Capitolo 1

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Samantha detta Sam, era sempre stata la classica ragazza che preferiva isolarsi e seguire le sue passioni, piuttosto che circondarsi e accontentarsi di chiunque, pur di stare in compagnia.

Stava bene così, lei, le sue passioni, e le sue tante fisse. Viveva nel suo mondo, che a differenza della realtà, quella vera, le dava molta felicità. Il suo mondo immaginario, il mondo frutto della sua immaginazione.

Era una ragazza bellissima, è dire poco. Aveva dei lunghi capelli neri, mossi, al posto degli occhi due smeraldi accesi, quel bellissimo verde che cambia tonalità in base ai momenti, alle situazioni, in base al suo umore. Un sorriso così bello che illuminava più il suo sorriso che il sole. Era un incanto di ragazza e per tutti lo era, per quei ragazzi che le andavano di continuo dietro lo era, ma per lei, non lo era affatto. La sua autostima, di giorno in giorno abbassava.

E adesso eccola lì, che si sistemava, afferrando un po' di robe per poi riporle nello zaino in fretta e furia, era stanca. Oggi era la classica giornata no, ormai si era fatta l'abitudine, litigava con sua madre ogni due per tre e odiava suo fratello, non lo tollerava proprio.

Scese di corsa dalla sua stanza, fregandosene completamente di ciò che le urlava sua madre, non le importava di nulla, voleva solo un po' di pace. Sua madre dopo la rottura con suo padre diventò tutta un'altra persona, era sempre aggressiva, le sue giornate no prevalevano su tutto, soprattutto su sua figlia Sam.

Camminò a lungo per raggiungere la fermata del treno, le cuffie alle orecchie suonavano le solite canzoni, quelle che tutti definirebbero pallose. Quelle classiche canzoni romantiche, che parlano d'amore, di relazioni, le amava così tanto da averle tutte raccolte in una lunghissima Playlist. Le amava così tanto perché forse, ancora oggi, nonostante lei avesse 19 anni, non aveva trovato la persona giusta. La persona capace di farle battere il cuore, quel cuore che ormai aveva spento, già da molto tempo.

Da lontano intravide il treno, arrivare a destinazione, e subito un sorriso le parve in volto. Appena arrivato salì e mostrò il biglietto al controllore che, con un rapido cenno di testa, la fece accomodare. Camminò a lungo nel corridoio del treno, e quel giorno era stranamente e completamente affollato.

Frustrata, al pensiero che doveva stare all'impiedi, sospirò e si aggrappò al freddo manubrio posto davanti a lei. Mentre cercava una canzone in particolare, una frenata improvvisa le fece alzare lo sguardo. I suoi occhi verdi, di un verde scuro questa volta, lanciarono una frecciatina al conducente. Se i suoi occhi erano in grado di uccidere, il conducente sarebbe già morto in quel momento.

Si aprirono le porte ed iniziarono a salire altre persone, fino a quando qualcuno non le sbattè per sbaglio.

«Vedi di fare attenzione» sbraitò lei. Appena si voltò si scontrò con due grandi occhi castani che la guardavano, impauriti per il tono di voce che aveva assunto. Si sciolse subito, e capì lei stessa che la ragazza non lo aveva fatto apposta.

«Scusami, non volevo, mi hanno spinta» rispose la ragazza davanti a lei, il tono di voce era pacato, molto calmo e dolce alle orecchie di Sam. La ragazza dagli occhi castani stringeva il suo zaino tra le mani, così forte che Samantha stessa notò le nocche farsi strada in un acceso bianco.

La sua mente farneticava tante cose in quel momento notando la paura negli occhi di quella ragazza, al momento, posta davanti a lei. Pensava che forse all'apparenza sembrava tanto paurosa e non le piaceva come idea, soprattutto lei che era tutto tranne che paurosa, cattiva.

«Ok» rispose semplicemente Samantha, per poi tornare a concentrarsi con la sua musica che rimbombava nelle orecchie ed il volto perso tra i passeggeri, non li guardava veramente, era solo persa tra i suoi pensieri, la sua mente viaggiava, e anche tanto.

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