Due anni dopo...
Massimo scende di corsa dal letto, è maledettamente in ritardo per la lezione delle otto e trenta, per un secondo, mentre fissa la macchinetta del caffè che oggi sembra cuocerlo con lentezza esasperante, è quasi tentato di scrivere sulla propria pagina web che la lezione è annullata, poi ricorda che ha già ricevuto un ordine restrittivo con minaccia di licenziamento dal Magnifico Rettore a causa della sua cattiva condotta degli ultimi due anni e cambia idea, cattiva condotta che ha implicato per molti mesi la bocciatura dell'80% degli studenti che hanno sostenuto il suo esame, Massimo ha deciso improvvisamente che avrebbe bocciato tutti coloro che non avessero raggiunto l'eccellenza, i suoi colleghi lo hanno rimproverato di essersi incattivito ulteriormente e lui ha negato anche se sapeva che avevano ragione, sì, si è incattivito e sa anche qual è il motivo anche se non lo ha confessato a nessuno, forse solo a Marcello, molto tempo fa, e ad Alice, che non vede da mesi, ma che con la nascita di Diego sembra essere diventata una donna nuova e lo ha perdonato, essendogli così rimasta amica... mentre pensa a tutto ciò, apre l'armadio per decidere cosa indossare e dalla pila di maglioni alla sua destra, ne cade uno che Angelica deve aver infilato a forza con gli altri quando gli ha rimesso a posto i vestiti, Massimo lo guarda, è il maglione di Sara, lo prende e lo osserva, poi lo avvicina al naso e inspira forte, infine scuote la testa, niente, nemmeno a pagarlo ci è rimasto su mezzo granello del suo profumo, in ogni caso decide di indossarlo, vorrebbe disfarsene ma cancellare l'unica cosa di lei che gli è rimasta sarebbe come cancellare la sua presenza nella propria vita e non gli va, così lo infila, scompigliando i capelli ora più brizzolati e corre in cucina, prima di trovare il caffè riversato interamente sui fornelli. Lo beve di corsa, scottandosi disastrosamente la lingua e afferra al volo il manuale di storia contemporanea che spiegherà alle nuove matricolare, quando dal centro delle pagine cade una fotografia che va ad infilarsi prontamente sotto il tavolo, Massimo la raccoglie distrattamente e quando legge la dedica sul retro si rende conto che di lei non gli è rimasto solo il maglione, gli occhi gli si velano di tristezza: "A Max, che come docente è un disastro, ma come uomo resta meraviglioso!". La gira ed eccoli lì, insieme. Il suo sorriso, divertito dal fatto che lui fosse contrario allo scatto. E i suoi occhi, grandi, verdi e bellissimi. Sara. Che gli ritorna in mente ogni volta con forza maggiore della precedente quando meno se lo aspetta. Sara. Che si infila tra i suoi pensieri ogni volta che si distrae, ogni volta che molla la presa sulla sua ostinazione a non rivolgerle nemmeno la ben che minima considerazione. Sara. Che lo ha condannato a vita a non dimenticarla mai. Massimo sospira e ripone la fotografia tra le pagine di un vecchio elenco telefonico gettato sotto il telefono fisso e poi si affretta a uscire di casa, ancora non lo sa, ma sulla strada che ogni mattina percorre per recarsi all'università, oggi lo aspetta una terribile sorpresa.
Sara sta lucidando il bancone del bar in cui lavora ormai da due anni, quando le squilla il cellulare infilato nella tasca posteriore dei jeans, si ferma e lo prende, sorridendo felice quando legge sul display che si tratta di Aurora, non la sente da un po', da quando è andata via l'ha vista solo qualche volta, quando è tornata a Roma per le feste, le manca Aurora, le manca Alessandro che ha avuto il coraggio di presentare ai suoi il suo primo fidanzato, le manca anche Daniele, qualche volta, anche se è a Torino e non lo vede da anni, di lui sa solo ( tramite Aurora) che adesso è fidanzato e che l'ha perdonata, da vero principe azzurro qual è, le manca quell'eterna adolescente di sua madre e il suo pseudo-fidanzato che poi si è rivelato una gran brava persona ma soprattutto le manca quella vita che avrebbe voluto vivere e che non si è mai concretizzata. Cercando di allontanare quel pensiero doloroso, risponde. "Pronto?" ma la voce di Aurora non è gioiosa e carica di pettegolezzi come al solito "Sara? Mi senti?" Sara incastra il cellulare tra l'orecchio e la spalla e afferra un bicchiere sporco di succo di frutta, cominciando a pulirlo "Sì, ti sento! Stai bene? Hai una voce!" Aurora soppesa le parole "Ascolta ti devo dire una cosa, una cosa che riguarda lui, lo so che mi hai proibito di parlartene e che da quando sei andata via non hai più voluto sapere nemmeno se lo avessi incontrato per sbaglio, ma non posso tacere su questo, ti prego, prometti di ascoltare!" Sara si acciglia, scocciata "Sì, va bene, che c'è? E' morto?" chiede ironica "Quasi..." sussurra Aurora e improvvisamente nel bar risuona il rumore agghiacciante di un vetro infranto, Sara sussulta e abbassa la testa, accorgendosi di aver lasciato cadere il bicchiere che le si è disintegrato ai piedi, dal retro arriva in tutta fretta il suo titolare che le chiede cosa sia successo ma Sara non recepisce più alcun messaggio esterno, nella testa le rimbalza solo la voce di Aurora che le dice di tornare a Roma con calma, se vuole, senza fare pazzie, ma lei non ascolta, sussurra solo uno stravolto "Arrivo!" poi riattacca, poggia lo strofinaccio che stava usando tra le mani del suo capo e balbetta un debole "Devo andare, scusa, mi farò perdonare!" poi corre fuori dal bar, pensando alla soluzione più veloce per riuscire ad essere a Roma entro sera.
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Le prigioni di Garibaldi.
RomanceMassimo è un professore universitario tutto d'un pezzo, che ama il suo lavoro e che il tempo ha un po' scolorito, tuttavia la sua vita non ha nulla da invidiare a quella degli altri, è normale ma sopratutto serena, sì, la serenità regna sovrana in c...