Un respiro

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Un respiro

Chi cazzo gliel'aveva fatto fare di prodursi in quella sviolinata? Alicia era provata da tutto ciò che era successo, la sua famiglia era in pericolo! E lei si era messa a cantarle una specie di serenata. Come poteva essere stata così imbecille?

Nel corso di quei giorni si era resa conto di provare qualcosa per Alicia. Non era la solita attrazione che sfociava in qualche avventura di una notte, al massimo due o tre. Ma tutto ciò la spaventava terribilmente. A parte Adele non aveva mai amato nessuno. E le aveva giurato che non avrebbe più amato nessuno oltre a lei. Quel giorno, in quell'ospedale, l'aveva giurato al corpo morente dell'unica cosa veramente bella che le fosse capitata.

L'unica incrinatura nella maschera di perfezione che la rendeva così amata e apprezzata da sua madre, dagli insegnanti, dalle persone comuni che incrociava.

Ma la vedeva ridere (e Adele aveva questa particolarità e cioè che rideva con gli occhi più che con tutto il resto), la vedeva ridere e non le importava più di dover essere perfetta. Poteva essere lei, Elyza e basta.

Come quando Adele le aveva delicatamente sfilato la maschera di indifferenza dal volto, mentre studiavano, in cucina, e l'aveva baciata delicatamente sulle labbra, sapendo che anche lei lo voleva.

O quando l'aveva presa per mano e portata sulla spiaggia privata di casa sua e le aveva sfilato via i vestiti "di scena" uno a uno, senza lasciare che tremasse nemmeno un istante per la paura.

Con lei suonava canzoni sciocche senza preoccuparsi dell'esecuzione o della tonalità giusta, anzi, le falsava, solo per farla ridere in quel suo modo irresistibile. Con lei saltava i pomeriggi di studio per andare a fare una passeggiata in centro e accettava una A come voto del compito del giorno successivo.

Era sicura che non avrebbe mai più amato così. Che nessuno avrebbe mai più fatto breccia nel suo cuore.

Poi aveva incontrato Alicia. Era completamente diversa da Adele, ma non era anche lei completamente diversa da Elyza Lee? Si sarebbe potuto dire che, in fondo, erano state due persone diverse ad innamorarsi. Ma proprio qui la faccenda si complicava e diventava anzi impossibile. Alicia non era affatto innamorata di lei. Sì certo, aveva farfugliato qualcosa sul fatto che le serviva tempo, ma le era sembrato che il suo fosse più un bisogno di tirarsi fuori da una brutta situazione piuttosto che di dipanare un filo che si era avvolto in modo strano e imprevisto. Così era giunta alla conclusione che forse ci teneva a lei, magari le voleva persino bene, ma non si era innamorata.

"Che fregatura. Mettiamo fine al più presto a questa storia! Riconsegnamo la ragazzina alla sua famiglia e poi ognuno per la sua strada."

Le sembrò una cosa brutta da pensare. Una cosa brutta e che faceva male. Ma cominciava a trovare sempre più difficile resistere in sua compagnia senza baciarla e, ancora di più, cosa che le aveva fatto capire l'entità dei suoi sentimenti, trattenersi dall'accarezzarle il viso quando piangeva. Da stringerla forte a sé quando aveva paura. Da reclamare il diritto di provare a curare il suo dolore, le sue ferite... O dalla gioia di sederle accanto quando rideva lasciando che i loro corpi si sfiorassero.

Non era questione di sesso o di attrazione fisica, purtroppo. Negli ultimi mesi aveva imparato a gestire molto bene quelle faccende.

Invece, non sapeva gestire questa.

"Solo un bacio." pensò. "Solo un bacio vorrei riuscire a rubarle." E, pensando alle sue labbra, si addormentò.

Prima dell'alba Elyza si svegliò. Aveva un orologio biologico formidabile. Si cambiò rapidamente e mangiò qualche galletta con del cioccolato. Poi andò a bussare alla porta di Alicia.

La Volpe e La Cicogna [LEXARK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora