C.13. "Una mezza verità"

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Tutto fu molto bello ma allo stesso tempo stancante a Londra, eppure mi aspettava l'ultima notte da passare lì e poi dirigermi a Parigi, penultima tappa.

Avevo cercato di parlare con Thomas nei giorni a venire ma mi ignorava o se mi calcolava rispondeva in modo freddo.

Kaya per di più cercava di aiutarmi a fare pace con lui, per qualcosa che non sapevo neanche di aver fatto.

-Thomas! É basta con sto muso!- esclamó lei stringendolo in un abbraccio.

Lui non disse una parola la prese dal braccio e la portó sú.

Feci per sedermi sul divano ma la mia voglia di sapere cosa gli stava raccontando il mio amico alla ragazza mi fece venire voglia di andare ad origliare.

Piano piano, in punta di piedi, sapendo che il pavimento faceva parecchio rumore mi avvicinai alla porta socchiusa della stanza di Thomas.

Mi appoggia al muro e sentii:

-Kaya tu non capisci...- stava dicendo lui.

-Capire cosa? Perché lo stai ignorando così? Lo ignori perché ha una fidanzata?-

-No!- esclamò lui, e la sua voce si fece dura e paccata. - Non lo ignoro per questo... Ma per quello che mi ha fatto credere e per quello che invece da a vedere...-

- E quindi? Cosa ti da a vedere? Che è felice con te?- domandò lei evidentemente non capendo.

Sentii Thomas andare verso le bottiglie ed afferrare una. Erano quei super alcolici che avevo trovato al mio risveglio un po' di giorni fa, ne io e ne Thomas avevamo preso la briga di buttarle, per non parlare della sua stanza.

-Queste. Queste se l'è bevute con me. Ma lui se l'è finita quasi una intera!-

-E allora?- Kaya prese a camminare per la stanza.

-Kaya... abbiamo bevuto in questa stanza...-

- La cosa si fa interessante!- rise lei evidentemente euforica dalla notizia,la sentii inicitarlo a parlare.

-Era così ubriaco da dire cose senza senso da...-prese a balbettare come  suo solito quando era nervoso. Sorrisi.

-È salito sopra di me- riprese lui.
D'un tratto il mio sorriso si spense e mi sentii diventare rosso.

-Gli ho detto di andare a dormire, era troppo ubriaco...rideva, e mi accarezzava il ciuffo, la guancia... e senza distogliere lo sguardo dai miei occhi si è avvicinato a me. Ho provato a dirgli di non essere Britt, l'ho respinto, ma lui mi continuava a dire che lo sapeva...era più forte di me e così non sono riuscito a respingerlo... mi bació, ma non un semplice bacio...era molto intenso, mi mordeva il labbro...-

-Thomas...- bisbiglió Kaya ma lui continuò a parlare con voce tremante.

Più lui andava avanti più mi sentivo mancare i piedi.

-Dopo il bacio si è tolto la maglia. Poi prese a giocare con la mia sorridendo, poi la strappò violentemente e sussurró il mio nome... Lui sapeva perfettamente che fossi io. Poi prese quasi a torturami con baci e morsi sul petto e io mi ero lasciato andare, non cercavo più di respingerlo ma quando lo guardai negli occhi capì che era molto ubriaco e che non aveva controllo...- prese a respirare forte.

Non riuscivo a restare in piedi però volevo sentire, volevo sapere perché c'è l'aveva con me. Piano piano mi lasciai scivolare lungo il muro e mi sedetti a terra, cercando di non fare rumore.

- Lo supplicai, ma lui mi ignoró e riprese a baciarmi: fronte, guancia, naso,collo ed infine labbra. Sapeva muoversi perfettamente e io non sapevo cosa fare, come fermarlo...ma quando le sue mani scesero sulla mia cintura mi ribaciò, ma io gli dissi di smetterla, gli ricordai che era fidanzato. Lui mi guardava con occhi innocenti così lo spinsi via e quando lui mi richiamó avrei voluto fermarmi e stare lì con lui...ma me ne andai.-

-Presumo abbia usato la sua voce sensuale e il Tommy...- bisbiglió Kaya. - Non è colpa tua Thomas, hai fatto una cosa giusta anche se io fossi stata in te non mi sarei fermata...o almeno sarei andata avanti...e sai bene il perché. È perché l'hai trovato con Britt? Vero.-

- In parte.-rispose lui.

-Ascolta non ti incazzare, ma il nostro caro Dylan è proprio qui dietro la porta che sta origliando.

-Cazzo!- esclamai cercando di alzarmi silenziosamente ma falii.

-Dyl, entra. Avete molto di cui parlare.-esclamò Kaya.

Mordendomi la mano spinsi la porta ed entrai.

Kaya era seduta vicino a Thomas sul letto che mi guardava con occhi dolci, mentre lui era semplicemente spaventato.

- Io devo andare... È tardi, dovrei dormire un po'- la ragazza si diresse verso la porta ma poi ci guardó.
-Dormite anche voi!- ci raccomandò facendoci un sorrisetto malizioso.

Aspettai che se ne andó e lo guardai.
-Perché non me l'hai detto?- domandai.

Lui chiuse gli occhi. -Avresti reagito da isterico.-

-In questo momento sto reagendo da isterico?!- esclamai.

Thomas alzò gli occhi e mi guardò. -Si. Lo stai facendo.- si alzò. - Non voglio parlarne.-
Fece per oltrepassarmi ma io lo bloccai.

-Thomas tu...- iniziai ma lui mi anticipó.

-No, no Dylan. Non ti voglio sentire ora.- rispose dopo di che mi diede una spallata e fece per proseguire la sua camminata.

La mia mano scattò in avanti e afferró quella del ragazzo.

Lo guardai negli occhi per un breve secondo e capii quanto era dispiaciuto e imbarazzato.

- Thomas... non volevo.- dissi piano cercando di sorridergli.

- Non c'è ne bisogno Dylan, davvero è stato un incidente, eri ubriaco e io non sapevo come fermarti...ora perfavore lasciami andare.- disse lui cercando di liberarsi.

-Dimmi la verità solo.- continuai io stringendolo forte.

-Se te la dico mi lasci andare a dormire?- esclamò lui guardandomi da sotto il lungo ciuffo biondo.

-Si.- risposi secco.

Cercai le parole adatte per chiederglielo, ma più ci pensavo più mi sembrava di non trovarle cosí glielo chiesi direttamente.

-Tommy sei gay?-

Il suo viso sbiancó per un breve secondo, si liberò dalla mia presa mettendoci più forza e poi si mise a ridere.

Si voltò e si avviò verso la porta.
-Rispondimi!-

Mi lanciò uno sguardo atroce e capii quanto si era arrabbiato.

Con quel sorriso finto stampato sulle labbra mi disse solo:

-Che mi dici di te?


Friendship Can Be An Excuse  •DylmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora