Sara e Aurora si fermano al binario da cui partirà il treno che Sara deve prendere per tornare a Milano, durante tutto il viaggio in macchina che le ha portate fino a lì, Sara non ha parlato, è pallida e sembra che stia facendo ogni cosa contro la sua volontà, sembra una donna che deve compiere quel gesto per salvarsi ma non perchè lo voglia sul serio, sembra solo una remota eco di quello che è stata e che non sarà mai più. Aurora rompe il silenzio, stufa di vederla rigirarsi sui carboni ardenti "Sara, lo so che odi quando ti dico di fare diversamente da quello che hai deciso, ma non credi che dovresti restare a Roma?" Sara la fulmina con uno sguardo ma Aurora prosegue, imperterrita "No, non mi guardare così, domani Massimo sarà operato in un punto così delicato che potrebbe succedere qualsiasi cosa, nel migliore dei casi potrebbe non camminare più, nel peggiore potrebbe addirittura morire, come fai a vivere con il rimorso che l'ultima cosa che gli hai detto è che è un fallito?" se sperava di averla convinta con questo accorato discorso, Aurora si sbaglia di grosso, Sara solleva le sopracciglia e la guarda dall'alto in basso, come se la ragazza non avesse fatto altro che dire un mucchio di stupidaggini da quando sono arrivate in stazione "Aurora, te lo ricordi o no che mi sono precipitata qui pensando che fosse la cosa giusta, cercando di non ricordare che ho sprecato due anni della mia vita a fare una cosa in cui alla fine non sono riuscita, e lui mi ha trattata da idiota? Non so nemmeno che cosa mi aspettassi tornando, forse che lui mi avrebbe abbracciata e mi avrebbe chiesto scusa e saremmo stati finalmente insieme, ma ho capito una cosa importante, io da Massimo non devo aspettarmi nulla perchè tutte le volte in cui mi sono aspettata qualcosa, poi sono rimasta delusa, lo sai che cos'è, Massimo? Massimo è cinico, e pensa solo a se stesso, ha preferito salvare la faccia piuttosto che essere felice con me, ha preferito non provare la vergogna di andare in giro con una moglie di trent'anni più giovane, mi ha considerata una macchia sulla fedina penale altrimenti immacolata, sai che ti dico? Che per me la fedina penale se la può ficcare dove sai tu, a me non importa, ho sbagliato a tornare, è ora di riparare al mio errore, e per "errore" intendo quello di averlo corteggiato fino ad oggi, che vada a quel paese, lui, la spina dorsale, la moralità e tutto quello che ne concerne!" poi, notando l'espressione turbata della sua migliore amica, le sorride "E comunque, tornerò a trovarti e staremo un po' insieme senza problemi, come i vecchi tempi, per favore, potresti non dire a mia madre che sono stata a Roma? E' stato un bene aver passato l'ultima notte a casa tua, sarebbe stato troppo difficile spiegarle qualcosa che non potrebbe capire e che tra l'altro non sarebbe servito perchè non esiste, mi sono fatta un film ma è stato un bel film e mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto capire come funziona la vita, e la vita funziona che solo nei film queste storie hanno il lieto fine, nella realtà il professore incriminato solitamente preferisce salvare la dignità che pensa di stare per perdere e va bene così!" infine la abbraccia mentre dall'altoparlante della stazione fuoriesce l'avviso del sopraggiungere del treno che la ragazza deve prendere "Grazie di tutto!" le dice, mentre la locomotiva si ferma al binario "Salutami tutti e dì loro che tornerò a trovarli, per quanto riguarda Massimo, se riesci, baciagli la fronte da parte mia prima che entri in sala operatoria, mi mancherà un sacco!" poi afferra la valigia e sale, senza voltarsi indietro, e quando le porte si chiudono e il treno prende velocità, Aurora riesce a stento a scorgere il profilo della sua migliore amica che cerca posto prima di perderla di vista e capire che quei due, a separarsi, hanno fatto veramente un grosso errore.
Massimo sta osservando con occhio critico le gocce di medicinale che si staccano dalla sacca collegata alla sua flebo e si immettono nel tubicino che le porterà dritte nelle sue vene quando la porta della sua camera si apre ed entrano Marcello e Pietro, pallidi e preoccupati, Massimo li guarda prendere posto ai lati del suo letto, uno a destra e l'altro a sinistra, come il diavolo e l'angelo custode, infine sorride incerto, accigliandosi "Bhe, cosa sono quelle facce? Guardate che devo essere operato io, non voi!" Marcello e Pietro sospirano, Massimo alza gli occhi cielo "Eddai, ragazzi! Ma vi togliete dalla faccia quelle espressioni? Lo so che è rischioso ma sto cercando di non pensarci, se vi ci mettete anche voi, non ne esco più da questa situazione!" Pietro annuisce e poi si tira su, risoluto "Ha ragione, pensiamo positivo..." poi, guardando distrattamente fuori dalla stanza, esclama, rivolto a Marcello "Oh guarda, c'è tua figlia! Anche oggi è sola, sono giorni che non la vedo più accompagnata alla sua amica, chissà che fine ha fatto..." sussurra con un tono che a Massimo non piace, Marcello si sporge per controllare che Pietro abbia ragione e sobbalza "Oh, hanno fatto presto, credevo che sarebbe partita più tardi..." Massimo sente improvvisamente un morso alle viscere e spalanca gli occhi "Chi...chi è partita, Marcello?" Marcello lancia un'occhiata a Pietro, chiedendosi se non sia il caso di rispondere alla domanda in un altro momento, poi pensa che se resta vaga, non dovrebbero esserci problemi, così fa un respiro profondo "L'amica di Aurora, Sara, è tornata a Milano!" Pietro si volta a guardarlo e si acciglia "Davvero? Non sapevo che tornasse a casa tanto presto, credevo sarebbe rimasta di più!" Marcello annuisce "Sì, anche io, pensavo che..." poi si blocca, Pietro lo guarda dritto negli occhi "Pensavi che...?" a Marcello si arrossano le orecchie "No, niente, pensavo solo che..." Pietro lo ferma "Allora, mettiamo in chiaro una cosa, essere buono non vuol dire essere stupido, se non mi sono arrabbiato è perchè non mi sembra il caso di farlo con Massimo in queste condizioni, scusa Max eh, però capirai che sei un po' precario..." Massimo scuote la testa "La smettete di parlare di me come se non fossi qui?" Pietro lo ignora "...ma quando l'ho vista in sala d'aspetto per tutti i giorni precedenti al tuo risveglio e poi, quando vi siete finalmente parlati, lei è sparita, ho capito tutto! Ecco perchè non ha funzionato con mio figlio Daniele, Max, lei vuole te!" Marcello apre la bocca per replicare, ci pensa un secondo, poi la richiude e sospira "Sì, sì è così!" Massimo annuisce "Sì, ma se è andata via, vuol dire che io le ho dato una buona motivazione per non volermi stare più dietro, non siete fieri di me?" Marcello sta per dirgli di sì ma Pietro lo anticipa "Vorrei dirti di sì, vorrei dirti che ti sei comportato bene e che io avrei fatto la stessa cosa, anzi, ti ringrazio per aver cercato di spingerla tra le braccia di mio figlio, quest'estate mi sembravate strani ma ho sempre fatto finta di nulla, ho sempre pensato che tu fossi categorico e che non c'era niente di cui preoccuparsi, poi è sparita per due anni e sembrava finita nel dimenticatoio, poi è tornata e ti ha aspettato con un'ostinazione che nemmeno io ho mai provato nei confronti di qualcosa e io sono testardo eh! Max, forse sbaglio, ma quella ragazza ti ama, e se è tornata vuol dire che doveva avere un motivo per farlo, non si torna da chi si ha la certezza di non riuscire mai a conquistare, se fossi un po' più in me e tu non stessi per rischiare di nuovo la morte..." poi solleva le mani in segno di scuse quando Massimo e Marcello lo guardano malissimo "...ti direi che hai fatto bene, ma secondo me hai fatto male! Tu la ami?" Massimo trasale "Che domanda è?" Pietro sbuffa "E' una domanda legittima data la situazione, tu la ami?" e mentre Massimo prende un respiro, Marcello lo anticipa "Sì, la ama!" Massimo non fa in tempo a voltarsi di scatto verso di lui, incredulo, che Pietro apre le braccia "Bene! E allora, quando ti sarai alzato dal letto con le tue gambe, se hai intenzione di andartela a riprendere, bene, se non hai intenzione di farlo, ti ci mando io a calci, perchè con tutto il rispetto, ma se un pezzo di ragazza così, a me mi sta dietro anni, quando potrebbe avere un'ampia scelta, dimostrando che mi ama, nonostante tutto, non me la lascio scappare, specialmente se anche io la amo, ok?" Massimo e Marcello lo fissano increduli "Su, non fate i santi, che non so tu Max, ma io almeno una ripassata..." Massimo lo ferma "Stop, stop, ok, ho capito, facciamo che vediamo prima come va l'operazione e poi ne riparliamo?" Marcello e Pietro annuiscono, poi si alzano, Marcello gli batte sulla spalla "Noi andiamo, altrimenti gli altri poi non possono entrare a salutarti! Stai tranquillo e riposa, domani andrà alla grande e quando ti sarai svegliato, l'incubo sarà finito!" Massimo annuisce e li guarda andar via, pensando che è stato un idiota a pensare che non lo avrebbero appoggiato alla fine e pensando che è fortunato ad avere due amici che prima gli fanno una bella lavata di capo per fargli capire che sta sbagliando, ma poi stanno sempre dalla sua parte, qualsiasi cosa accada.
Ventiquattro ore dopo...
Il Dottor Mariani spinge la barella di Massimo in sala operatoria, lui guarda il soffitto per tutto il tragitto, cercando di non pensare a cosa sta andando incontro, naturalmente, da quando si è svegliato, non ha fatto altro che pensare a Sara, il fatto che se ne sia andata il giorno prima della sua rischiosissima operazione può voler dire solo una cosa: l'ha davvero delusa al punto da spingerla a voler stare lontana da lui per sempre, scuote la testa, non riesce a crederci, può essere stato tanto idiota? La barella entra in sala operatoria e diversi infermieri lo posizionano sul lettino chirurgico, Massimo ha la fronte imperlata di sudore freddo, il Dottor Mariani gli sorride "Avanti, Signor Lombardi, si fidi di me, l'operazione andrà benissimo! Il suo nome è Massimo, giusto?" Massimo sorride incerto "Sì..." Guido Mariani ordina ai suoi assistenti di voltarlo con la schiena verso l'alto "Bene, Massimo, adesso lei deve stare tranquillo e lasciare che io la addormenti, non sentirà assolutamente niente, mi crede?" Massimo annuisce "Sì, sì, le credo dottore..." balbetta mentre trema violentemente, il Dottor Mariani gli posiziona una mascherina sul volto e fa passare l'elastico di gomma della stessa dietro la sua nuca "Ora cerchi di pensare a qualcosa di bello, che so, al mare, le piace il mare?" Massimo non risponde, Guido Mariani capisce che sta per cadere nel panico "No, direi che il mare non è l'elemento più adatto da evocare..." poi si ricorda improvvisamente di Sara "Pensi a sua figlia, si chiama Sara, vero?" al sentire quel nome Massimo è invaso dalla tranquillità, al punto che non si chiede neppure perchè il dottore gli abbia detto che è sua figlia, sorride "Sì, si chiama Sara..." Guido Mariani fa segno al suo assistente di procedere all'anestesia "Bene, ha dei capelli di un colore davvero particolare, chi li ha così biondi in famiglia, sua moglie?" Massimo sta per dirgli di no quando la voce del medico si confonde con quella di Sara e improvvisamente la vede in fondo alla sala, seduta su una sedia di metallo, ha una paio di calzoncini di jeans e una maglietta rosa, i codini e le scarpe da ginnastica, sorride "Ciao, professore! Lo sai che sei buffo su quel lettino?" Massimo le sorride, ha la voce più bella e confortante del mondo, non risponde, la guarda solamente mentre lei continua a sorridere, con quel sorriso che lo rimette in senso più di qualsiasi medicina "Facciamo così, professore, adesso tu te ne stai buono e lasci che ti facciano tutto quello che devono fare, poi magari ti preparo qualcosa di buono da mangiare e ti coccolo un po', va bene? Così passa tutto!" poi si alza e lo raggiunge, piegandosi sulle ginocchia ed arrivando con il viso all'altezza del suo "Non ti preoccupare, fino a che sei con me, non può succederti niente di male!" e lui, inspiegabilmente, sa che ha ragione e si bea di quel sorriso fino a che può, fino a che il sonno lo coglie portandolo dritto tra le braccia aperte di quel ciclone con le gambe che nei suoi sogni più profondi, nonostante i trascorsi, non se ne è mai andata.
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Le prigioni di Garibaldi.
RomansaMassimo è un professore universitario tutto d'un pezzo, che ama il suo lavoro e che il tempo ha un po' scolorito, tuttavia la sua vita non ha nulla da invidiare a quella degli altri, è normale ma sopratutto serena, sì, la serenità regna sovrana in c...