Venere

862 97 37
                                    



Tornò allora sui suoi passi e vide nel mezzo di un boschetto che verdeggiava nella valle sottostante un tempio costruito con bell'arte. Non volendo tralasciare nessuna possibilità, benché minima, di miglior fortuna, ma anzi invocare il favore di quel dio, qualunque fosse, si avvicinò alla sacra porta e vide magnifici doni votivi e festoni ricamati a lettere d'oro appesi ai rami degli alberi e agli stipiti delle porte che testimoniavano le grazie ricevute e dichiaravano il nome della dea cui erano dedicati. Taehyung cadde allora in ginocchio e asciugandosi gli occhi e abbracciando l'altare ancora tepido, pregò.

"O sorella e sposa del grande Giove, sia che tu abiti nell'antico santuario di Samo, la sola che può vantarsi dei tuoi natali, di aver sentito per prima i tuoi vagiti e d'averti allevata, o sia che tu ti indugi nella beata dimora dell'eccelsa Cartagine che venera te, vergine trascorrente nel cielo sul dorso di un leone, o sia che tu protegga le mura di Argo presso le rive dell'Inaco, che da sempre ti chiama sposa del Tonante e regina di tutte le dee, tu che tutto l'Oriente venera col nome di Zigia e tutto l'Occidente con quello di Lucina, sii nella mia estrema sventura, veramente Giunone Salvatrice e me, sfinito da tutte le sofferenze patite, libero dalla paura del pericolo che mi sovrasta. Ti prego di aiutarmi e salvare il mio destino ." A un tratto gli comparve davanti Giunone in persona in tutta l'augusta maestà del suo nume: "Come vorrei, credimi, esaudire le tue preghiere ma per doveroso riguardo io non posso mettermi contro la volontà di Venere, che mi è nuora, e che, del resto, ho sempre voluto bene come una figlia. Per giunta ci sono anche le leggi a impedirmelo, che proibiscono di dare ospitalità agli schiavi fuggiti senza il permesso dei loro padroni." Per la seconda volta Taehyung vide così naufragare le sue speranze. Sentiva che non avrebbe più potuto raggiungere il suo sposo alato e che non vi era salvezza per la sua povera anima mortale. "Quali altre strade mi restano - incominciò a pensare fra sé, - quali rimedi ai miei mali, se neppure delle dee hanno potuto aiutarmi nonostante le loro migliori intenzioni? Dove potrò mai nascondermi per sfuggire alla collera divina della potente Venere? Sono stanco di fuggire ormai non mi resta che arrendermi e cercare di placare l'ira della dea. Forse riuscirà ad alleggerire il peso che preme sul mio cuore: il peso della colpa." Così, pronto a una resa le cui conseguenze erano incerte, o meglio portavano a una sicura rovina, Taehyung rifletteva tra sé come incominciare la supplica.

Intanto Venere rinunciando a valersi di mezzi terreni per le sue ricerche decise di tornarsene in cielo e ordinò che le fosse allestito il cocchio che Vulcano, le aveva fabbricato con arte raffinata per offrirglielo come dono di nozze alla vigilia della prima notte. In corteo, dietro il carro, folleggiavano i passeri in lieta gazzarra e gli altri uccelli con canti modulati e con dolci gorgheggi annunziavano il suo arrivo. Le nubi si ritrassero, il cielo si spalancò per ricevere sua figlia e l'altissimo etere gloriosamente accolse la dea. Ella si diresse difilato al gran palazzo di Giove e senza mezze misure chiese che, per un suo progetto, le fosse messo a disposizione Mercurio, il dio banditore. Il nero sopracciglio di Giove le disse di sì e Venere, tutta trionfante, lasciò il cielo rivolgendosi con gran premura a Mercurio che la seguiva.

"Fratello Arcade, tu sai che tua sorella Venere non ha mai fatto nulla senza l'aiuto di Mercurio e saprai da quanto tempo è che io non riesco a sapere dove si nasconda quel ragazzo. Non mi rimane altro che annunciare pubblicamente attraverso un tuo bando che io darò un premio a chi lo troverà. Fa, però, alla svelta e vedi di essere chiaro, di illustrare bene i suoi connotati, in modo che ognuno possa individuarlo e, se contro le leggi si sia reso colpevole di averle dato ospitalità, non abbia poi a trovare scuse di non saperne nulla." Così dicendo gli porse un foglio dove era segnato il nome di Taehyung e ogni altra indicazione. Poi se ne tornò subito a casa. Mercurio obbedì all'istante. Si mise a correre per tutte le terre del mondo per eseguire l'incarico di banditore che gli era stato affidato: "Chiunque catturerà o indicherà il luogo dove si nasconde un figlio di re, schiavo di Venere, datosi alla fuga, di nome Taehyung, si rechi dal banditore Mercurio dietro le colonne Murzie. A compenso della denunzia riceverà da Venere in persona sette dolcissimi baci e uno ancora più dolce a lingua in bocca."


Un bando come questo, gridato da Mercurio, e il desiderio di guadagnarsi un premio simile eccitò ogni uomo e tutti gareggiarono in zelo e questo tolse a Taehyung ogni ulteriore incertezza. Mentre egli si avvicinava al palazzo di Venere gli venne incontro la Consuetudine, una delle schiave della dea che, con tutta la voce che aveva in corpo, lo rimproverò: "Finalmente hai cominciato a capire che hai una padrona, servo della malora! Oppure con la tua solita impudenza ora fai anche finta di non sapere quanti fastidi ci hai dato per venirti a cercare? E sta bene, ora però mi sei capitato fra le mani e quindi sii pur certo che sei caduto nelle grinfie dell'Orco e quanto prima la pagherai." E lo afferrò bruscamente per i capelli cominciando a strascinarlo senza che egli potesse in qualche modo reagire. Quando Venere lo vide davanti a sé sbottò in una sonora sghignazzata e scuotendo la testa come di solito fa chi ribolle dentro dalla rabbia e grattandosi l'orecchio destro gridò.

"Finalmente! Ti sei degnato di venire a salutare tua suocera! O forse sei venuto a far visita a tuo marito in pericolo per la ferita che gli hai procurato? Ma sta tranquillo, ti farò l'accoglienza che merita uno come te. Dove sono Angoscia e Tristezza, le mie ancelle?" Una volta che le ancelle nominate comparvero, ad esse lo affidò perché lo torturassero; e quelle, eseguendo a puntino l'ordine della padrona, cominciarono a lavorare di scudiscio sul povero Taehyung e a straziarlo con torture di vario genere, poi glielo riportarono davanti. E Venere nuovamente scoppiò a ridere.

"Sta a vedere che io adesso debbo commuovermi per il suo aspetto sofferente e suoi occhi vuoti che sembrano aver perso vita. Al contrario, io gioisco della tua sofferenza. Non rivedrai mai più quello stupido di mio figlio, ma stupida anch'io a chiamarlo figlio, ché mica è valido il matrimonio fra persone dello stesso sesso celebrato, poi, così, in campagna, senza testimoni, senza il consenso del padre."

E così dicendo gli si precipitò addosso e cominciò a lacerargli in mille brandelli la veste, a scuoterlo per il capo, a colpirlo furiosamente. Ma quelle percosse facevano meno male del dolore che gli causava il vuoto lasciato Jungkook.

Poi si fece portare dei chicchi di frumento, d'orzo, di miglio, semi di papavero, ceci, lenticchie e fave, le mescolò, ne fece un gran mucchio e gli disse: "Sei uno schiavo così brutto che a me pare tu non possa farti in alcun modo degli amanti, se non a prezzo di un diligente servizio. Perciò voglio mettere alla prova la tua abilità: dividi tutti questi semi, sceglili ad uno ad uno e fanne tanti mucchietti, in bell'ordine. Prima di sera verrò a controllare che il lavoro sia stato eseguito." E lasciatolo davanti a quel gran mucchio di semi, se ne andò a un pranzo di nozze. Taehyung non ci provò nemmeno a metter mano in quel confuso, inestricabile cumulo, ma costernata dall'enormità di quell'ordine se ne rimase in silenzio come imbambolato. Allora quel piccolo animaluccio dei campi, la formicuccia, che ben sapeva quanto difficile fosse un lavoro del genere, provò compassione per il compagno di Jungkook: il grande Cupido e condannò la crudeltà della suocera. Cosi cominciò a darsi da fare, su e giù, chiamando a raccolta, dai dintorni, tutto il popolo delle formiche: "Correte, agili figlie della terra feconda correte e date una mano, presto, a un meraviglioso fanciullo in pericolo, lo sposo di Amore!" E quelle accorsero tutte, a ondate, e lavorando con uno zelo mai visto, chicco dopo chicco, disfecero tutto il cumulo, separarono i semi, li distribuirono in mucchi secondo la qualità e poi, in un batter d'occhio, disparvero.



*Angolo del bradipo*

NO MA VOGLIAMO PARLARE DEI MILLE INFARTI DI OGGI? CARICARE UN MV SENZA DIRE NIENTE BHA IO NON LO SO.

Il mio cardiologo non approva queste cose.

PS: ancora devi riprendermi aiut! T-T

Amore e Psiche aka TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora