Sorpresa

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12.

Le succedeva spesso di credere ciecamente in qualcosa per poi venir profondamente delusa. 

Il sogno, lo schianto, tutto ciò che le era sembrato inizialmente impossibile, era diventato in poco tempo parte della sua vita, un qualcosa di certo e duraturo come una montagna; ma che ora rischiava di essere nient'altro che una montagna di sabbia che si dissolve al vento.

<<Ora lo chiamo>>

Sapphire si sentiva così stupida, sfiduciata, controllava la lista passeggeri in cerca di una certezza, un qualcosa che fermasse il vento sgretolante della montagna. Un'ancora di salvezza.
Era nervosa, doveva assolutamente mangiare e affogare nei bocconi quella situazione spiacevole.

Alzò il braccio, come gli alunni a scuola, per chiamare un cameriere.

<<Buongiorno, cosa vi porto?>>

Vestito completamente di nero, sorrideva al loro tavolo battendo leggermente la penna sul bloc-notes: sembrava il segno che Phire si augurava di ricevere dalla morte .

<<Un caffè, grazie>>

Mary gli mostrò una "c" fatta con il pollice e l'indice per indicare che lo voleva ristretto, piccolo: un gesto che negli ultimi anni andava molto di moda, schick. Poi si rivolse a Sapphire.

<<Scusami, ma con il tè non riesco mai a svegliarmi>>

Atteggiamento da snob e timbro di voce completamente diverso, la donna in lutto si era nascosta dietro la maschera di una donna in tuta piena di se' .

<<Io avrei un leggero languorino invece. La cucina e' aperta?>>

Quattro occhi si mossero all'unisono in direzione della sua bocca come se avesse detto un'eresia.

<<Posso controllare, ma sono solo le nove. Sicura di non voler un croissant?>>

Si voltarono entrambi in direzione del bancone.

<<Ci sono due pizze. Vuoi una fetta?>>

Sapphire disse qualcosa timidamente.

<<Entrambe >>

<<Entrambe cosa?>>

Abbassò ancora di più la voce.

<<Entrambe le pizze>>

Gli occhi tornarono su di lei; stava morendo per l'imbarazzo, ma a stomaco non si comanda no?

Arrivarono due grandi teglie al loro tavolo; come se avesse vinto alla lotteria, una commessa si congratulò con lei.

<<Che dici, richiamo Berl? Magari risponde ora>>

La mano di Mary cercò quella unta di Sapphire e come una tenaglia la tenne stretta nella sua.

<<Pronto Berl. Sono io, Mary>>

Non doveva essere facile parlare con la persona che amava ancora nonostante l' avesse lasciata nel momento del bisogno.

<<Ti ricordi che il 17 abbiamo il volo per Itacalp City?>>

<<In realtà te l'ho ricordato, perché mi è arrivata una lista passeggeri, ma il tuo nome non compare. Pensa che buffo.>>

Il sorriso accennato ed imbarazzato di Mary, si piegò in una smorfia triste e arrabbiata.

<<Che significa che hai cambiato la data del tuo biglietto? Abbiamo un'udienza in tribunale. Parleranno di nostro figlio! Ti ricordi di Lucas o l'hai rimosso come hai fatto con me?>>

Si alzò di scatto piangendo e uscì dal bar fermandosi sul marciapiede difronte.

<<Aspetta>>

Quelle lettere uscirono troppo tardi dalla sua bocca ma in quel momento dentro di lei l'ansia e la sensazione di illusione mutavano come farfalle, in un'incredibile sensazione di sollievo. La lista e il sogno, per quanto le dispiacesse, erano ancora un'ancora della sua vita e nulla di quello fatto fin'ora era stato vano.

Mary rientrò dalla porta felice, non sembrava per niente la donna in tuta grigia che pochi minuti prima era uscita piangendo.

<<Una sorpresa>>

<<Voleva farmi una sorpresa>>

Lo ripeté felice.

<<Vado in bagno a sciacquarmi la faccia e ti racconto>>

Si sorrisero.

<<Com'erano le pizze?>>

Il cameriere approfittò dell'assenza di Mary per parlare a Sapphire. Si guardò intorno e indicò il posto vuoto.

<<Posso sedermi?>>

<<Certo>>

Attorcigliò una ciocca dei suoi capelli rossastri, intorno al dito e passò velocemente un fazzoletto per pulire il posto. Lui le sorrise. Arrossì.

<<Sono rimasto colpito, non avevo mai visto una ragazza con la tua fame>>

Risero.

<<Scusami, non era un bel momento. Ero nervosa>>

<<No no, ma era un complimento. Anche io adoro mangiare>>

Non smetteva di sorriderle e di guardala negli occhi.

<<Ryan che dici, ti porto un caffè mentre parli con la tua amica?>>

Sobbalzarono entrambi e tornarono a ridere.

<<Mi scusi signor Tony, torno subito a lavorare>>

Si alzò dal tavolo lentamente e sfiorò con le labbra l'orecchio destro di Phire.

<<Stacco tra mezz'ora. Mi aspetterai?>>

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