Tempesta

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Alicia proseguì in direzione dei palazzi che si vedevano dall'altra parte della strada. Poi sembrò fermarsi per un attimo, incerta su quale direzione prendere, ma subito si diresse verso destra con una certa decisione. Con quel fucile a tracolla, mentre la pioggia e il vento le ostacolavano i movimenti, dava la curiosa impressione di un mozzo in lotta contro il mare che cerca di far affondare la sua nave.

"Hai sbagliato strada, occhioni. Casa mia è per di qua." le urlò Elyza indicandole con la testa la direzione opposta. Per un istante Alicia si bloccò di nuovo ed Elyza pensò che forse aveva deciso di andarsi a rintanare da qualche altra parte. Sorprendentemente, le dispiaceva l'idea.

Poi Alicia cominciò a muoversi nella sua direzione, lo sguardo corrucciato di chi era stato colto impreparato all'interrogazione di scienze.

Le due percorsero in silenzio la parte restante del cammino, finché non arrivarono alla moto di Elyza.

"Adesso io metto al sicuro la mia piccolina. Tu intanto sali pure." disse la bionda indicandole alcune rampe di scale antincendio.

"E dove dovrei salire?"

"Sulle scale, dolcezza. Mi dispiacerà non poco perdermi lo spettacolo del tuo bel culetto davanti ai miei occhi mentre ti arrampichi, ma se resti qui ancora un po' ti prenderai un malanno." le disse con un sorrisetto strano Elyza.

"Sì, ma dove dovrei andare? Sul tetto?" rispose scettica e piccata l'altra.

"Santo cielo, sarebbe davvero un bel posticino per una pomiciata, ma non mi sembra la giornata adatta tesoro mio!"

"Vuoi smetterla di prendermi in giro e dirmi dove cazzo devo andare?" Alicia si stava arrabbiando.

Elyza rise di gusto, le si avvicinò, con le labbra a pochi millimetri dall'orecchio destro, e le sussurrò con tono sensuale: "Terzo piano, fai scorrere la finestra verso l'alto. Entri dentro. Ti raggiungo tra poco, bellezza." Poi si allontanò, afferrò la moto e prese a trasportarla verso la fine della strada. Era sicura che avrebbe lasciato la ragazza immobile per un minuto buono. Fosse stata un'altra l'avrebbe conquistata, ma questa era tosta.

Portò la moto all'interno di un'abitazione di facile accesso nella strada accanto. Non sarebbe stata al sicuro da eventuali ladri ma quanto meno non l'avrebbe lasciata esposta alle intemperie.

Tornò rapidamente verso casa, anche se il vento era caldo, cominciava a sentire il freddo della pioggia entrarle addosso. Sperò di non ritrovare Alicia ancora bloccata in fondo alle scale, sconvolta dal suo audace gesto.

Invece, la ritrovò seduta sul tavolo di cucina, i piedi appoggiati su una sedia, le mani sotto il mento, a reggere la testa, come se si fosse annoiata a morte ad aspettarla per ore. I vestiti ancora fradici a gocciolare sul suo pavimento, formando una chiazza d'acqua di dimensioni notevoli.

Appena attraversò lo stipite della finestra, lei si girò a guardarla dritta negli occhi. Quel verde così severo la fece vacillare per un istante. Così si rifugiò nel rassicurante abbraccio della sua ironia.

"Tesoro! Ancora non ti ho sfiorata e sei già tutta bagnata!"

"Elyza, per piacere smettila. Sei terribilmente irritante. Ti ho già detto che non sono interessata a questo tipo di attenzioni." Alicia non aveva smesso di guardarla dritta negli occhi e sembrava aver pronunciato una frase che non aveva intenzione di ripetere due volte.

Elyza sbuffò teatralmente.

"Come vuoi, occhi verdi. In tal caso sarò costretta a farti cambiare nella tua stanza senza che mi sia concesso di sbirciare nemmeno un po'." detto questo si diresse, facendole cenno di seguirla con un dito da sopra la spalla, verso una stanza laterale. Poi spalancò la porta e con un inchino le indicò la camera.

La Volpe e La Cicogna [LEXARK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora