Capitolo 11

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GABRIELE

Questa è una realtà alternativa, ne sono sicuro. Non c'è veramente lei seduta di fronte a me, con quegli occhi così espressivi e vulnerabili che mi guardano come se volessero perforarmi.
La serata ha preso una piega inaspettata, volevo solo offrirle un caffè per liberarmi definitivamente di quest'ossessione che mi perseguita da settimane. Le mie intenzioni iniziali sono andate a fanculo, non credo che riuscirò a tornare più indietro. Questa donna si è impossessata della mia mente e del mio corpo. È tutta la sera che la guardo, che l'ammiro, che studio i suoi movimenti, per non parlare della sua bocca. Non faccio altro che immaginarla intorno al mio cazzo, così carnosa e sexy. Non credevo fosse possibile stare ore con un'erezione costante, perché è questo il mio stato attuale. Se non mi libero al più presto di questa tensione potrei scoppiare.
Forse c'è ancora una speranza per me, forse questa mia ossessione mi lascerà dopo averla avuta nel mio letto. Ma cosa vado a pensare.. nel mio letto? Non porto MAI le donne che mi scopo nel mio letto, è sempre a casa loro o in albergo. Mi rendo conto che la mia situazione è più grave del previsto. Non mi sono mai sentito così, così consumato da una donna, neanche con la mia ex moglie. Beatrice mi libera da tutto, dalle tensioni, dai pensieri, da me, dal mio me post divorzio, è come se fossi un altro uomo con lei. Devo ancora capire se sono a mio agio con questo Gabriele. È una persona che potrebbe piacermi? Potrei vivere meglio con questo me che sono quando lei è vicina?
Dopo il divorzio sono diventato cinico, distante e ho perso la fiducia nell'amore. Alessia mi ha distrutto, mi ha schiacciato e buttato via senza pensarci troppo dopo dieci anni di matrimonio. Ho promesso a me stesso che non sarei stato di nuovo vittima dell'amore, delle grinfie di una donna, la mia vita sarebbe stata di nuovo mia. E così è stato negli ultimi sei anni.
Ma mi piace veramente l'uomo che sono diventato? Posso cambiare? Posso tornare ad essere il vecchio Gabriele, quello che credeva nei sentimenti, nel rispetto reciproco? La risposta ancora non la conosco, quello che so è che non voglio rinunciare alla donna seduta di fronte a me. Questa è la mia occasione per capire chi dovrò scegliere di essere: il vecchio me o Gabriele il cinico? Devo frenare questi pensieri, devo vivere il momento, adesso lei è qui, ci stiamo conoscendo. È attratta da me e questo è un vantaggio, ma non posso trattarla come tutte le altre donne che ho frequentato, lei è un'altra storia, lei è ad un altro livello.
Non so come siamo arrivati a parlare di arte, mi sta raccontando di un viaggio di lavoro a Milano fatto mesi fa. È un piacere ascoltare la sua voce, così profonda e sincera."Dopo due giorni di lavoro e riunioni infinite, io e il mio capo ci siamo regalati un giro alla Pinacoteca di Brera. Lui è un collezionista di arte e pittore nel tempo libero. È stato come avere una guida personale". L'idea di lei con un altro uomo in una situazione così intima mi fa ribollire il sangue nelle vene, ne parla così entusiasticamente. Che tipo sarà il suo capo? È uno di quei uomini che si approfitta delle giovani impiegate con promesse di avere una carriera facile? "Sembri molto presa da questa esperienza. La compagnia evidentemente ha reso il viaggio ancora più interssante". Mi pento delle mie parole nel momento stesso in cui escono dalla mia bocca. Sono uno stronzo lo so, ma non sopporto l'idea di lei con un altro che la faccia ridere e che la corteggia come merita. Sono SOLO IO quell'uomo! Gabriele il cavernicolo, sono patetico ma non posso farci niente.
La guardo mortificato, questa sera ho fatto fin troppe cazzate e se decidesse di tornare a casa la capirei. Mi guarda quasi divertita, forse non è arrabbiata. "La visita alla Pinacoteca è stato l'unico momento interessante del viaggio. Non so se ti capita mai di viaggiare per lavoro, ma per quanto tu possa amare il tuo lavoro, non è mai come un viaggio di piacere". Sono un idiota, un idiota! "Si hai ragione, i viaggi di lavoro non sono mai divertenti". Sto sparando una cazzata dopo l'altra, sembro un adolescente al primo appuntamento. Ricomponiti Gabriele, così la farai scappare. Vuoi perdere l'occasione di sapere come ci si sente ad averla? Cazzo NO!
"Stimo molto il mio capo, è una persona molto intelligente e sa vivere le proprie idee con coraggio ed orgoglio in questo mondo così freddo e calcolatore". Non capisco cosa voglia dire, capisco solo che ha molta stima per quest'uomo e la cosa non mi piace affatto. "È strano sentire parlare del proprio capo come hai appena fatto tu". Studio con attenzione il suo viso, forse ho capito male io fin dall'inizio, forse non le interesso affatto, magari è innamorata del suo capo visto che ne parla così bene. Non credo di riuscire a rimanere qui seduto davanti a lei mentre mi parla, ammirata, di un altro uomo. Questo è il segnale che aspettavo, è la mia occasione per togliermela dalla testa. Sono stato un cretino, mi sono fatto trasportare dal desiderio e dal mistero di lei, e guarda dove tutto ciò mi ha portato, a sentirmi dire che forse ama un altro. Meglio così, non è troppo tardi per tornare indietro.
Guardo l'orologio, le 21.40, faccio ancora in tempo a farmi un giro a La Buca e trovare qualche donna disponibile per alleggerire la tensione accumulata in queste settimane. Faccio per parlare ma Beatrice mi anticipa. "Hai ragione sai Lele". Ecco di nuovo quel suo nomignolo detto con una voce così sensuale che mi fa perdere la testa. "È strano parlare del proprio capo in questo modo, ma io gli devo il mio lavoro, senza di lui sarei una segretaria qualunque sfruttata e sotto pagata". Rimango in silenzio, aspetto le sue prossime parole. "Mi sono laureata in lingue a 22 anni, ho fatto un paio di esperienze in Inghilterra e in Francia per perfezionare la lingua. Ho anche vissuto a Zurigo per sei mesi, ma poi ho sentito la necessità di tornare a casa, mi sono detta: ho acquisito abbastanza esperienza nel mondo lavorativo, non avrò molte difficoltà a trovare un lavoro. Quanto mi sbagliavo Lele, non sai quanto". Ha uno sguardo così triste, vorrei dirle qualcosa di confortante, ma sento che ha il bisogno di tirare tutto fuori allora continuo a guardarla negli occhi. "Appena tornata in Italia ho fatto molti colloqui, ma tutti mi chiudevano la porta in faccia, le parole erano sempre le stesse: non ha abbastanza esperienza nel lavoro di ufficio, è troppo giovane, ha un'ottima conoscenza della lingua ma non ha l'esperienza che cerchiamo. Insomma, una catastrofe. Ero così amareggiata e delusa, ero decisa a tornare in Inghilterra, ma poi un'amica di mia madre mi fa sapere di un'azienda che cerca un'assistente commerciale. Ho detto a me stessa che sarebbe stata l'ultima volta, non avrei sopportato altre delusioni". La sento sospirare profondamente, sono completamente preso da lei in questo momento, è come se ci fossimo solo io e lei in questo ristorante e la sua voce è l'unica cosa che mi tiene ancorato. "Il mio capo, Franco, mi ha dato un'occasione, la possibilita di crescere e credere in me stessa. Si è fidato e io gli sarò per sempre grata".
Ha gli occhi lucidi e qui, in questo preciso istante, capisco che stronzo sono stato a pensare certe cose su di lei, a pensare che tutto ciò fosse stato solo una perdita di tempo. "Mi dispiace molto che hai avuto queste esperienze negative. Il tuo capo sembra davvero un bel tipo". "Si lo è, è una grande persona, lo stimo moltissimo. Non ha mai nascosto, ne a me ne all'azienda, di essere omosessuale, non si nasconde per quello che è".
Tutta la rabbia accumulata in questi ultimi momenti scompare, lei non è innamorata del suo capo..è gay cazzo! La partita è ancora aperta e io ho tutte le intenzioni di vincere.
Mi alzo dalla sedia, non voglio più stare qui, ho il bisogno di stare solo con lei, fuori dove nessuno ci conosce. "Andiamo tesoro, andiamo via di qua". Allungo la mano verso di lei, la prende, la stringo forte, ci incamminiamo verso l'uscita, faccio un cenno al mio amico Lucio e solo quando siamo fuori nell'aria della notte mi rendo conto di averla chiamata tesoro. Non me ne frega un accidente!
Camminiamo sul lungomare, in silenzio, la sua mano ancora nella mia, ho un brivido che mi corre per tutto il corpo. "Mi dicevi della tua visita alla Pinacoteca prima. Io non ci sono mai stato, dimmi cosa ti è piaciuto di più". Mi giro verso di lei, la vedo sorridere "Beh, è stato tutto bellissimo, ma la cosa che mi è piaciuta di più è stato il quadro di Francesco Hayez, Il Bacio. È stato emozionante, il modo in cui lui le tiene la testa, con un gesto così dolce e possessivo allo stesso tempo. Lo sfiorare delle labbra, un bacio dato e non dato, e la mano di lei sulla sua spalla come a sorreggersi dalla forza di questo bacio". Mi fermo, immobile sul marciapiede, devo guardarla negli occhi, devo consumarmi dalla vista di lei. Ha le guance rosse, è adorabile. "Forse mi sono fatta trasportare dall'immagine del quadro, ovviamente non sono una critica d'arte, ho solo espresso le emozioni che mi ha scatenato". Sorrido perché è dolcissima. "Non devi giustigicarti, è stata una spiegazione reale e sincera. Conosco il quadro, mia madre ha una copia incorniciata nella sua stanza, è il suo quadro preferito". Non è una bugia per entrare nelle sue grazie, è la verità! "Davvero? È anche uno dei miei quadri preferiti, ne ho una copia anch'io in soggiorno".
Non ho bisogno di altro, basta con le parole, basta con i giri mentali. Mi avvicino verso di lei, il suo respiro si fa più profondo, non abbandona il mio sguardo, mi perdo dentro i suoi occhi. Porto una mano alla base della sua testa e l'altra sul suo fianco, l'avvicino a me e la sento sussultare. Non posso più aspettare, avvicino le labbra alle sue e un'ondata di calore pervade il mio corpo. La disperazione di avere di più, di intensificare le sensazioni che sto provando diventa insopportabile. Le sue labbra sembrano fatte per me, SOLO PER ME. Apro la bocca, tocco le sue labbra con la punta della mia lingua, lei mi accetta aprendo la sua, ed in quel momento il paradiso e l'inferno si scontrano. Il bacio diventa sempre più passionale, ho fame di lei, la divoro, la mordo, lei segue il mio ritmo, ha fame quanto me, porta le sue mani nei miei capelli e comincia a massaggiarmi nervosamente. La mia erezione lotta per essere liberata dalla prigione dei pantaloni, ma non le do importanza. Quello che conta siamo IO e LEI, in questo momento, sotto le stelle e la brezza di mare che ci avvolge.
Il destino ha portato questa donna meravigliosa nel mio ufficio ed io farò di tutto per non lasciarla andare. Dopo questo bacio LEI È MIA!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 16, 2018 ⏰

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