK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora