Era finalmente il gran giorno. L'emozione era tanta, e per l'evento, mi ero fatto portare addirittura dei vestiti da mia madre, il giorno prima. Madre, che appena entrò mi lanciò un'occhiataccia:
«Giorgio, è vero quello che mi ha detto il dottore?» mi sussurrò, avvicinandosi alla sedia di feltro rosso, messa lì per gli ‘Ospiti’. Probabilmente era l'unica cosa colorata della stanza. Mi sono sempre chiesto perché cazzo gli ospedali siano sempre bianchi, ma verdi, no, eh?
In quel momento il problema era un altro, e dovevo occuparmene.
«Cosa ti ha detto?» temevo che si riferisse al pompino che avevo fatto a Giulio. Con la sfiga che avevo sempre avuto, da cosa poi disse, intuì che avevo ragione:
«Mi riferisco a quello che avete fatto nel corridoio di sto schifo.» alzò la voce arrabbiata. Essendo figlio unico, e con un padre sperso nel mondo, io e lei, avevamo sempre avuto grande stima e rispetto per l'altro. Ricordo delle sere passate a commentare le fiche e i fregni nei film, o di quelle a mangiare pollo e patate. Mia mamma c'era sempre stata, ovunque e ogniqualvolta ne avessi avuto bisogno. Io adoravo mia mamma: mi aveva SEMPRE supportato, che si trattasse della scelta di che pantalone comprare, alla mia carriera, e, sinceramente vederla arrabbiata, dopo tanti anni, mi spaventava.
« Mamma, io...» Non sapevo che dirle; non le potevo dire: -Oh, Senti, mi sono scopato quasi un tipo, non farne una tragedia.- si sarebbe innervosita ancora di più. Poi no, come cazzo si fa a sapere che dire in questi casi?
«Giorgio, perché lo hai fatto?» si sistemò su quell'oasi rossa, impugnando i braccioli.
«Perché... Non lo so, Ok? La sua pelle calda e morbida al tatto, le sue guance piene, la sua statura piccolissima, i suoi vestiti inguardabili, le sue labbra, tutto di lui, in quel cazzo di buio, mi ha convinto.» mia mamma mi scrutò meglio e mi sorrise, cambiando discorso repentinamente.
«Sai, da allora sei più in carne. Più vivo.» allora sorrisi anche io. Quel paraculo di un Giulio era fantastico. Poi, no, pensandoci, dive cazzo è?
«Mamma, hai visto il cosetto?» mi allertai un pò.
«Ah, si, mi ha detto che gli hai dato una settimana di pausa.» sgranai gli occhi esterrefatto: non avevamo ancora deciso.
«Giorgio, a me non dispiace, se sta funzionando. Ma non credi che lui se stia approfittando?
«No, mamma, non me lo ha chiesto lui, gliel'ho offerto io» negai in ogni modo, ma il dubbio s'insinuò velocemente in me.