Flatmate.

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Mi svegliai qualche minuto prima che la sveglia suonasse, mi alzai dal letto e mi diressi in bagno sbadigliando. Tolsi la canotta nera, decisamente troppo grande per un corpo minuto come il mio, e gli slip che indossavo ed entrai nella doccia. Uscii cinque minuti dopo e mi avvolsi in un grande asciugamano bordeaux, mi lavai i denti, sistemai i capelli e mi truccai un po', poi uscii dal bagno ed andai a vestirmi; indossai dei jeans chiarissimi, un maglioncino color pesca e le mie amate converse bianche. Uscii dalla mia stanza e subito dopo vidi la porta accanto alla mia aprirsi di scatto ed un ragazzo confuso e senza maglia venire sbattuto fuori, risi.

«Non sorprenderti, lei è sempre così. Penso questo significhi che devi andartene, la porta è quella.» dissi indicandogliela.

Il ragazzo si spaventò, non mi aveva notata, poi si girò verso di me e sorrise.

«Non pensavo in casa ci fosse qualcun altro, soprattutto qualcuno di così bello.» disse avvicinandosi e porgendomi la mano «Sono Marc.» sorrise ancora, stavolta in modo seducente.

Ci stava provando con me dopo essere stato a letto con la mia coinquilina, nonché mia migliore amica?

«E io non sono interessata, la porta è quella.» ripetei indicandogliela di nuovo infastidita ed avvicinandomi alla poltrona, dove avevo poggiato la mia Louis Vuitton la sera prima.

Sentivo lo sguardo di quel tipo addosso e lo sentii muoversi, per andarsene credevo, ma quando si sedette sul mio divano di stoffa grigio scuro dovetti ricredermi. «Hai proprio un bel culo, sai?» sentii dire e potei giurare che avesse ancora quel sorriso idiota stampato in faccia anche senza guardarlo.

Sbuffai alzando gli occhi al cielo e dopo aver preso la mia borsa bussai alla porta della mia coinquilina «Quee, questo tipo non ha intenzione di andarsene, vieni a dirgli qualcosa prima che lo cacci di casa a calci.» gridai.

La porta si spalancò due secondi dopo e Queenie uscì con ancora le sue creepers nere in mano, si sedette sul divano affianco a quel Marc e le infilò. «Non romperle i coglioni ed esci, ciao.» disse sorridendogli innocente e dandogli un bacio sulla guancia.

Lui rise e si alzò indossando la maglietta che Queenie gli aveva porto. «Va bene, va bene. Ci vediamo Quee.» si giro verso la porta e sembrò in procinto di andarsene davvero, poi si girò verso di me «Ciao anche a te biondina.»

Alzai gli occhi al cielo e non riuscii a trattenere un verso di disgusto nei suoi confronti. Queenie era davvero bella, con i suoi occhi color acquamarina e i capelli lisci e bruni che le arrivavano a metà schiena, labbra piene e definite e naso all'insù, le importava poco di ciò che la gente pensava di lei, voleva solo divertisti e il suo divertimento più grande era portare a casa idioti patentati, ovviamente tutti erano bellissimi ragazzi ma privi di materia grigia.

Mai e poi mai sarei uscita con un ragazzo così, poteva essere anche il modello più gettonato del mondo ma se poi il suo cervello era delle stesse dimensioni di un'arachide allora aveva perso in partenza.

«Sono pronta, andiamo è tardi.» disse prendendo la sua borsa nera dall'appendiabiti all'ingresso.

La seguii già con la mia amata borsa in spalla ed uscii di casa chiamando l'ascensore mentre lei chiudeva la porta. Quando l'ascensore arrivò entrammo insieme e premetti il pulsante per il garage.

«Dovresti smetterla di andare a letto con chiunque ti capiti a tiro non t-» cercai di farle la ramanzina ma lei mi bloccò.

«È la mia vita, Scar, faccio quello che ritengo più adeguato.» disse e mi guardò seria come a dire "non apriamo questo discorso ancora".

«È solo che io mi preoccupo per te, lo sai che ti voglio bene e sai anche che questa cosa poi ti si ritorcerà contro.» esclamai stanca della sua tipica risposta meccanica. Fece per aprire bocca per ribattere ma la bloccai «Sai che ho ragione quindi non provare a contraddirmi.»

Non parlammo per i minuti successivi fino all'arrivo al garage. Quando uscimmo dall'ascensore controllai il mio orologio e camminai svelta verso la mia Range Rover Evoque bianca, Queenie mi seguì, eravamo tremendamente in ritardo.

Durante il tragitto cominciammo a cantare qualsiasi canzone passasse alla radio e quando passò Arabella degli Arctic Monkeys lanciammo un urletto eccitato, amavamo quel gruppo, io personalmente avevo tutti i loro CD sulla mensola in camera mia e anche i vinili di AM e di Suck It And See. Erano tremendamente non nel mio stile e totalmente nello stile di Queenie.

Abbastanza ironico che una ragazza di nome Queenie, che di fatto è un vezzeggiativo di Queen e che quindi significa reginetta, avesse uno stile indie e all'apparenza trasandato; mentre una ragazza di nome Scarlet, che significa scarlatto che è un aggettivo per definire un rosso intenso e accesso, avesse uno stile sempre delicato e poco appariscente, sempre troppo poco intenso.

Ma io e lei ci completavamo, non ci conoscevamo da tutta la vita, solo da tre mesi a dire il vero, però lei aveva ciò che a me mancava e viceversa, le volevo davvero bene.

Ciao a tutti, sono Asia e questa è la prima storia che pubblico su wattpad, ci tengo tantissimo e sono intenzionata a finirla e significherebbe davvero tanto se qualcuno la seguisse, anche due o tre persone, giuro, va benissimo, l'importante è che ci sia qualcuno a cui la mia storia interessi haha.

Questo primo capitolo è più che altro una presentazione discreta di quello che è il personaggio di Queenie la coinquilina/migliore amica della mia protagonista.

Ah, io immagino Scarlet come Daphne Groeneveld (quella nella gif).

E niente, tutto qua sennò diventa più lungo del capitolo stesso questo angolo autrice, ciao.

Asia. x

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