C.6. "Seul, Sud Corea"

486 67 84
                                    

Mi lavai le mani e mi guardai allo specchio.
Che cosa avevo fatto?
Perché mi era venuto cosí spontaneo lasciarmi baciare da lui?

Ero confuso, in quel momento tutto quello che ero sicuro di volere era svanito.

Adoravo la mia amicizia con Thomas ma una parte di me voleva tornare indietro, a qualche mese prima.

Rivolevo qui momenti di spensieratezza in cui tutto era piú semplice e non implicava certe conseguenze.

Guardai fuori dalla finestra, mia sorella era ancora in macchina ad aspettare Thomas.

Aprii la finestrella e le gridai: - Vai pure. Thomas dormirá da me. Tanto per una notte sola non fa differenza. -

Mia sorella mi rispose con un ghigno malizioso e mise in moto l'automobile. -Divertitevi!-

Uscii dal bagno e mi diressi verso il salotto dove trovai Thomas intento a fissare il vuoto seduto sul divano.

-Sta notte dormi ancora da me. Domani dovremo partire molto presto per Seul, quindi cerca di dormire un po'- gli dissi con tono freddo e distaccato.

Lui mi guardò e annuì. Percepivo un forte imbarazzo tra noi due come se si fosse creata una voragine gigantesca tra noi. Molto probabilmente era vero. Era come se dopo il bacio fossimo diventati perfetti sconosciuti.

In effetti mi sembrava di non conoscerlo più bene.

Venni risvegliato dai miei pensieri. Thomas si era alzato dal divano, e andó a prendere un pacchetto di patatine e si diresse verso la stanza degli ospiti.

Salendo le scale mi bisbiglió un "Grazie" con la speranza che io non lo sentissi.

Poi si chiuse la porta alle spalle.

Non potevo trattarlo così. Lui era ancora il mio migliore amico, nonostante tutto. Non mi sembrava giusto. Chiusi gli occhi e sospirai. Da domani sarei tornato a trattarlo come una volta, dimenticando ciò che era successo.

* * * * * * * * * * * * * * ** * * * * * * * * * 

All'aeroporto trovammo diversi fan pronti ad aspettarci, ne salutammo alcuni e dopo di che seguimmo diverse guardie, le quali ci condussero ad un pullman.

-Dov'è Ki Hong?- domandò Thomas all'uscita. L'autista lo guardò senza capire cosa dicesse. Gli posai una mano sulla spalla e lo spronai ad andare avanti, verso i primi due sedili. 

-Ki Hong probabilmente è in hotel.-  ringraziai l'uomo e mi sedetti di fianco a Thomas.

-Le valigie...dove sono le valigie?- domandò agitandosi sul sedile alla partenza del pullman. -Oddio santo!- esclamai - Calmati! Abbiamo tutto, ci pensano le guardie alle nostre cose. Tranquillo Tommy.- gli appoggiai una mano sulla gamba che continuava a traballare.
All'improvviso la gamba di Thomas si fermò e lui si girò a guardarmi. 

Mi fece un sorriso sforzato e appoggiò la sua mano sulla mia. Una cosa semplice e banale ma che mi provocò migliaia di brividi ed emozioni a cui non volevo dare retta. Cercai di rompere il silenzio imbarazzante che si era creato tra noi, ma non mi venne niente in mente. Per fortuna Thomas si. 

-Mmh...- biasicciò.- Questo è strano hahah.- arrossì e si affrettò a ritrarre la mano per accarezzarsi i capelli.
Era molto imbarazzato.

Sorrisi. - Non è così male.- dissi.

Allungai la mia mano e ripresi la sua, lui corrugó la fronte non capendo le mie intenzioni.

Gli feci l'occhiolino. -che rimanga tra noi- le appoggiai sulla mia coscia e tenni la sua stretta per tutto il viaggio.

Nessuno di noi due si azzardó a muoversi o a dire qualcosa, guardammo da parti differenti e ci godemmo il viaggio.

* * * * * * * * * * *

Arrivammo davanti all'hotel, dove c'era Ki Hong ad attenderci davanti alla porta.

-Visto, te l'avevo detto!-esclamai scendendo con Thomas dal pullman ed andando a salutare Ki Hong. 

-Cosa avete fatto da soli a Los Angeles, piccioncini?- ci chiese con tono malizioso.

- Niente - rispondemmo in coro arrossendo.

-Dovremmo entrare- esordí Thomas cambiando immediatamente argomento, Ki con un ghigno, prese la sua valigia e noi facendo altrettanto entrammo in hotel.

Entrai nella mia stanza e mi buttai sul letto, proprio in quel momento suonó il telefono, lo presi dalla tasca e risposi.

-Dylan?!- rispose Britt con un tono scontroso e preoccupato.

-Cosa è successo?- le chiesi dolcemente.

- Ti ho scritto di chiamarmi appena saresti sceso dall'aereo. Ma non ho ricevuto nessuna telefonata!-

La mano di Thomas sulla mia gamba e il suo sguardo mi avevano fatto dimenticare tutto, persino di chiamare la mia fidanzata. Cavoli!

- Avevo il telefono scarico.- mentii spudoratamente.

-Okay, ma fa che non capiti più. Mi sono preoccupata moltissimo- mi rispose con tono più dolce.

-Si, non capiterà più - mi affrettai a chiudere la telefonata poiché dovevo raggiungere Ki Hong e Thomas a cena.

Scesi nella hall dove trovai Ki ad aspettarmi.
-Dov'è Thomas?- mi chiese.

- Non lo so. Perché dovrei saperlo?- gli risposi stizzito.

- Non lo so. Pensavo foste in camera insieme.- si giustificó lui -Come è successo l'ultima volta...-.

Negai con la testa ma diventai leggermente rosso. Ki Hong si era accorto che Thomas non era tornato nella sua stanza la sera in cui eravamo in un hotel in Canada.

-Tutto a posto?- mi chiese con tono malizioso.

-Si Si!- risposi quando Thomas ci raggiunse.
Uscimmo insieme dall'hotel e salimmo sul taxi che ci scortó fino al ristorante.

- Ho una fame da lupi!- esclamò Thomas aprendo la porta.

* * * * * * * * * * * * *

Dopo mezz'ora arrivarono i piatti ed iniziammo a mangiare.

Mentre ero intento a prendere la birra, allungai il piedi e per sbaglio colpii la gamba di Thomas. Lui sussultó e Ki Hong si affrettó a chiedergli cosa avesse. Lui fece spallucce ma rivolse lo sguardo verso di me.

Per farmi perdonare gli accarezzai la gamba con il mio piede, lui mi sorrise imbarazzato e cambiò discorso.

La cena finí in fretta e ritornammo altrettanto presto al hotel.
Ki Hong si fermò a salutare qualche fan e ci diede appuntamento all'indomani.

Thomas era molto stanco, allora, mi salutó e fece per andare nella sua camera, ma io lo fermai.

-Buonanotte Tommy.-
-Buonanotte Dyl.- mi rispose con un sorriso.

Appena entrato in stanza mi squilló il telefono, era Britt.

La ignorai, non avevo voglia di rispondere. Ero troppo stanco e confuso. Speravo che stasera tutto si sarebbe messo a posto. Speravo di accorgermi che tra me e Thomas era tutto normale, una semplice grande amicizia. Ma non successe.

Tutti i contatti fisici tra me e lui erano spontanei e sempre più frequenti.

Avevo sempre voglia di vederlo e di parlargli, ma non capivo il perché tutto si faceva molto, anzi troppo, complicato.

Cercavo sempre di non pensarci troppo, ma non ci riuscivo.  Mi alzai e andai alla finestra per distrarmi un po'.

Lo spettacolo era impagabile. Tutte quelle migliaia di luci rendevano la città molto più viva.

Per un po' riuscii a non pensare a niente. Niente più vita da attore. Niente Julia. Niente Britt. Niente Thomas.

Non saprei dire, con esattezza, quanto tempo rimasi lì ma appena iniziai a percepire la stanchezza mi gettai sul letto, e mi addormentai.

Friendship Can Be An Excuse  •DylmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora