Saturday night.

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Quando entrai in casa mi diressi direttamente al divano, esausta.

L'università era cominciata da sei giorni e già mi aveva risucchiato tutte le energie, avevo bisogno di riposare.

Desiderai ardentemente che la camicietta celeste che indossavo si trasformasse magicamente in una felpa comoda, ma quando questo non accadde mi alzai sbuffando ed entrai nella mia stanza.

Sfilai le converse e i jeans posando entrambi nella mia cabina armadio e presi un pantalone di tuta grigio, tolsi anche la camicia sostituendola con una felpa nera dell'abercrombie e legai i capelli in una crocchia svogliatamente. Rimasi con i calzini e poi tornai in salotto sedendomi sul divano e proprio quando stavo per stendermi per fare un pisolino mi squillò il cellulare.

«Pronto?» risposi scocciata senza neppure controllare il nome.

«Sei a casa?» chiese subito la persona dall'altra parte.

«Dove altro potrei essere?» chiesi retorica.

«Puoi venirci a prendere, siamo al bar difronte all'università? La mia macchina non parte e non sappiamo come tornare.» mi ignorò.

«Con chi sei?» chiesi subito.

Ero stanca e non mi andava proprio di vedere estranei.

Ovviamente Queenie mi ignorò, come sempre, e chiuse la chiamata senza degnarmi di alcuna risposta.

Sbuffai alzandomi e andando a prendere le air max nere, misi il cellulare e le chiavi di casa e della macchina in tasca ed uscii, non mi andava proprio di cambiarmi ancora.

Quindici minuti dopo ero fuori dal bar e stavo aspettando che la mia migliore amica uscisse. Le feci uno squillo per avvisarla che ero fuori ed aspettai.

Queenie uscì cinque minuti dopo, seguita da Georgia e Nial.

«Stavi dormendo? Sei orrenda!» disse la persona più dolce del mondo appena entrò in auto facendo ridere i due piccioncini.

«Adorabile.» commentai ironica ricevendo un sorriso da parte di Queenie. «Dove devo portarvi?» chiesi.

«A casa nostra, stasera abbiamo ospiti.» rispose subito la mia coinquilina.

«Cosa?! Quando avevi intenzione di avvisarmi? Io volevo dormire!» piagnucolai.

«Potrai ugualmente dormire... stanotte.» sorrise sorniona.

L'avevo già detto che era odiosa?

Sbuffai e guidai fino a casa in silenzio, replicare sarebbe stato inutile, quando la mora si metteva in testa una cosa niente e nessuno poteva farle cambiare idea.

Parcheggiai la mia auto difronte all'entrata del grande grattacielo grigio e scesi, avviandomi poi verso l'entrata.

Entrammo tutti e quattro nell'ascensore e Georgia premette il tasto del quattordicesimo piano.

Ormai lei e Niall passavano quasi tutti i pomeriggi a casa nostra perché "è più divertente di quei noiosi dormitori in cui non si fa mai un cazzo" aveva detto il biondo.

Quando entrammo in casa io mi distesi sul comodissimo divano ad L che amavo più della mia stessa vita tirando le ginocchia al petto, mentre Niall lanciò il suo giubbotto nero sulla poltrona all'entrata per poi sedersi vicino a me.

«È sabato sera, come fai anche solo a pensare di poterlo passare a dormire? Non hai, che so, un ragazzo?» disse guardandomi con quei suoi occhi oceano.

«Prima cosa sono ancora - controllai il mio Rolex bianco - le cinque, quindi è ancora pomeriggio, seconda cosa, ti sembro il tipo di persona con un ragazzo? Mi offendi.» risposi guardandolo scioccata.

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