Don't Forget Where You Belong

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Continuo a guardare la ragazza addormentata che stringe la mia mano.
Liam è passato da un po' a togliermi la sacca di sangue e a farmi una visita, nella quale ha constatato che è andato tutto bene, ma dovrò continuare quella "ricarica" fino a quando ce ne sarà bisogno.
Allungo un braccio verso Emily e gli scosto una ciocca di capelli. È così bella.
Ad un certo punto apre piano gli occhi e, appena capisce dove si trova, sorride. Uno di quei sorrisi veri, non come quando si muovono soltanto i muscoli facciali, ma quando sorridono anche gli occhi.
Avrei voluto baciarla per sentire il sapore di quella felicità.

<< Harry...stai bene? >>

<< Si, Em. È andato tutto bene. >>

Le rispondo, mentendole in parte. In realtà ho dei dolori fortissimi al petto, come se qualcuno a ogni battito del cuore mi desse una pugnalata.
Ad un certo punto sento una pressione delicata sulle mie labbra e sul mio petto e, con un gemito di stupore e dolore, constato che Emily mi sta baciando.
Rimango con le labbra sulle sue, fino a quando la porta sbatte e sull'uscio troviamo Louis. Ci stacchiamo di colpo, sorpresi e colpevoli.
Ha la faccia un po' sconvolta e la voce rotta quando dice che Emily deve salire e parlare con Zayn, in salotto.
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EMILY'S POV

Mi alzo dalla sedia, rossa in viso ed evitando lo sguardo di Louis. Distratta, inciampo in uno scalino e metto le mani in avanti per proteggermi dalla caduta. Non faccio in tempo ad arrivare a terra che qualcuno mi tira su. O meglio, qualcosa: è stato il potere di Louis. Ha il dono della levitazione, cosa non molto utile in battaglia, dato che riesce a sollevare solo piccoli oggetti o persone, ma ci sta lavorando.
Gli sorrido, ringraziandolo mentalmente. Lui si gira e torna da Harry.
-
Zayn è seduto sul divano e, quando mi vede, mi fa cenno di seguirlo.
Prendiamo l'ascensore e l'atmosfera che c'è all'interno è tesa, ricca di tensione.
Arriviamo al seminterrato e lui smuove la libreria, che in realtà è una porta, abbassando un libro. Tipico da film horror, come piaceva al padre di Niall.
Percorriamo il lungo corridoio, e ad un certo punto capisco: stiamo andando nella Stanza del Re.
In genere il capo del clan porta un membro all'interno per parlargli e, nella maggior parte dei casi, per sbatterlo fuori.
La cosa che mi lascia più perplessa è che non ho fatto niente di male, né per disonorare il clan o altro.
Sono un po' preoccupata.
Alla fine del corridoio mi ritrovo davanti a due porte di legno, nella quale sono intagliate delle figure, che probabilmente ritraggono una guerra.
Riesco a distinguere soltanto dei grossi cani, probabilmente licantropi, e Medusa che urla.
Zayn spalanca le porte tramite delle maniglie in ottone e lo scenario che mi ritrovo davanti è stupefacente.
Non ho mai visto questa stanza (non ne ho mai avuto il motivo) e ci entro a bocca aperta.
La cosa che mi colpisce di più sono i tre troni -uno più in alto, gli altri due ai lati più in basso- in fondo alla lunga stanza, grande probabilmente quanto tutta la casa.
Anche l'altezza mi colpisce molto: i soffitti sono altissimi, di almeno una decina di metri, e i muri sono tutti in pietra, con delle torce con del fuoco vero appese.
Per tutta la lunghezza della stanza ci sono delle colonne, anch'esse in pietra, che delimitano un passaggio verso i troni. Un tappeto rosso è disteso lungo tutto questo spazio, come a indicare un percorso lungo la morte, perchè uscire dal clan sta a dire morte certa.
Rimasta ferma sulla porta, noto che Zayn sta camminando verso la fine della stanza, quindi faccio una corsetta per raggiungerlo.
Arrivata al centro, mi fa un cenno, come dire "stai ferma qua" e va a sedersi sul trono.

<< Ovviamente sai perchè sei qui. >>

Per fortuna c'era l'eco, altrimenti a quella distanza non avrei capito niente, dato che Zayn ha un tono di voce molto basso.

<< Beh, in realtà no. Non ne ho la più pallida idea. >>

<< Cosa c'è tra te e lo zombie? >>

<< Cos'è, sei geloso? >>

Dico, in tono di sfida. Lui, però continua il suo discorso:

<< Non puoi frequentarlo. È uno zombie. Potrebbe ucciderti. >>

<< Eddai, lo sai che è diverso dagli altri. >>

<< NON MI INTERESSA! CON IL TUO COMPORTAMENTO STAI METTENDO A RISCHIO L'INCOLUMITÀ DELL'INTERA SQUADRA! >>

Lo guardo un po' stupita. Non l'ho mai visto urlare. Lui si schiarisce la voce e riprende:

<< Hai violato molte regole dei Grandi, lo sai? Tra cui quello di non avere relazioni con altri membri della squadra.
Se cinquanta civili e Harry fossero in pericolo e tu potresti salvare soltanto uno di loro, chi sceglieresti? >>

Non voglio dare una risposta e nemmeno pensarci. Ho paura di quello che potrei fare. Decido di riprendere quel mio tono da sbruffona: mi aiuta a proteggermi e proteggere i miei sentimenti.

<< Quindi? Cosa vuoi che faccia? Sei davvero un rompipalle. >>

E, con sguardo freddo e impassibile, mi risponde soltanto:

<< Non devi più frequentare lo zombie. >>

Se ti dicessi che sono uno zombie, mi crederesti?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora