GABRIELE
"Qualsiasi cosa per lei"? Ma cosa mi dice il cervello?! Sto perdendo il controllo e non mi piace perdere il controllo, per me è tutto. Quando ero in missione in Kuwait il controllo era l'unica cosa che mi aiutava ad andare avanti in quel caos. Senza controllo non sarei mai sopravvissuto al deserto, alle morti dei miei uomini, al senso di colpa per non essere riuscito a salvarli. Lo so che non è colpa mia, è stata la guerra ad ucciderli, ma erano i miei uomini, sotto il mio comando, e non ho potuto fare niente.
Cerco di allontanare i pensieri del passato e concentrarmi sul presente. Da quanto ho conosciuto Beatrice la mia vita sembra essere uscita fuori dai binari, il controllo che necessito per affrontare il lavoro, per affrontare la vita sembra sempre più lontano, come portato via da un vento inaspettato. Ed è così che è entrata nella mia mente, inaspettatamente. Ricordo ancora il momento che ho alzato la testa dai miei documenti quella sera di Gennaio. Appena l'ho vista il respiro si è bloccato, la percezione del tempo è svanita ed ho visto quel viso che mi ha completamente disarmato. Ecco, da quel momento, il mio cazzo di controllo è andato a fanculo. Non riesco a smettere di pensare a lei, ai suoi occhi, al modo in cui gesticola quando è nervosa o a come alza il sopracciglio sinistro per contestarti. Ho notato tutte queste piccole cose che magari un'altra persona noterebbe soltanto dopo averla conosciuta meglio. Io no, il mio lavoro si basa anche su queste piccole cose, notare dettagli che gli altri non noterebbero al primo impatto.
Le sto mandando segnali contrastanti e me ne rendo conto, ma sono confuso, ci sono momenti che mi viene voglia di andare da lei, bussare alla sua porta e scoparmela come se non ci fosse un domani. Altri momenti invece che mi domando "Ma cosa ti viene in mente? Hai 40 anni, hai un lavoro che impegna tutte le tue giornate, hai bandito qualsiasi relazione sentimentale con le donne. Lei è giovane, ha tutta la vita davanti, cosa se ne farebbe di un tipo come te? Col bagaglio emotivo che ti porti sulle spalle?". Ma forse ho qualche speranza, forse potrei imbarcarmi in questa follia, forse una volta soddisfatta la voglia che ho di lei tornerò ad essere me stesso, tornerò al mio dannato controllo e non essere vittima di queste emozioni che non sono più mie. No! Quella parte di me è morta cinque anni fa, non lascerò più che i sentimenti siano parte della mia vita, non mi fregheranno un'altra volta.
Il flusso dei miei pensieri è interrotto dal telefono, alzo la cornetta "Commissario De Carlo". "E' così che si risponde a tua madre? Dov'è finita l'educazione che ti ho insegnato?". Merda! Mia madre, ci voleva solo lei in questo momento. Adoro mia madre, è la donna più buona e sincera che conosca, ma in questo momento non ho voglia di sentirmi dire Ma quando troverai una donna da amare? Quando mi regalerai dei nipotini? Non sei più tanto giovane sai? Cerco di mantenere la calma e risolvere la situazione "Buongiorno ma', si scusa, ero soprappensiero. Ho mille cose per la testa. Perdonami." La sento respirare dall'altra parte del telefono "Tutto ok tesoro? Problemi al lavoro? Non stai bene forse? Devo venire da te a preparati qualcosa di buono da mangiare? Continui a mangiare quei cibi preparati?". Ecco, ci risiamo, a quarantanni devo ancora sentirmi dire certe cose, ma lascio correre, lo so che lo fa in buona fede, sono il suo unico figlio rimasto. Avevo una sorella maggiore, Lucilla, ma a quindici anni un ubriaco del cazzo l'ha investita mentre era in bicicletta. Gli anni successivi sono stati orribili, difficili, strazianti. Mia madre è entrata in depressione e sembrava non volesse tornare più dal buco nero nel quale era finita. Per fortuna con l'amore di mio padre è riuscita a tornare in vita. Da allora si è aggrappata a me con tutta se stessa, sempre con la paura che qualcosa potesse succedermi da un momento all'altro. La vita che ho scelto non ha sicuramente diminuito la sua paura, l'ha alimentata, ma il fatto è che ho scelto questa professione proprio per quello che è successo a mia sorella. La mia missione è quella di prendere le persone che fanno del male alla gente innocente e fargliela pagare. "No mamma, non ho nessun malanno e non devi preoccuparti della mia alimentazione." "Mmm, non so se mi hai convinto. Comunque..se non è questo cos'è allora? Conosco il mio bambino e capisco subito quando qualcosa non va". Bambino? Ho quarantanni cavolo! "Mamma, non chiamarmi bambino, ti ricordo che ho quarantanni e.." Vengo subito interrotto "Per me sarai sempre il mio bambino. Allora, dì alla mamma cosa è successo? Non sarà mica quella lì vero? Si è fatta viva? Cos'altro vuole?". Il mio umore si fa ancora più cupo, non l'ha chiamata per nome, ma so benissimo a chi si riferisce. Solo il pensiero di lei mi fa venire da vomitare. Cerco di mantenere la calma, lo faccio per mia madre, glielo devo "No, non preoccuparti, per me lei è morta e sepolta lo sai." "Mi stai facendo preoccupare, e non dire che esagero". Devo inventarmi qualcosa altrimenti non mollerà mai la presa, devo tagliare questa telefonata, ho mille cose da fare e la mia mente deve essere libera. "Stai esagerando, ho solo delle noie al lavoro, tutto qua". E' la prima cosa che mi è venuta in mente, cosa dovrei dirle? Che sto perdendo la testa per una donna di dieci anni più giovane di me? No! Assolutamente NO! Sarebbe l'inizio della fine, comincerebbe a progettare il mio matrimonio. "Ok, va bene tesoro, allora ti lascio al tuo lavoro. Domenica vieni a pranzo? Tuo padre ti aspetta". Mio padre è un uomo onorevole e onesto, non ho mai conosciuto una persona come lui, è il mio modello di riferimento. E' un pediatra in pensione ma fa il volontario per per un ente che assiste i bambini disagiati. Lo ammiro e spero che un giorno diventerò la metà di quello che è lui. "Si ci sarò". "Perfetto, cucinerò le tue cose preferite". Ho già l'acquolina in bocca. Ci salutiamo, metto via il telefono e guardo le carte davanti a me, sarà meglio mettersi al lavoro.
Dopo un intero pomeriggio immerso nelle scartoffie decido di andare a casa, ho bisogno di una corsetta, di una doccia e poi del letto, sono stravolto. Sto per lasciare la questura quanto incontro l'agente Gavioli. "Buonasera Commissario, sta andando via?". "Si, per oggi ho finito. Hai bisogno?". Ti prego dì di no, non ne posso più di questa giornata, ma quando finisce? Poi, così all'improvviso, sono spazzato via dal terreno solo sentendo il suo nome. "Sono stato da Mancini per ritirare delle pratiche, tra cui quella della Signorina Franchini che devo spedire al Pubblico Ministero. Volevo chiederle se ha bisogno di visionarle ancora oppure posso procedere?". Rimango lì in silenzio, sospeso tra i mie pensieri, i pensieri di lei, della sua voce così calda e profonda. Cazzo! Mi sto eccitando solo pensando a lei, devo contenere le mie emozioni altrimenti la mia erezione sarà visibile a tutti. "No, puoi spedirla, quella pratica è chiusa per noi". CHIUSA! Esatto! La parola giusta, devo ficcarmelo nella testa prima di perdere la ragione. "Ok Commissario. Il Sig. Mancini era al telefono con lei mentre ero lì, andrà domani a ritirare la macchina". Lo guardo e non mi piace ciò che vedo, un sorrisetto che è tutto un programma. Ma che ha in mente questo qui? "Perchè quella faccia Gavioli? Cosa c'è di divertente?". Gavioli è un ottimo agente, ma è un donnaiolo di prima categoria e spesso si lascia andare in commenti non consoni riguardo le sue conquiste. "Pensavo di farmi un giretto in officina domani, così magari ho l'occasione di incontrarla e invitarla a prendere qualcosa da bere. L'ha vista Commissario? Wow, capo, tutte quelle forme farebbero perdere la testa a chiunque". Rosso, vedo rosso, ho voglia di prenderlo per la gola e fargli rimangiare le sue parole. Ma come si permette? Come? Sto parlando con idiota affetto da dipendenza sessuale, cosa posso aspettarmi da uno così? Io non sono migliore di lui, i miei pensieri sono andati ben oltre le curve del suo corpo. "Gavioli, non ti sembra di uscire fuori dai binari? Il tuo lavoro è ben altro, non quello di correre dietro le vittime che assistiamo". Ho i nervi a fior di pelle e si vede perchè cerca di ricomporsi "Scusi Commissario, non volevo essere irrispettoso". Ecco, bravo, torna sui tuoi passi, non puoi averla capito? Non puoi perchè lei è già MIA!
COSA??????? Appena il pensiero mi passa nella mente corro via dalla questura più forte che posso. Sono nella merda, devo risolvere questa situazione, devo tornare in possesso della mia sanità mentale perchè l'ho persa da qualche parte. Non posso permettere di nuovo che una donna controlli i miei pensieri. Più convinto che mai salgo in macchina e mi dirigo verso La Buca, un locale dove vado spesso con i miei amici. Si rimorchia facilmente ed è proprio quello di cui ho bisogno stasera, togliermela dalla testa scopando un'altra donna. Si, è proprio quello che mi ci vuole. Sono sempre più convinto che la guarigione è vicina.
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Con un soffio di vento
RomanceBeatrice (Bea per gli amici) ha 29 anni,occhi grigi,capelli castani,forme al punto giusto,un lavoro che ama,degli amici di cui non potrebbe fare a meno e crede che l'amore vero esista ancora..nascosto da qualche parte. Gabriele è un commissario di p...