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«La ringrazio», feci un veloce inchino verso l'uomo in segno di rispetto e mi leccai le labbra che nel frattempo diventarono secche

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«La ringrazio», feci un veloce inchino verso l'uomo in segno di rispetto e mi leccai le labbra che nel frattempo diventarono secche.
L'uomo sorrise, osservai gli occhi marroni splendere alla mia vista e mi resi conto di quanto io ero importante per lui, nonostante nulla ci collegava.
Così erano certe situazioni al mondo, alle tue spalle, doveva pur esserci qualcuno che ti ammirava da lontano, a tua insaputa.
Osservai per l'ultima volta il padre di Lorenzo e voltai le spalle, uscendo dalla dimora sconosciuta. Quando vidi il ragazzo, dagli stessi occhi marroni dell'uomo, sorrisi e fece anche lui così, a sua volta.
Mise un braccio alle mie spalle ed entrambi scendemmo silenziosamente gli scalini della casa, lasciandoci alle spalle ciò che era successo in quei due mesi.
Entrambi ci fermammo nel vedere delle bancarelle e gente, tra cui bambini che giocavano per strada e ridevano insieme a quei finti Babbo Natale che portavano lo spirito natalizio che stava iniziando. Io e Lorenzo ci guardammo per qualche secondo e potei in quei pochi momenti sentire la triste melodia che accompagnava entrambi.
Gli accarezzai delicatamente la mano e gliel'afferrai, portandolo lontano dalle bancarelle.
«Dove vuoi andare?», mi chiese, mentre trascinavo sia me che lui verso una meta sconosciuta.
«Lontano, molto lontano», improvvisamente lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi e appena Lorenzo se ne accorse, si allarmò subito, fermandomi. Ci guardammo di nuovo negli occhi, i miei lucidi, mentre osservavo il viso dettagliato di mio fratello.

«Sai già cosa penso...», disse lentamente e con il labbro inferiore tremante, come se avesse paura di ferirmi. Eppure entrambi, eravamo feriti.
Non potevamo amarci.
Non esisteva nessuno amore che oltrepassava l'amore fraterno tra di noi.
Entrambi sapevamo che era sbagliato, ma era come se i nostri cuori fossero in qualche modo collegati.
Nessuna storia aveva una fine, come la nostra. Non potevamo sapere cosa sarebbe accaduto in futuro, se tutto questo sarebbe prima o poi venuto a galla, io e lui che ci facevamo l'amore dietro la porta dei nostri genitori, entrambi ricoperti di peccati che non riuscivamo a pulire dai nostri corpi uniti.

Fu nel momento in cui una ragazza si avvicinò a Lorenzo, che lasciai la sua mano e m'incamminai da sola per la mia strada, ignorando la sua voce urlare il mio nome.
Non aveva neanche deciso di seguirmi, sapevo sarebbe rimasto a parlare con quella ragazza, che tante volte avevamo incontrato e tante volte avevo notato come il suo sguardo tagliava il mio cuore e come il suo sguardo lanciava segnali a Lorenzo.

Mi sentii incompleta, mentre le mie mani che tirai fuori dalle tasche iniziarono a gelare dal freddo, mi fermai davanti al marciapiede, una luce per poco mi accecò e il suono di un clacson fu l'unica cosa che riuscii a sentire.
Poi il buio.














«Allora, cosa ne pensi?», fa il ragazzo di fronte a me, sorridendo a trentadue denti. Sono talmente presa dal suo racconto che non ho neanche realizzato l'orario; l'ufficio deve essere chiuso.
Annuisco lentamente, «Non mi convince», rispondo lentamente, cercando di riformulare nella mia mente ciò che il mio collega di lavoro ha appena letto dal suo manoscritto.
«A me piace. È semplice», fa spallucce e io annuisco di nuovo.
«D'accordo. Possiamo usare il manoscritto», rispondo e sbadiglio, ritornando al mio posto; Egli sorride, ritornando a sistemare gli appunti, i libri e penne sparsi per tutta la sua scrivania.

Egli è uno dei miei colleghi di lavoro che mi affascina di più. Ha un carattere diverso rispetto agli altri, tutti lo etichettano come un tipo strano o semplicemente bipolare, eppure ha comunque tanti amici, ha solo un modo diverso di pensare, che lo distingue da tutti, ma nessuno lo nota.

Lo guardo attentamente, mentre sento il cuore battere lentamente nel mio petto.
Lorenzo Ostuni.

Il ragazzo di cui mi sono innamorata sin dalle medie.

Lorenzo Ostuni ha scritto una storia dedicata a me.

Sapeva che m'ero innamorata.



Fine.







+ spazio autrice +
ho così tanto da spiegare per questa storia e di tutto quello che c'è dietro ma preferisco lasciar a voi pensare o lasciarvi nel vuoto, incompleti o senza una risposta giusta riguardo al finale e a tutto.
mi ha fatto molto piacere scrivere questa storia e spero che -per chi legge le mie storie da tanto- abbiate notato quanto sto cercando di fare del mio meglio a migliorare il mio modo di scrivere.
grazie di cuore.

❝STILL GOT TIME.❞ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora