✔CAPITOLO 2: FIGURACCE AL LAMPONE

30 3 0
                                    


Me ne tornai a casa, incazzata e inacidita come mai mi era successo.
In dieci minuti di conversazione era riuscita a smontarmi un progetto
sul quale volevo lavorarci da una vita, su cui avevo raccolto materiale
a sufficienza per sciverci un libro, la ragione per cui avevo deciso di
buttarmi in una facoltà dove avrei trovato almeno una buona parte di
esami che non mi piacevano, e alla fine avrei dovuto fare il triplo della
fatica rispetto agli altri.

 Entrai sbattendo la porta e mi fiondai su per le
scale chiudendomi in camera; avevo intenzione di chiudermi in
mutismo selettivo almeno fino a ora di cena, fare mente locale,
maledire me e la mia presunzione per essermi buttata tra le braccia di
quell'arpia da sola. Mi buttai sul letto a peso morto e mi misi le cuffie
con la musica a palla, avevo bisogno di soffocare i pensieri, studiarmi
un modo per dire a mia madre che sarei dovuta partire da li a tre
giorni, e a quanto avevo capito sarebbe venuto anche Simone...Non gli
avevo dato il tempo di dire niente dopo quel ''dovrò venire anche io''
me la sono data a gambe senza dargli il tempo di dire altro.

 
Dopo un paio d'ore di soffocamento con la faccia nel cuscino sentii
bussare. ''Posso?'', lo sapevo che mia madre non avrebbe resistito alla
voglia di sapere, ma ci avevo sperato lo stesso. '' Mamma, papà
dov'è?'' rimase un pò interdetta, si aspettava tutto meno che la mia
preferenza a volermi sfogare con mio padre invece che con lei, o
almeno questo avevo capito dalla faccia che fece; ''è giu sta
controllando i documenti dell'ufficio'' ma ci provò lo stesso, ''ti serve
qualcosa? non hai mangiato, ti sei sepolta qua dentro'' ''no tranquilla
ora scendo, vi devo parlare''.
Spiegai tutto nella maniera più calma e tranquilla che potei, mi sarei
aspettata una reazione più isterica da parte di mia madre. Voglio dire,
non che urlare come un'oca su quanto fosse stronza e senza cuore la
Gierini e minacciare di telefonarla per ''cantargliene quattro'' seguito
da un coloratissimo ''mortacci sua'', non fosse degno di una reazione
ben misurata eh. Mio padre invece, completamente apatico nella parte
in cui ho parlato della tesi, ha drizzato le orecchie solo al nome di
Simone, da intendere che lo avevo nominato alla fine e molto, molto
sotto voce. ''E chi sarebbe sto' Simone?'' ''papà ma hai seguito almeno
metà di quello che ho detto? è l'assistente della professoressa'' andò
avanti tutta la sera, io che continuavo a spiegargli che o andavo o non
mi laureavo e lui che continuava a borbottare a guardarmi male, come
se tutto fosse una montatura per farmi una gita con un ragazzo.
Mio padre non è mai stato un tipo invadente, anzi, di tutte le vacanze
che ho fatto con Claudia, o di tutte le relazioni che ho avuto, non ha
mai voluto sapere niente, si è sempre limitato al ''stai attenta'' o a un
resoconto molto breve al fine di tutto; al contrario, mia madre, tutto ciò che non sapeva mio padre lo sapeva lei: diciamo che mio padre ha
sempre mandato avanti lei, e in base alla sua reazione si regolava con
la domanda da farmi... solo che ora era diverso. 

Niente Claudia, di
Simone avevo captato solo il cognome, la figaggine e che era
l'assistente della prof.
L'indomani mattina telefonai Claudia, avevo ignorato telefonate e
messaggi del giorno prima e le risposi solo dopo che aveva minacciato
di organizzare un blitz nella mia camera per venirmi a recuperare.
Rispose dopo un paio di squilli ''ah beh, pensavo fossi morta nello
studio della Gierini. E' andata così male?'' ''male? solo male? Cla' devo
partire dopodomani con Simone, scrivere la tesi su un argomento
praticamente inesistente, su un tempio che sta nel mezzo del nulla
gettato in mezzo a un bosco. ti sembra normale? no, a me no!'' mi
fece finire di parlare e dopo avermi fatto fare uno strillo isterico che mi
tenevo nascosto nel gargarozzo dal giorno prima, nel cuscino si decise
a rispondermi, ''hai finito?'' mi spiazzò, non era da lei darmi una
risposta così secca ''e chè solo questo hai da dirmi?'' '' ma che diavolo
ti aspettavi, hai preso trenta a un esame impossibile, e per la materia
e per la professoressa, lo hai voluto fare perchè per quanto è
scassapalle è la migliore e mo' ti lamenti?'' ''no forse non hai capito,
mi ha smontato tutto dovrò fare tutto da capo!'' ''bene non è la prima
volta che fai ricerca su campo, quindi alza le chiappe e fai le valigie!''
''ti senti bene? da quand'è che parli così?'' ''sto nervosa, di piagnistei
mi bastano quelli di mia madre... le ho detto che la Gierini mi ha
bocciato'' rimasi un attimo in silenzio, non capivo che stava dicendo,
esami non ne aveva fatti questo mese. ''Clà scusa... ma quando hai
fatto l'esame della Gierini? questo mese non l'hai fatto l'appello...''
''ehm si ma... non l'avevo ancora aggiornata diciamo...'' ''non ho
capito scusa... l'esame l'hai fatto tre mesi fa e non le hai detto
niente?'' iniziai ad alzare la voce senza accorgermene ''beh non ne
avevo il coraggio era la terza volta che lo provavo e poi, stavamo
parlando di te perchè cambi discorso!'' ci stava provando e ci riuscì, mi
fece ridere, cosa che durò poco visto che mi chiese dell'unico dettaglio
che ancora non aveva approfondito'' Taby, ma chi è Simone'' feci un
sospiro che sembrò più un rantolo sofferente ''è l'assistente della
professoressa'' pronunciai quella piccola frase come un automa,
l'avevo ripetuta a mio pradre almeno dodici volte la sera prima, fin
quando non si era convinto che sarei andata in Grecia solo per
studiare. ''Ma non l'ho mai visto un assistente con lei agli appelli''
effettivamente non ci avevo mai pensato. L'avevo sempre vista da
sola agli esami e quelle poche volte che era in compagnia di qualcuno
erano professori. ''Boh Clà non ne ho idea, sinceramente mi sembrava
si conoscessero da parecchio, lei cambiava completamente
espressione quando parlava lui, sembrava pendere dalle sue labbra
come se fosse una ragazzina in preda agli ormoni" "secondo me hannouna tresca!" rispose convinta come mai con il tono da detective che le
usciva ogni volta che cercava di impicciarsi degli affari altrui; ''ma che
dici che si passano quarant'anni!" risposi ridendo, "mmm, vabbè ma
almeno è carino?" mi chiese, si vedeva che le era passato il
nervosismo, purchè si parli di genere maschile, ovvio. "molto, l'ho
cercato su facebook, ma non l'ho trovato. Te lo volevo far vedere...''
risposi pensierosa mentre ancora smanettavo al pc. ''clà ma ci
vediamo? ci andiamo a fare un giro di shopping terapeutico?''
aggiunsi '' certo, ti passo a prendere tra un'ora'' e chiuse senza farmi
rispondere.
Andai in bagno per prepararmi e per fare il punto della situazione delle
cose che avrei dovuto portarmi in viaggio; mi guardai allo specchio e
avevo i capelli simili a un nido di Cuculo. Prima o poi li avrei tagliati,
solo che ci ero affezionata. Erano lunghi quasi fino al sedere di un
rosso pel di carota. Erano il mio segno identificativo nel mezzo della
folla. Optai per una doccia lampo, così avrei avuto il tempo di
truccarmi e scegliere cosa mettere; non ero la tipa che si accaniva
sull'aspetto ma mi piaceva stare in ordine, non appariscente ma
neppure sciatta.
Scelsi una blusa primaverile verde smeraldo, pantajazz neri e
ballerine; mi truccai quanto bastava per far risaltare i miei occhi grigi.
Claudia aveva l'abitudine di suonare il clacson quando veniva a
prendermi, tanto per non farsi notare, così quando la sentìì arrivare
afferrai una giacca per sicurezza, la borsa e scesi nel vialetto. Mi
aspettava come al solito con i finestrini abbassati, la musica a palla e
un paio di occhiali da sole più grossi della sua faccia. "Daiiii che mo'
troviamo trafficoooo" "arrivo, arrivo!" quando si parla di shopping non
la mantiene più nessuno! ''allora da dove iniziamo?'' chiese puntando
già a piazza Venezia. ''Mi servono un po' di cose per il viaggio, ci
fermiamo a un centro commerciale? altrimenti non facciamo in tempo
per ora di pranzo. Ci sarà troppo traffico.'' "ma si! andiamo al
Primavera, mangiamo stesso lì al mc" "shopping e schifezze, mi
mancavano!". Arrivammo al parcheggio alle dieci e iniziammo a fare
un giro di perlustrazione in qualche negozio di intimo, Claudia era
fissata con le brasiliane in pizzo e si mise d'impegno per farmi
comprare un paio di completini "non si sa mai che l'assistente si svegli
con il pensiero e ti trovi con i mutandoni di nonna!", era la sua
ragione. Dopo un'oretta trascorsa tra completini degni di uno strip club
e vestiti presi gia in proiezione di un'estate torrida in Grecia, passiamo
al super mercato al piano terra del centro commerciale, mi erano
rimasti da comprare alcuni effetti personali, ero rimasta a corto di
lamette per le gambe e alcuni saponi; Claudia puntò dritto agli scaffali
dei bagnoschiuma iniziando a stapparne alcuni per sentirne il profumo.
"Vai prendi questi!" me ne mise in braccio tre, tutti con profumazioni
esotiche "ma se non mi piacciono gli odori forti, perchè mi hai datco lampone , mango e frutti di bosco?" chiesi con uno sbuffo; "perchè
sono odori che restano sulla pelle e attirano l'attenzione! smettila di
essere così metodica! il cocco non si sente! e nemmeno il miele! "
"scusa ma chi ha detto che voglio attirare l'attenzione?" iniziava ad
irritarmi, ogni volta che andavamo a fare spese puntava a farmi
comprare cose che non mi sarei mai messa, non perchè fossero brutte,
ma perchè non mi si addicevano. Non ero una monaca che sia chiaro,
ma mettermi un paio di shorts dove si vedevano le chiappe non è che
mi attirassero chissà quanto; ''dacci un taglio Taby, se non vuoi
attirare l'attenzione perchè hai comprato quei completini?" "perchè mi
piacevano punto!" risposi facendole una linguaccia. 

Per farla contenta
presi i bagnoschiuma che mi aveva piazzato ma presi anche il mio
solito dopo-doccia al cocco; mentre andavamo alla cassa con un
braccio reggevo la merce e sull'altro avevo le buste dei negozi che
avevamo svaligiato prima, Claudia si fermò a guardare alcuni
cosmetici in offerta, quando mi sentìì qualcuno venirmi addosso
facendomi cadere i saponi dalle mani. "oddio scusami non stavo
guardando dove andavo!" iniziò a scusarsi a raffica il ragazzo che
ancora non avevo visto, troppo impegnata a raccogliere tutto da terra;
diciamo che il carrello per me era un optional. "Tranquillo non è
successo niente" mentre cercavo di rassicurarlo si rovesciarono anche
le buste dei vestiti e dei completini, che come la mia fortuna ha
voluto, sono finiti in bella vista sulla cima della roba che era a terra!
"accidenti" mentre imprecavo, il ragazzo si avvicinò per aiutarmi a
prendere la merce da terra e metterla nelle buste, ma prima che
potesse toccare l'intimo glielo rubai dalle mani e lo nascosi nelle
buste, manco fossi stata una ladra. Quando ebbi finito, paonazza in
volto, mi decisi ad alzare lo sguardo e vedere chi avevo di fronte
"ehm.. grazie", ma quando misi a fuoco il volto del ragazzo, volevo
semplicemente sotterrarmi viva. Simone mi guardava con uno sguardo
misto tra stupito e divertito, fin quando la sua espressione non mutò
radicalmente in un sorriso malizioso e derisorio. "Bei gusti Marlevo,
non c'è che dire! hai fatto un pò di shopping per la partenza?" "ehm
ecco.... si ma sono miei solo questi!" indicai con un cenno del capo i
saponi e alcuni vestiti "il resto è della mia amica!" "beh se così fosse
non era necessario mica strapparmi dalle mani quegli slip! oppure
no?!" sentivo il sangue imporporarmi le guance e non osavo girarmi
negli specchi del reparto cosmesi, per vedere la tonalità di rosso che
avevo raggiunto con la faccia! ma molto probabilmente capelli e viso
erano a tinta unita. "no ti sbagli è che non mi piace che un ragazzo
debba mettere le mani su cose così private ecco!" stavo andando in
ebollizione, quando Claudia decise di fare la sua comparsa nel
momento più sbagliato che avrebbe potuto trovare; "Taby ti ho preso
un rossetto proprio figo, chissà farai colpo!" gridò da in fondo il
corridoio raggiungendomi subito dopo "ehi mi hai sentita?" "si,
impossibile non farlo!" le risposi fulminandola con lo sguardo quando notò Simone che guardava la scenetta, servitagli su un piatto
d'argento, sul punto di scoppiare a ridere. "Fare colpo eh?" fece eco
Simone "non sono fatti tuoi!" gli rimbeccai, e acchiappando Claudia
dal braccio me la trascinai alle casse prima che potesse continuare
quel ridicolo teatrino.

"Taby non tirare! ma chi era quello?" "Simone!
ecco chi era!" le risposi acida e pagando velocemente, me la filai da lì
infilandomi nel Mc Donald il più velocemente possibile, mi era venuta
una fame nervosa che avrei preso a morsi il cassiere. Dopo pochi
minuti mi raggiunse Claudia, che nonostante la corsa appena fatta per
trovarmi, era impeccabile come sempre "ma perchè sei corsa via?", e
le raccontai ciò che era successo mentre era rimasta a prendermi il
rossetto. "Oddio che figura di merda! Però Taby, è proprio un figo!"
"può essere figo quanto vuoi ma è uno sbruffone! insomma chi lo ha
detto che dovrò fare colpo su di lui! bah! è pomposo!". La mia giornata
doveva chiudersi in bellezza, non poteva limitarsi a quella figuraccia,
no. Dovevo essere torturata ancora un pochino, quel tanto che
bastava per farmi desiderare un fulmine in pieno sulla mia testa; "beh
grazie di questa descrizione colorita, ma pomposo o meno, dovrai
passare con me quattro lunghi mesi nell'Epiro soli soletti. A proposito,
il volo è lunedì mattina alle cinque, ti passo a prendere alle quattro e
trenta! e non farmi aspettare." lo sentii parlare alle spalle vicino
l'orecchio sotto voce, quando mi girai lo vidi uscire con una busta del
Mc e dirigersi fuori al parcheggio. "Taby stai bene? sei diventata
pallida" "ha sentito anche questo..." "ma chi?" chiese Claudia
girandosi per guardarsi intorno, "Simone era dietro di me, ha sentito
che l'ho chiamato pomposo!", Claudia si mise a ridere "effettivamente
con gli insulti fai abbastanza schifo" "non c'è da ridere, quello se gli
vengo i cinque minuti può farmi saltare tutto con la professoressa!
dannazione alla mia boccaccia!" Claudia smise di ridere solo per
contegno e per non mettersi a piangere "ma dai, non mi sembra un
tipo così vendicativo" "lo spero, mi ha detto che mi sarebbe passato a
prendere a casa lunedì mattina" "ecco appunto, adesso mangiamo che
sto morendo di fame" già... ma a me era appena passata!

TABITHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora