Diana

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Tutto bianco, nella mia mente appaiono una lunga serie di immagini scomposte.

Flash Back

Sono di nuovo seduto al bancone dello squallido bar vicino casa. E' uno dei più vecchi del Cheshire, sono certo che nei bagni ci sia piscia che stagna dagli anni quaranta!

Il bancone su cui sto per metà stravaccato ha sicuramente assistito ad un numero incomprensibile di ubriachi, prostitute, risse e chi più ne ha più ne metta.

E' in legno, lungo come tutta la parete frontale del pub e ricco di scritte, incise con spille, coltelli a serramanico e monetine. Si possono persino riconoscere nomi assurdi, come Cirius o Royd.

L'uomo più vicino a me dista tre sgabelli, è un vecchio ubriacone ed è arrivato quando ero alla terza birra circa. Ora non so nemmeno a che cifra sono arrivato, probabilmente alla diciottesima, ma il peggio è che i ricordi non si cancellano dalla memoria!

Lei è ancora lì, sdraiata senza vita sul ciglio della strada, in un'enorme pozza di sangue. I suoi meravigliosi occhi azzurri sono ancora spalancati e lucidi come di consueto, ma al momento giacciono senza quel loro tipico bagliore di vitalità.

Non c'è più.

Ora è nel cimitero di Holmes Chappel, sotto quattro metri di terra, accanto ai suoi genitori. Ed io invece sono qui, a piangermi addosso per averla persa, quando sarei potuto essere io al suo posto. Se non le avessi chiesto di accompagnare Gemma lei sarebbe ancora qui!

Ma ovviamente non ho il coraggio di raggiungerla. Basterebbe qualche birra in più ed una comunissima pasticca di antidepressivi, oppure una semplice corda legata alle travi del soffitto, o come un emerito codardo una pallottola in mezzo alla fronte. Poi il nulla, solo il buio, ma per lo meno troverei pace e forse in una possibilità remota potremmo essere di nuovo una cosa sola.

Io e la mia amata Diana.

Decido infine di uscire da quella topaia.

Tiro gomitate in ogni direzione, evito i saluti di qualche prostituta e gli ubriaconi che litigano. Finalmente sono fuori.

Mi incammino a passo veloce, sempre che la mia camminata scomposta si possa definire spedita.

Mi fermo all'incrocio e aspetto di attraversare.

Mentre attendo il momento adatto mi guardo intorno e a terra noto una grossa pozza violacea.

Mi inginocchio davanti per vedere meglio, e l'unica cosa che riesco a scorgere è il mio riflesso distorto e di colore viola. In un primo momento non riesco a riconoscermi, poi metto a fuoco.

Per mia sfortuna perdo l'equilibrio e ci finisco con la faccia dentro. Non riesco ad alzarmi o a fare nient'altro, solo scuotere le braccia come un forsennato.

Ma è tutto inutile. Sto annegando.

Si, proprio così, quella strana pozza viola mi sta risucchiando al suo interno.

Non riesco a respirare, mi manca l'aria e non riesco a nuotare, neanche a muovermi di un millimetro.

Mi si chiudono gli occhi e mi lascio trasportare. Forse morirò, chi lo sa... ma forse è un bene, un peso in meno per l'umanità.

Il lato positivo è che potrei ritrovarmi con lei in un posto migliore.

Fine Flash Back

Se ti dicessi che sono uno zombie, mi crederesti?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora