Chapter 2

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Come primo giorno non è andata male. Ho fatto presentare i ragazzi, ho fatto cantare qualcuno di loro giusto per conoscerli, e abbiamo parlato delle loro ambizioni e dei loro progetti.

E' l'ora di pranzo, finisco di mettere a posto le sedie e poi vado a mangiare qualcosa con i miei amici.

Do le spalle alla porta, e ad un certo punto sento un rumore. Mi voltò di scatto e vedo una ragazza inciampare goffamente in una sedia. E' biondissima, ha un grande fiocco nero tra i capelli e porta degli shorts azzurri.

-Sc... scusa... credo di aver dimenticato la giacca qui in aula.-

Ah si, l'avevo trovata poco prima che entrasse e l'avevo appesa all'attaccapanni posto proprio vicino alla porta. La ragazza allungò timidamente la mano vero il giacchetto nero e si voltò per salutarmi.

Ha degli occhi enormi, azzurri.

Sembrano il mare.

Anzi no, il cielo.

Sorride, un po' intimorita.

-Scusa ancora. A domani!-

-Ciao...- ebbi un attimo di incertezza. Non riuscivo proprio a ricordare il suo nome.

-Perrie. Perrie Edwards.-

-Ah si. Ciao, Perrie.-

Io e i ragazzi decidiamo di andare al McDonald, mangiare un panino al volo e andare al lago a prendere il sole.

Arrivati al Mc, ordiniamo e prendiamo posto.

-Allora, com'è andata ragazzi?- chiese Louis curioso. -A me benissimo. Mi sono capitate delle piccole pesti, probabilmente i classici bambini a cui le mamme impongono di studiare pianoforte, ma è stato forte. Ci siamo divertiti! Voi?-

Tutti iniziano a raccontare più o meno com'è andata: Liam insegna pianoforte ai ragazzi più grandi, e a detta sua sono davvero talentuosi e vogliosi di imparare; Niall insegna chitarra, e i ragazzini della sua classe sono tutti tranquilli e pendevano letteralmente dalle sue labbra; Harry insegna canto come me, ma ai bambini più piccoli, e quelli capitati a lui sono tutt'altro che tranquilli!

-A me è andata piuttosto bene. I ragazzi della mia classe sono tutti motivati. Alcuni più esibizionisti di altri. Alcune davvero insopportabili! Un paio di ragazze però hanno proprio una bella voce.-

Ingurgitato anche l'ultimo boccone, ci dirigemmo verso il lago.

Arrivati, stendiamo i teli sulle rive del lago e con molto piacere notiamo che c'è davvero poca gente. Solo un gruppo di ragazzine non troppo lontane da noi.

Vedo Liam salutarle e fare loro segno di avvicinarsi.

-Ragazzi, vi dispiace se mia sorella e le sue amiche stanno un po' con noi?- tutti sorridiamo al nostro amico, e rispondiamo quasi in coro che non c'era nessun problema.

Ruth, la sorella più piccola di Liam, ci saluta e le sue amiche sistemano i loro teli vicino a noi.

Notai tra loro un viso conosciuto. Oltre quello di Ruth, ovviamente.

Era la ragazza che era tornata in aula prima della chiusura.

Com'è che si chiamava? Già, Perrie.

Mi saluta timidamente, com'era accaduto poche ore prima, e quando tutti andarono a fare il bagno, noto che lei rimane distesa sul suo telo, poco distante dal mio.

Mi accendo una sigaretta e noto che fissa incuriosita i tatuaggi scuri che mi macchiano petto e braccia.

-Come mai tu non vai a fare il bagno?- Mi viene da ridere nel vederla sobbalzare mentre pronuncio quella frase.

-Non mi piace molto l'acqua, preferisco prendere il sole. E tu?-

-Si, è lo stesso anche per me.- Ovviamente, non potevo dirle che non so nuotare. -Allora, che te n'è sembrato della lezione di oggi?-

-E' stato forte.-

-Però se non mi sbaglio, tu non hai cantato. Come mai?- Ora che ci penso, ricordo che stamattina era seduta in fondo all'aula e non ha aperto bocca per tutta la durata della lezione.

Mi racconta un po' la sua storia: le piace ballare, studia danza fin da piccola ma sua madre l'ha convinta a prendere lezioni di canto perché, a detta sua, ha la voce di un angelo. Conosce i Payne fin da quando era piccola, lei e Ruth sono inseparabili fin dall'asilo.

-Quindi hai 17 anni anche tu, come Ruth?-

-Si... e tu?- si legge l'imbarazzo nei suoi occhi. Eppure, a 17 anni, ricordo che le ragazze che frequentavo erano molto più sfacciate.

-Io 21. Comunque preparati, perchè ti farò cantare molto presto!- Devo ammettere che un po' mi piace vedere quella ragazzina arrossire ad ogni mia parola.

E allo stesso tempo, mi incuriosisce parecchio.

Vengo distratto da un messaggio: è Carrie, ha finito di lavorare e mi chiede di tornare a casa.

E per quanto mi incuriosisca quella ragazzina, non posso di certo far aspettare la mia donna.

-Era la mia ragazza. Devo andare. Puoi dirlo tu ai ragazzi quando escono dall'acqua? Ci vediamo domani. Ciao biondina!-

Sembra quasi delusa mentre prendo le mie cose e si limita a salutarmi facendo un cenno con la mano mentre con l'altra sposta una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

-Dai racconta, hanno sbavato le ragazzine?- Siamo sul divano. Carrie è a cavalcioni su di me e sussurra queste parole mentre mi bacia e mi morde il collo.

-No, tutto sommato è andata bene. Non sono male.-

-Non è che ora mi trascurerai per il tuo lavoro, vero?-

-Ma sei matta? Non succederà mai.-

Mai, ovvio!

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Eccomi qui tornata con un nuovo capitolo per chi non mi conoscesse io sono Agata ho 15 vengo da Roma. Sono ancora agli inizi ho iniziato a pubblicare storie, non mie ma di amici, da poco. Quindi ancora ho poche persone che mi seguono, mi farebbe piacere averne molte di più.

Dovrò riuscire a far aumentare le visualizzazioni.

Adesso smetto di parlare perché non so cosa dire e ci vediamo nel prossimo capitolo

Ps. Non sono molto brava con le parole

A presto agata

INSEGNANTE DI CANTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora