Capitolo 6

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Sam era quasi arrivata da suo padre, ha dovuto camminare per così tanto tempo che il più delle volte doveva fare alcune soste di riposo. I bagagli erano un gran peso, ma alla fine stava facendo la cosa giusta, e non ci dava nemmeno così tanta importanza, non li sentiva quasi più.

Arrivò a casa di suo padre e suonò subito il campanello. Attese qualche secondo e subito aprirono la porta.
Sulla soglia una donna mora con gli occhi grigi ed un sorriso smagliante si fece avanti.

La prima volta che la vide Sam era felice per suo padre, avrebbe voluto che il tutto tra i suoi genitori tornasse come prima e venisse dimenticato, ma non fu così e dovette accettarlo. Si trovò bene sin dall'inizio con Agata, era questo il nome della compagna di suo padre, sin dal primo momento la accolse come fosse figlia sua, e a Sam le metteva felicità questa cosa. Voleva che suo padre fosse felice, solo questo.

«Samantha cosa ci fai qui?» esclamò la donna felice, abbracciandola. Sam la strinse, le voleva davvero bene, e se suo padre era felice, lei lo era pure.

«Ehm c'è stato un piccolo problema, ma adesso sono qui» cercò di spiegare Sam. Agata portò lo sguardo nella valigia e subito capì che era successo qualcosa, mostrò un lieve sorriso e la fece accomodare dentro.

«Aspetta che vado a chiamare tuo padre, è in studio» disse la donna mentre si dirigeva verso lo studio di suo padre. Sam si sedette nel divano, ed osservò davanti a se un quadro enorme, doveva ammettere che era davvero bello. Si guardava intorno in attesa dell'arrivo del padre.

«Principessa» urlò suo padre. Sam si alzò subito dal divano e corse ad abbracciarlo. Più che abbracciarlo le si aggrappò addosso e non lo voleva mollare più. Era sempre bello vederlo.

Sam era la perfetta copia di suo padre. Alto, capelli scuri, occhi verdi. Erano due fotocopie.

«Papiii» urlò Sam mentre l'abbracciava «Mi sei mancato» continuò lei mentre scendeva dalle sue braccia. In tutto ciò la donna era posta dietro loro che si godeva la scena con tanto di sorriso in volto.

«Anche tu tesoro» esclamò il padre dandole un piccolo bacio in fronte. Anche lui notò le valigie e sorrise amaramente, le prese la mano e si sedettero nel divano insieme.

«Cosa è successo?» le disse indicando la valigia e dopo il borsone. Sam abbassò lo sguardo ripensando a quella scena con la madre.

«Non voglio più stare lì» esclamò subito. Suo padre le prese la mano e la strinse alla sua.

«È successo qualcosa?» le domandò suo padre mentre Sam lo guardava.

«Se è successo qualcosa? È un tormento quella donna papà. Non ce la faccio più. Non posso nemmeno respirare che ha sempre qualcosa da dire. Mi sono stancata di subire sempre urla e cattiverie nei miei confronti quando non ho mai fatto nulla di male» sputò tutto fuori Sam mentre suo padre si massaggiava la fronte ascoltandola in silenzio.

Sapeva benissimo lui che prima o poi sarebbe accaduto. Non la credeva tale come cosa che sua figlia andasse via di casa. Ma eccola lì, di fronte a lui, con gli occhi spenti e con la voglia di stare serena.

«Tesoro mi dispiace» sussurrò suo padre afferrandole la mano per poi stringerla. Sam alzò lo sguardo e lo vide lì, con quell'aria triste e gli occhi lucidi.

«Papà, posso venire a vivere qui? Il tempo che mi trovo un lavoro, il tempo di racimolare qualcosa e prendo casa, ma adesso voglio stare qui, con te» le disse la figlia. Il padre sentendo quelle parole sgranò gli occhi dalla felicità. Un sorriso enorme percorreva il suo viso. Sperava che un giorno sua figlia andasse a vivere da lui. Il giorno del divorzio le chiese che se voleva poteva andare da lui, ma Sam decise di restare lì, da sua madre. Ma poi, a quando pare, si rivelò tutt'altro che bello restare con la madre.

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