Quando Massimo blocca la sveglia sul cellulare e si tira su realizzando di non aver chiuso occhio tutta la notte, capisce che se fino al giorno prima aveva creduto che fosse troppo tardi per tirarsi indietro, ora non vuole, perchè se c'è una cosa che ha imparato dal suo rapporto con Sara degli ultimi mesi, è che se lasciasse perdere prima di aver capito fino in fondo cosa vuole, sarebbe come avere un assaggio della morte, mentre si guarda allo specchio infilando la camicia di lino dato che essendo aprile fa già abbastanza caldo, capisce finalmente che il coraggio richiede il rischio di perdere qualcosa, e lui, per la prima volta da quando ha capito che per ottenere bisogna sudare perché la vita non ti regala nulla, sa che preferirebbe perdere il rispetto di tutti quelli che lo conoscono piuttosto che lei, gli sembra addirittura uno scambio equo.
"Ciao, sono Michela, tu sei Massimo, vero? Giovanna mi ha spiegato tutto, grazie per essere venuto!" gli dice quella donna che tutto sembra fuorchè un'insegnante di italiano, Massimo la trova curiosa con quella maglietta dei Pink Floyd sul jeans scolorito ma ha avuto modo di osservare da lontano il modo in cui i ragazzi si sono approcciati a lei e sembra che le vogliano bene, la cosa lo ha sorpreso perché essendo lui un docente universitario è abituato a tutt'altro tipo di studenti ma vedere quelle scene gli ha messo allegria e ha deciso che la sua accompagnatrice gli è simpatica, per cui le sorride "Grazie a te! Allora, hai bisogno di una mano per fare l'appello?" lei annuisce e sale sul pulmann, lui la segue, accorgendosi tutto d'un tratto che non ha mai avuto così tanta paura in vita sua, ha chiesto a Giovanna di non rivelare la sua identità ne perchè ha chiesto a lui di sostituirla, teme che la classe possa bollare Sara, o peggio, teme di metterla in imbarazzo, anche perché è sicuro che lei farà finta di non conoscerlo, passato l'infarto, e Giovanna ha accettato, per cui nessuno sa chi sia sul serio lui e come sia arrivato lì, cosa che, a parere di Massimo, è stata la scelta migliore da fare.
Prende il microfono che gli porge l'autista e si schiarisce la voce "Ragazzi un attimo di attenzione per favore, ora faremo l'appello, poi, se ci siete tutti, possiamo partire!" si stupisce di quanto il suo tono risulti tranquillo e rilassato anche se dentro di lui infuria una tempesta, poi solleva lo sguardo sui presenti per farsi un'idea di quanti "marmocchi" dovrà tenere a bada per una settimana e la vede.
È seduta in ultima fila (chiaramente) nel posto centrale, per cui ha una visione chiara e precisa di chi stia parlando.
Per un attimo sembra che stia cercando di capire qualcosa, poi evidentemente quella cosa la capisce perché lentamente spalanca gli occhi e solleva le sopracciglia, accavalla nervosamente le gambe e stringe i pugni, Massimo vorrebbe sorriderle malignamente, è sicuro che stia combattendo contro se stessa per non alzarsi e scaraventarlo giù dell'autobus, furiosa, e la cosa lo diverte da matti, poi torna ad abbassare gli occhi sull'elenco di nomi che ha davanti e comincia, consapevole che saranno sette giorni d'inferno, e mentre pronuncia il SUO nome e lei alza la mano e dice "Presente" fissandolo con aria strafottente, come a volerlo sfidare a dire il contrario, si sente felice, Sara È l'inferno, il suo, quello personale, e dopo cinquant'anni di religiosa fede in Gesù Cristo, Massimo si ritrova a pensare che la prospettiva del paradiso non lo alletta poi più così tanto.L'autobus prosegue tranquillo, scivolando sull'asfalto così agevolmente che quasi non ci si accorge che stia camminando, sono partiti da un'ora, concordando che fosse meglio farlo di sera in modo che i ragazzi avessero potuto riposare durante il viaggio, per cui sono quasi le 23:00 e molti di loro, persino i più casinisti, sono crollati.
Michela si sporge verso Massimo che sta leggendo "L'interpretazione dei sogni" e gli sussurra "Massimo, per cortesia, puoi fare un giro tra i sedili per vedere se va tutto bene?" lui annuisce e si alza, infilando il programma della gita tra le pagine del libro e posandolo sul proprio sedile, poi comincia l'ispezione.
La prime file sono silenziose e tranquille, quelle centrali contano qualche studente che sta ascoltando musica e una ragazza che legge un libro sulla cui copertina c'è quello che sembra un ragazzo con un cappuccio calato sopra la testa e tre graffi rossi sulla guancia destra, la ragazza ha in grembo la testa di quello che Massimo ha capito essere il suo fidanzato, il ragazzo dorme, ha il viso spruzzato di lentiggini e farfuglia qualcosa nel sonno, lei lo sente e trattiene a stento una risata, poi gli carezza la fronte e continua a leggere.
In fondo, invece, un paio di ragazzi sta giocando a carte e un'altra coppia decisamente meno composta della prima si bacia in maniera un po' troppo focosa, Massimo tossisce e i due si separano imbarazzati, strappando una risata alla ragazza seduta accanto a loro: treccine bionde, occhi verdi, maglioncino azzurro e minigonna decisamente troppo corta per i gusti di Massimo, l'uomo si avvicina alla postazione della ragazza, poggia i gomiti sui sedili che incorniciano la sua figura e si china verso di lei "Non dormi?" le chiede, Sara lancia un'occhiata ai suoi compagni e poi sembra decidere che nessuno ascolterà la loro conversazione "Non riesco, mi servirebbe qualcuno che mi aiutasse!" poi gli sorride angelica, Massimo sente le orecchie riscaldarsi all'improvviso ma si intima di non lasciarsi sopraffare "Ascolta un po' di musica e provaci, vedrai che funziona!" Sara cerca i suoi occhi e li trova immediatamente, come se non aspettassero altro "Sì? Che cosa mi consigli? Mozart?" ha la voce bassissima e suadente che sembra inglobare Massimo in una bolla di piacevole tensione, come elettricità, un'elettricità che si sprigiona solo quando loro due sono a meno di un metro di distanza, lui sa che dovrebbe allontanarsi per il semplice fatto che qualcuno potrebbe accorgersi che lei gli sta dando del tu e che i loro visi sono troppo vicini ma non ci riesce, totalmente preso da quell'espressione da folletto che lo manda in tilt ogni secondo di più.
"In ogni caso, vedo che è tutto tranquillo, torno davanti, vado a riferirlo alla tua insegnante d'italiano..." Sara annuisce, poi guarda la coppia che poco prima si baciava appassionatamente e che ora è crollata nel sonno e sorride "Guarda che carini, pensa se al posto loro ci fossimo noi..." Massimo trasale e si guarda intorno, ricordando i ragazzi che giocavano a carte, poi si rilassa quando capisce che ora sono i soli svegli, a parte l'autista.
"Dormi Sara..." la ammonisce, lei arriccia il naso "Solo se domattina vieni a svegliarmi con un bacio!" un'occhiataccia, poi un sospiro "Quando la smetterai di comportarti così?" le chiede rassegnato, lei solleva le spalle "Quando ammetterai che provi per me lo stesso che io provo per te..." sul volto di Massimo si stiracchia un sorriso malinconico "Sei così giovane, che cosa ne sai tu di quello che provi, quando avrai finito la scuola e non avrai più bisogno di ripetizioni, mi dimenticherai..." e quasi si stupisce di quanto la sua voce suoni addolorata da quella consapevolezza, Sara scuote la testa "Poi mi dirai, professore, per adesso ti lascio alle tue convinzioni, tanto quando mi chiederai di sposarti io ti risponderò che te lo avevo detto!" poi ci pensa su e aggiunge "Sono felice che la prof abbia chiesto a te di sostituirla, comunque, mi ha fatto un bel regalo!" Massimo la guarda sorpreso "Ma non eri arrabbiata con me?" lei scuote ancora la testa e sorride "Come potrei?" poi sbadiglia, e stavolta è Massimo a sorridere "Beccata, ora dormi piccolina, ci vediamo domani!" Sara annuisce "Buonanotte, professore!" sussurra e stavolta non c'è ironia nella sua voce, solo tenerezza e sonno.
Massimo sta per allontanarsi quando la vede avvicinare il volto al suo, le punte dei loro nasi si sfiorano, dovrebbe fuggire, ma la stessa forza che gli ha impedito in precedenza di farlo, torna ad agire su di lui con una prepotenza inaudita, tenendolo inchiodato lì.
"Sara..." ennesima ammonizione.
"Solo uno..." tentativo di protesta.
"Non posso..." Massimo sente di nuovo di essere stato messo alle strette, accidenti a lei!
"Puoi..." un soffio e le sue convinzioni vacillano come un malfermo castello di carte sotto una raffica di vento e Massimo cede.
Sara preme le labbra sulle sue, senza dischiuderle, lasciandolo a godersi quella morbidezza umida che gioca con la sua forza di volontà, sfidandola a scoprire fino a dove può arrivare il suo limite estremo e lui si fa catturare da quella pressione dolce che quando finisce lo lascia stordito, la guarda un'ultima volta mentre si rannicchia sul sedile con le ginocchia al petto e batte le palpebre lentamente, come un gatto in cerca di coccole, e capisce che se non torna indietro, commetterà qualcosa che gli costerà parecchi anni di galera e altrettanti di psichiatra, una volta uscito.
Si volta e va al suo posto senza emettere più il minimo suono mentre lo sguardo di Sara lo accompagna e gli dice ancora una volta che quella più forte tra loro due è lei, quando si lascia cadere sul sedile, Michela lo guarda dubbiosa "Stai bene, Massimo?" e lui, guardandola come se non l'avesse mai vista, sussurra "Mai stato meglio!".
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Le prigioni di Garibaldi.
RomanceMassimo è un professore universitario tutto d'un pezzo, che ama il suo lavoro e che il tempo ha un po' scolorito, tuttavia la sua vita non ha nulla da invidiare a quella degli altri, è normale ma sopratutto serena, sì, la serenità regna sovrana in c...