Capitolo 7

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Chloe a quelle parole rimase interdetta, non rispose, ma aveva voglia di dirle così tante cose che forse non sarebbe bastata un'intera giornata. Abbassò subito lo sguardo e fece finta di non aver sentito nulla.

Sam invece abbassò subito lo sguardo imbarazzata. Ma era felice, c'era del vero alla fine. Osservò la reazione di Chloe nel sentire quelle parole e sorrise nuovamente, le piaceva quando si imbarazzava, le guance le si coloravano di una tonalità di un rosso molto accesso, un piccolo sorriso era presente nel suo volto, e abbassava sempre lo sguardo.

Era tremendamente tenera.

«Ti piace?» domandò Sam indicando il gelato, rompendo quell'interminabile silenzio che si era venuto a creare, la minore alzò lo sguardo e annuì continuando a mangiare il suo gelato.

«Allora cosa hai fatto oggi?» domandò Chloe e Sam sorrise amaramente ripercorrendo la scena che era avvenuta questa mattina a casa di sua madre.

«Beh, sono andata via di casa, adesso vivo in un altro posto, e sono più felice» esclamò Sam, Chloe la guardò confusa. «I miei sono divorziati, fino a questa mattina stavo da mia madre, ma sinceramente mi sono stancata, non la tollero più e sono andata a vivere da mio padre» spiegò lei in maniera sintetizzata.

«Oh mi dispiace Sam» sussurrò Chloe poggiando la coppetta, ormai vuota, di gelato nella panchina, l'avrebbe buttata dopo. Sam aveva finito già da un po'.

«Oh tranquilla non è nulla» esclamò Sam rivolgendole un sorriso. Chloe le afferrò la mano, avendola vicino alla sua, senza pensarci su due volte. Sam osservò il gesto di Chloe e la tristezza sparì in un attimo. Quella ragazza la faceva stare così bene, da non riuscire mai a capire il perché.

«Con tua madre non vai d'accordo?» domandò Chloe ormai curiosa. Più che curiosa voleva capire un po' cosa succedeva nella vita di Sam, cosa le succedeva per avere quegli smeraldi un po' spenti. Come la prima volta che la vide su quel treno, lo aveva capito, che qualcosa la faceva stare male. Lo aveva capito che quegli occhi spenti erano dovuti sicuramente a qualcosa, ed oggi ne ebbe la conferma.

«No, purtroppo no» sospirò Sam abbassando lo sguardo. «Ma va bene così» continuò alzando lo sguardo facendo in modo che i loro occhi si scontrassero, per poi farle un lieve sorriso.

«Chi lo sa nella tua famiglia, beh insomma, che tu sei-» la bloccò Sam prima che continuasse «Non sono quel tipo ragazza che se le dici com'è, si offende, o non so, puoi dirlo, sono lesbica» disse ridacchiando, facendo imbarazzare Chloe che in quel momento la stava ascoltando.

«Oh beh, scusami» esclamò Chloe ancora con le guance rosse dall'imbarazzo. «Comunque solo mio padre» spiegò Sam e Chloe annuì.

Parlarono a lungo, del più e del meno. Il tempo volò, era un susseguirsi di sguardi, di parole sussurrate per l'imbarazzo di conoscersi un po' più, parole non dette, si trovavano bene insieme, loro due erano una cosa sola ormai. Stavano bene insieme e questo le rendeva felici.

«Allora, si è fatto tardi» esclamò Chloe. Sam si guardò intorno, e sgranò gli occhi non appena vide che il sole iniziava a vedersi quasi a stento, e la gente era diminuita.

«Ma che ore sono?» domandò Sam con una lieve risatina. Chloe afferrò il suo telefono e guardò l'ora. Girò il telefono nella direzione di Sam che vedendo l'orario iniziò a ridere.

«Cazzo, non me ne sono completamente accorta, il tempo è volato» esclamò ridendo contagiando anche Chloe che in quel momento la guardava con tanto di occhi brillanti. Le piaceva quando rideva ed ancor più guardarla, non dava mai una spiegazione a questo, ma forse non ce ne erano, le piaceva e basta. Nulla da dire. Chloe non cercava mai spiegazioni a riguardo.

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