✔CAPITOLO 6: NUOVI INCONTRI

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Inutile dire che passai la notte completamente insonne. avevo vergogna persino a cacciare la testa da sotto le coperte. Ma chi diavolo si credeva di essere! Afferrarmi in quel modo, darsi tutta quella libertà di avvicinarsi e sentire il mio profumo da così vicino... il solo pensiero mi faceva andare in ebollizione e altro non provocava che un ulteriore sprofondamento nelle coperte!

Dovevo darmi una regolata!Che diamine non era mica la prima volta che qualcuno mi faceva delle avance! Cioè più o meno senza contare Nicolino alle elementari. Venticinque anni e un coraggio da coniglio. 

Ad arrovellarmi il cervello, ecco, come la passai la nottata! 
Mi svegliai con largo anticipo e sgattaiolai nel bagno a cambiarmi, per evitare altri incontri come quelli della sera precedente, e decisi di vestirmi comoda con un leggins nero, scarpette da ginnastica, e una t-shirt a spalla larga. Tanto per non farmi pesare tutto quel silenzio decisi di ascoltare un po' di musica mettendo le cuffie, così da non svegliare il ''Don Giovanni'' nell'altra stanza che stava ancora dormendo; Per iniziare la giornata misi una canzone dei Paramore, per darmi energia.

Finito in bagno andai a chiudermi le borse nella stanza ancheggiando a ritmo e mimando il testo con la bocca senza far uscire la voce; era una registrazione live, quando arrivò la parte dei ringraziamenti feci un inchino ad un pubblico immaginario girandomi verso il letto di Simone.
Lo trovai a fissarmi a braccia conserte nel letto intento a trattenersi dal ridere mordendosi il labbro con i denti; rimasi immobile come una statua incapace di parlare, non sapendo se scappare per la vergogna. Decisi di fare la faccia tosta e con non-chalance  mi sfilai le cuffie schiarendomi la voce ''buongiorno, dormito bene?'' chiesi voltandomi di spalle ''buongiorno rock star'' rispose ridendo, ignorando la mia domanda e facendomi diventare violentemente rossa; ''ehm.. si.. ok. Io sono pronta, ti aspetto giù al bar per fare colazione?'' ''ahhh si va bene due minuti e ti raggiungo.'' Si alzò facendo leva sulle braccia, facendo guizzare i muscoli e scoprendo tutto quel ben di Dio che aveva sul busto ''ma dormi sempre così?'' mi uscì di getto, e me ne pentii troppo tardi ''è un problema? avevo caldo e mi sono tolto la maglia '' rispose sogghignando ''non figurati, io vado'', e scappai dalla stanza sbattendo la porta prima fare un'altra figuraccia.

Nel bar non c'era quasi nessuno e il bancone era ancora pieno di pietanze, al contrario del salato, in quanto a dolce era ben fornito; adocchiai subito due bombe alla crema e le ordinai insieme a due cappuccini. 

Mi andai a sedere in attesa che Simone finisse di prepararsi e vidi un tizio che mi fissava da vicino il bancone; era un ragazzo abbastanza alto, moro, con la barba ben curata e un tatuaggio che prendeva dalla base del collo e finiva al polso del braccio destro, lo guardai incuriosita e mi fece cenno con la testa a mò di saluto. Gesto che ricambiai con un sorriso timido. Decisi di ignorarlo e presi il cellulare per chiamare mia madre; non feci in tempo ad aprire la rubrica che il telefono già squillava ''ciao mamma, ti stavo chiamando!'' ''Taby tutto ok? sei arrivata?'' ''non ancora, sto aspettando Simone per fare colazione e poi inizieremo a portare i bagagli sul ponte, credo che tra un'oretta dovremmo arrivare'' "va bene tesoro, chiama quando arrivi in albergo!" nel mentre che stavo rispondendo vidi il ragazzo del bancone che continuava insistentemente a guardarmi, avvicinarsi e sedersi al posto di Simone come se lo avessi invitato "ehm.. si, si ti chiamo dopo" e chiusi la telefonata.

" Scusami ma il posto è occupato" lo ripresi gentilmente, nella speranza che capisse l'antifona.
"si lo avevo notato" mi rispose con un accento che supponevo fosse greco, continuando a fissarmi come per studiarmi "come ti chiami?" "Tabitha" "nome curioso, non è molto comune, ha origini antiche" "si è vero viene dall'aramaico, è associato al significato di gazzella, e a una donna che fu resuscitata da Pietro" " e come mai ti è stato affidato questo nome?" chiese ancora guardandomi con uno strano sguardo "non lo so credo che piacesse a mia madre a basta" "capisco..." "ehm scusate..." ci interruppe Simone, non ero mai stata così felice di vederlo "hai ragione tolgo il disturbo.. ah Tabitha... ci vediamo presto'' e si alzò facendomi un cenno con il mento.
''Ma chi era?'' chiese Simone ''non ne ho idea, stavo seduta e lui era lì al bancone che mi guardava poi mentre parlavo a telefono si è venuto a sedere'' mi guardò con un cipiglio e tornò a fissare la figura di quel uomo che si allontanava ''comunque ti ho preso la colazione'' ''eh? Ah si grazie'' mi rispose con un sorriso tirato ''qualcosa non va?'' ''no no nulla è quel tizio non mi piace'' rispose imbronciato e pensieroso ''sei geloso?'' lo derisi ''ma che dici! Non mi sembra normale che un estraneo ti si avvicini e si prenda tutta stà confidenza! Poteva essere benissimo un maniaco!''  parlava agitato ''Va bene ma non è successo nulla, e poi sei arrivato tu no?'' cercai di farlo gongolare un po' facendo leva sull'immagine di prode cavaliere che gli stavo propinando davanti, facendolo calmare subito ''giusto.. ma dovresti stare comunque più attenta'' mi rimproverò ''va bene'' e si decise finalmente a fare colazione.

TABITHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora