La volta in cui Levi estrasse la spada nella roccia

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* Cowt8, Week 6
* Prompt: Medieval AU, Missione 6
* parole: 3682



Levi uscì dal bordello, cercando con lo sguardo il proprio nobile destriero. Al solito, il cavallo era sparito.

«Scusate» sollevò una mano, richiamando l'attenzione di un giovane garzone «Avete visto un equino dal manto creolo e...»

«Ma mangia come parli, pezzente!» fu la sola risposta che ottenne.

Accidenti! Erano tempi bui, quelli... tanto più che nei bassifondi del feudo c'era sempre qualcuno pronto a scroccare i destrieri altrui. Doveva smetterla di andare a cercare suo zio alla casa chiusa, in effetti. Perché si ostinava, ancora non lo sapeva...

O forse sì. Kenny Ackerman era il sovrano di quelle terre. Un signore tanto potente da possedere campi, magioni, boschi e colline. Oltre, ovviamente, ad uno splendido castello che sorgeva nel centro della proprietà.
In qualità di vassallo reale, Kenny aveva accesso a qualunque privilegio: poteva cacciare sulle terre del re, poteva circuire dame e prostitute in egual misura – cosa che gli riusciva sempre splendidamente – riscuotere pesanti tasse ed uccidere contadini insolventi – altra cosa in cui eccelleva.

Al contrario, Levi non possedeva nulla di tutto ciò: in qualità di unico parente del signor Ackerman, di cui era sfortunatamente nipote, era il diretto successore e unico erede di quella fortuna. Peccato che Kenny non avesse alcuna intenzione di cedergliela: dopo essere scampato a quattro epidemie di peste, due di colera ed un vago accenno di tifo, Kenny Ackerman con i suoi sessantacinque anni era il vassallo più longevo di tutto il reame. Levi si era dovuto accontentare di fargli da scudiero.

«Come mi piacerebbe avere uno scudiero degno di questo nome!» gli aveva detto una volta suo zio «Un ragazzo alto, prestante, capace e di bell'aspetto. Non una specie di rospo deforme con la faccia sempre incazzata.»
«Potete cambiarmi quando vi pare, zio. Purché mi corrispondiate la giusta rendita per i miei servigi.» aveva replicato, ma per tutta risposta, Kenny gli aveva lanciato dietro un battipanni chiodato:
«Ecco quello che avrai, sciagurato! Ora vedi di impegnarti o ti do in pasto al mio amato coccodrillo Bucefalo. E poi... dove lo trovo un altro scudiero che lavora gratis?»
Dopo quel triste episodio, il giovane nipote non aveva più osato sollevare questioni.

Levi sbuffò, incamminandosi lungo le strette vie della periferia. Il castello distava una abbondante mezz'ora a cavallo. A piedi ci voleva almeno il triplo del tempo. Cacciò fuori il pollice, pensieroso: Kenny si sarebbe sicuramente indispettito, al vederlo tornare senza nobile destriero! Era il terzo che gli rubavano negli ultimi trenta giorni.

«Cerco un passaggio.» cantilenò, osservando i carretti che sfrecciavano lungo la strada sconnessa «Un passaggio per il castello. Date un passaggio ad uno sventurato scudiero...»

Alla fine, una carrozza si fermò giusto accanto a lui. Ne fu sorpreso: era la prima volta che il carrostop funzionava! Si sporse ad osservare la figura che, da oltre lo sportello, lo stava invitando a salire. Si trattava di un uomo di mezza età, dal volto porcino e l'addome prominente. Mal celava un sorriso infido sotto i baffetti a spazzola.

«Salite, prego. Siete diretto da Messer Kenny?» la voce era viscida e sgradevole.

«Sì.» Levi si arrampicò sul predellino, sgusciando poi dentro la carrozza. Si accomodò sul largo sedile rivestito di velluto rosso «Sono suo nipote. Voi chi siete?»

Un inchino e di nuovo quel sogghigno serpentino:
«Sono Rod Reiss, per servirvi.»

«Oh, mh... splendido. Che ci fate da queste parti?»

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