Dio santo peggio di così non poteva iniziare! Pensai, dopo che mi si era schiantata in piena faccia quella dannata lattina. Dico io ma ci sono i bar, i negozi, i ristoranti e supermercati. Pure la Coca-Cola andava comprata in Italia? Posso capire il cibo di casa, ma le bevande no! Eppure non mi sono riuscito ad arrabbiare più di tanto, quando ho sentito che rideva come una bambina.
Era uno spettacolo. L'ho pensato dalla prima volta che la vidi al bar all'università; in realtà sapevo già chi era, la professoressa me ne aveva già parlato. Non capivo il motivo per cui volle per forza lei nel progetto, ne aveva tanti di studenti con un 30 nella sua materia '' lei ha qualcosa di diverso. Ci mette l'anima in quello che fa e poi le somiglia in un modo assurdo.'' ''Somiglia? Di chi parla? '' ''oh.. nessuno, lo capirete quando lo troverete'' ''ne è così certa che esista?'' ''Certa? Ragazzo, ho passato la mia vita a cercare quell'ingresso, a fare ricerche, a capire quale descrizione si avvicinasse di più alla realtà di quel luogo. Gli inferi esistono. Al contrario del Paradiso il quale ingresso va meritato e che la maggior parte di noi può solo sperarlo, negli inferi abbiamo un accesso molto più semplice, non ci vuole nulla a fare un errore e farci un biglietto di sola andata! Ma la questione è diversa! Mi ci sono incallita perché è dimostrabile l'esistenza di un ingresso terreno! Ci sono troppe cose nella mitologia greca per far finta che sia tutta fantasia. Ne sono certa... tu e Tabitha siete i migliori del corso, potete trovarlo, potete arrivare li dove ho mancato io, avrete il mio sostegno economico e scientifico.'' Me lo disse quasi con le lacrime agli occhi, per quanto assurda mi apparve come ricerca, non riuscii a dirle di no. Aveva comunque una tesi di scorta per Tabitha nel caso le ricerche avessero fatto un buco nell'acqua, ma era sicura che quella ragazza ci sarebbe riuscita. ''Riuscimmo a salire le valige sul ponte, o meglio IO riuscii a salire le valigie , Tabitha si trascinava i trolley, io i borsoni. Arrivati in camera lasciai la mercanzia in camera e andai in bagno a controllarmi l'occhio, pulsava e faceva un male cane! ''Ehm... Simone?'' Mi chiamò una vocetta più simile a un miagolio ''mmmh?'' le risposi senza guardarla ''volevo darti questo...sai... per l'occhio'' mi voltai per vedere cosa fosse, me la trovai a un soffio dal naso, per quanto alta potesse essere, la superavo di una spanna. Mi fissava gli occhi e le labbra alternando lo sguardo da l'uno all'altro, tingendosi le guance di rosso; i suoi occhi erano di un azzurro ghiaccio surreale, in netto contrasto con le lentigini scure che le decoravano finemente il volto, i capelli raccolti in modo disordinato le davano l'aria di chi si era scapezzato per portare su le borse. Mi sarebbe bastato un cambio del peso per sfiorarle le labbra carnose, ma perso nei miei persieri mi sentii colpito, di nuovo, sullo stesso occhio dall'impacco di ghiaccio che aveva deciso di posare in modo poco delicato ''ah! Tabitha ma che cazzo'' ''oddio!! Scusa scusa scusa! È che volevo aiutarti, non peggiorare le cose. Ti ho fatto male?'' Iniziò a scusarsi a raffica e io iniziai a evocare tutta la pazienza che avevo in corpo per non gridarle dietro. Cercò di aiutarmi anche dopo quando volevo sistemare le valige ma la mandai a farsi un giro, forse con troppa enfasi, di perlustrazione.
Mezz'ora dopo la trovai sulla punta di prua a fissare il tramonto in preda ai suoi pensieri.
''Cos'è vuoi giocare a Rose e Jack?'' ''Come?'' quanto mi divertivo a metterla in difficoltà!
''Ho detto vuoi giocare al Titanic?'' Le chiesi avvicinandomi al suo orecchio e incastrandola alla ringhiera con le braccia, profumava di cocco, non mi era mai piaciuto piu di tanto ma su di lei ha un altro effetto... ''hai... coraggio ad avvicinarti così a me dopo che ti ho quasi cavato un occhio '' mi rispose ridestandosi dal torpore della mia vicinanza
''mmm... evidentemente non mi basta come prova della tua pericolosità'' ''ah... '' mi resi conto di quanto il suo cervello fosse in tilt così decisi di mollare la mia presa, e la vidi tornare a respirare ''tranquilla Tabitha non ti mangio mica'' ma che diavolo di risposta è 'ah' si vede che ti faccio effetto! ''va bene bambinetta andiamo a mangiare?'' Cambiai argomento come se nulla fosse, controllando l'orologio ''a pranzo non abbiamo mangiato nulla!" ''ok ma credo che oltre a pizza e panini non ci sia nulla'' rispose pensierosa ''non importa quando arriviamo andremo a svaligiare il ristorante più vicino al nostro recidence!" ''e io che pensavo fossi un tipo fissato con la dieta'' mi iniziò a sfottere guardandomi con un sorrisetto furbo ''tu dici? Secondo te uno che si mangia le bombe alla crema a colazione è fissato con la dieta!? E poi cosa ne sai, mica mi hai guardato!! Giusto?'' Mi indicai come per dire ma mi hai visto? '' mmma ... ma che dici! Era per dire! Si insomma non sei grasso ma neanche tutto sto' granchè !'' Mi rispose viola e completamente imbarazzata ''mah, se lo dici tu'' le dissi ridendo e portandola al bar.
Dato che non c'era nulla, propose di mangiare qualcosa che aveva preparato la madre, e diavolo se era buono!
Stanchi del viaggio decidemmo di andare a dormire e le lasciai il bagno per darsi una rinfrescata, aprii il mio laptop per controllare le mail e trovai un messaggio della Gierini che chiedeva se era tutto ok, digitai una risposta veloce sentendo la serratura del bagno scattare, quando la vidi uscire dopo un buon quarto d'ora incazzata con un asciugamano che a malapena le copriva il necessario, nonostante sotto avesse la biancheria. La vidi dirigersi a passo di marcia con il broncio verso il letto mentre cercava il borsone '' è sotto il letto!'' le dissi senza alzare lo sguardo dallo schermo del pc facendo finta di non guardarla ''ah..grazie'' rispose quasi sussurrando e Iniziando a fissarmi il petto, mi ero tolto la felpa per il troppo caldo in quella cabina ''hai finito di farmi la radiografia?'' la rimproverai con un sorrisetto malizioso''non ti sto facendo nessuna radiografia stavo solo pensando!''iniziò ad arrossire violentemente ''mmm allora ti concentri molto quando pensi e soprattutto diventi bordeaux'' ''uff smettila!'' mi gridò stringendo i pugni lungo i fianchi e battendo un piede a terra come a rimarcare il concetto.La riuscii a deridere per poco, fin quando non decise di abbassarsi ad afferrare il borsone scoprendo involontariamente il suo corpo slanciato; non so se si muoveva inconsapevole di quello che faceva ma... Quando si piegò si intravide la sua biancheria e il corpo da urlo fasciato solo da quel misero asciugamano. Avrei sfidato chiunque a non guardarle il sedere. Nella sua innocenza riusciva a essere di un' eroticità assurda. Finché non mi colse in fallo, con una faccia da cane affamato intento a fissare la preda. ''Che c'è?'' Mi chiese guardandosi dietro. Evidentemente pensava di avere qualcosa che non andava ''no è che... cioè stavo cercando di capire se era pizzo o raso '' zitto ma che cazzo dici! ''ma cosa? Non ho capito '' '' il tuo slip! '' ''ma che diavolo stai dicendo!'' Troppo tardi mi sbraitò contro ''non è colpa mia, ma ti sei messa piegata in quella maniera, cosa credevi che non si sarebbe notato il tuo culetto mezzo scoperto con quel tanga... tanga, giusto? Striminzito, a coprirti! Che cavolo sono pur sempre un maschio!'' La vidi diventare paonazza e afferrare la sua ciabatta che scansai per un pelo con la testa, e scappare nel bagno ancora più stretta, se possibile nel suo asciugamano. Mi divertivo troppo a stuzzicarla. Dopo altri 10 minuti decisi che era stata fin troppo in quel bagno così andai ad aprire la porta senza preavviso poggiandomi allo stipite della porta e la osservai mentre si metteva una piccola porzione di crema sul collo e sul viso.
Movimenti lenti ben misurati, come se stesse facendo attenzione a non rompersi la pelle e godendosi quel piccolo massaggio.
Quando si accorse della mia presenza prima di farle dire qualsiasi cosa decisi di anticiparla per non farle capire quanto ero rapito da quel gesto così delicato che stava compiendo con le mani lungo il suo collo ''principessa ha finito? È un'ora che sta in bagno e vorrei lavarmi anch'io!" ''non si usa bussare? Comunque si vai pure ho finito!'' si girò per uscire dal bagno e senza pensarci due volte le afferrai poco aggraziatamente il polso avvicinandomi con il naso ai suoi capelli ''mm cocco?'' ''ehm si '' mi rispose guardandomi con gli occhi sgranati..non di paura.. ma di curiosità. ''Credo che diventerà il preferito'' le mormorai senza controllo guardandole la curva del collo. Preoccupato della piega che stavano prendendo i miei pensieri mi stampai un sorrisetto falso da schiaffi e la spinsi fuori dal bagno chiudendole la porta in faccia. Se dovevo mantenere un legame puramente lavorativo, si sarebbero prospettati tre mesi faticosi.
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TABITHA
General FictionUna tesi di laurea da scrivere, piani completamente scombinati, un mito da confermare o sfatare. Tabitha ha 25 anni, una smoderata passione per l'archeologia e la storia greca antica, ma una professoressa della sua facoltà, nonché relatrice della su...