C.2. " Un Invito per LA"

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Quando aprí la porta della mia stanza mi trovai davanti Thomas con due piatti in mano e due boccali di birra, e un sorriso stampato in faccia.

Non mi ero accorto che fosse già l'ora di cena, fino a quando Thomas disse:
- Hey! Visto che non sei sceso a cena ho pensato di portarti qualcosa in camera... Tutto apposto? Posso entrare? -

Per un momento rimasi immobile, poi, lentamente, mi spostai e lo feci entrare.

Feci spazio sul tavolo in camera e ci sedemmo uno di fronte all'altro.

Presi un pezzo di carne e lo masticai, mentre Thomas bevve un sorso di birra.
-Allora Britt? Come sta? Tutto bene tra voi? da quando non vi vedete?-

Quasi mi strozzai per la sorpresa di questa domanda così ambigua. Tossì leggermente e mi schiarii la gola:

-Mhh... sì tutto bene, non la vedo da un po' di tempo esattamente; ci scriviamo, ma niente di più; ora è occupata con la serie, non mi chiedere il nome che ora non me lo ricordo. Ci sono alti e bassi tra noi...- cambiai discorso. -Tu con le ragazze? Qualche inglesina?- domandai facendogli l'occhiolino.

Lui scoppiò a ridere e disse:
-Potresti smettere di farmi queste domande? Non ti rispondo!-

Gli feci un broncio, uno di quelli che sapevo amasse e al quale non avrebbe resistito.
Lui mi tirò un calcio negli stinchi da sotto il tavolo.

-Ahi! Mi hai fatto male!- sbottai accarezzando la parte dolorante.
Thomas si mise a ridere e io gli urlai:

-La smetti di ridere per ogni cosa che dico?- Gli feci una smorfia e mi andai a sedere sul letto, continuando ad accarezzare la gamba. Thomas mi raggiunse, con un gesto spostò la mia mano, e mise la sua ed esclamò:

-Il piccino si è fatto la bua!- Gli sorrisi e mi lasciai cadere all' indietro, resistendo alle sensazioni che mi provocavano le sue carezze.

Proprio in quel momento vibrò il telefono nella mia tasca. Feci una finta per prenderlo, ma poi ci ripensai e chiesi a Thomas di passarmelo.

Thomas mise la mano nella mia tasca, tirò fuori il telefono e lesse il nome sul display.
I nostri occhi si incrociarono e non ci fu bisogno di parole.

Dalla sua espressione capii immediatamente chi era.
Il suo sorriso si era spento e, mentre prendevo il telefono, notai che stava cercando di guardare ovunque tranne che nella mia direzione. Peró non diedi peso alla cosa, misi il vivavoce e risposi:

-Ciao amore!- disse lei.
-Ciao Britt- risposi calmo.
-Come va lì? La camera dell' hotel è bella? Sei da solo o con Kaya?-
-No Kaya è con suo marito e suo figlio, io sono da solo in camera...- Appena Thomas sentì quella bugia alzò lo sguardo e mi guardò con un'espressione indecifrabile.

Britt disse qualcosa, ma io non la ascoltai, continuavo a guardare Thomas negli occhi.

Con la testa da tutt'altra parte dissi:
-Britt, Thomas passerà un po' di tempo con me a Los Angeles prima della promozione di The Death Cure.-

-Ah...mh si, okay.- rispose Britt freddamente.

Mi affrettai a chiudere la chiamata e mi girai verso Tommy.

-Perchè hai mentito?- mi chiese corrugando la fronte.
-Potresti smetterla di farmi queste domande?- lo imitai.

Thomas mi sorrise, uno di quei sorrisi che solo a me concedeva.
-Io non ti avevo mai detto che sarei venuto con te a Los Angeles!-

-Bene, se non vuoi venire puoi dirmelo!- gli risposi.

Lui allungò la mano per accarezzarmi la gamba, ma io la scostai e gli chiesi:
-Vuoi venire con me si o no?-

Lui ci pensò su e poi ruppe il silenzio dicendo:
-Dammi un buon motivo per venire...-

-Perchè ci sono io.- dissi come se fosse la cosa più ovvia.

-Mi sembra un buon motivo.- rispose e mi sfiorò la coscia con la mano.

Mi alzai dal letto e presi il telecomando della tv.
Appena la accesi esclamai: -Tommy! ci sei in tv!- riportando la sua attenzione su di me, gli feci posto vicino a me.

Dopo un'ora di risate ci addormentammo uno accanto all'altro.

* * * * * * * * * * *

Mi svegliai con il braccio di Thomas sul mio fianco. Mi girai delicatamente e lo guardai dormire. Sembrava così indifeso che provai un sacco di tenerezza mista a rabbia per chiunque avrebbe voluto ferirlo.

Stupito dalle mie stesse sensazioni, mi ripresi e cercai di svegliarlo senza successo, così per fargli uno scherzo, lo spinsi giù dal letto e lui cadde con un fragoroso rumore.

Vidi spuntare la sua testa e con occhi assonnati mi guardò, prese il cuscino e senza dire niente me lo lanciò in faccia.
Io, allora, presi l'altro cuscino e glielo lanciai. Partì così una guerra di cuscini.

Dopo un po' ci trovammo stesi sul letto, stanchi, sudati e a ridere.
Guardammo l'ora e notammo che era tardi.

-Vado a farmi la doccia- mi annunció Thomas.

-Okay, ma fra mezz'ora dobbiamo partire per l'aeroporto - gli ricordai.
Lui mi sorrise, prese la felpa ed uscì dalla camera.

Non capì il perchè avevamo preso due stanze separate, se poi alla fine abbiamo passato la notte insieme...

Dopo mezz'ora scesi nella holl.
Thomas era già lì ad aspettarmi. Andai da lui, gli misi una mano sulla spalla e lo invitai ad uscire dall' hotel.

Per tutta la durata del viaggio in taxi non aprimmo bocca, neanche per dire una qualsiasi stupidaggine.



21 marzo 2018

Friendship Can Be An Excuse  •DylmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora