12. Medicamenti

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Mi aiuta ad alzarmi e usciamo da scuola.

Lo guardo e lui fa lo stesso.
Ci avviamo verso casa mia ed entriamo.

Mi fa distendere sul divano in pelle posandomi delicatamente su di esso. Mi giro di lato sia per vederlo meglio che per alleviare un po' il dolore che persiste allo stomaco.

"Hai una valigetta del pronto soccorso in casa?" chiede gentilmente.
"Si, è nel mobiletto del bagno" così lui si allontana alla ricerca di essa.

Ritorna pochi minuti dopo e aprendo la valigetta si avvicina al divano sul quale sto mezza morta per il dolore che mi sta mangiando da dentro.

Prende un gel per le botte e mi guarda. "Riesci a metterlo da sola?"
Scuoto la testa in segno di negazione.
Victor si avvicina e mi fa alzare la maglia fino a vedere tutta la zona arrossata. "Deve fare parecchio male. Giuro che se metto le mani su quei bastardi li faccio a pezzi", lo guardo incuriosita "Victor tranquillo. Passerà".

Apre il tappo della crema e ne preme il tubetto facendo uscire la sostanza gelatinosa per spalmarla un po' sulle dita. Poi guarda i muscoli un po' scolpiti sul mio addome.
Passa le dita sulla pelle liscia della mia pancia facendomi trasalire dal freddo gel che sta spalmando delicatamente. "Ti sto facendo male?" chiede preoccupato "No tranquillo, è solo che è fredda".
Sorride gentilmente "ti farà stare meglio" continua a spalmare la crema fino quando tutta la zone arrossata è stata coperta.

"Ti metto una fascia in modo che la maglia non si appiccichi alla crema e te la tiri via" dice facendomi sedere e avvolgendomi la pancia con la fascia.

Mi abbasso l'indumento e mi appoggio allo schienale del divano.
Lo invito a sedersi battendo la mano vicino a me. Lui si siede affianco a me.
"Veramente ti hanno solo tirato una ginocchiata?" "si. Perché sei così sospettoso?" "A terra c'era una cintura Jenny." "sei arrivato in tempo" abbasso lo sguardo ma lui mi mette due dita sotto il mento e mi costringe a guardarlo negli occhi "spero tu non mi stia mentendo" io scuoto la testa.

Anche se mi hanno appeso contro un muro per il colletto, lanciato a terra, minacciato di prestarmi, spintonato, buttato contro un altro muro, non voglio far preoccupare Victor.

Mi fa stendere per farmi riposare, io lo prendo per la maglia quando si sta per alzare dal divano "Per favore Victor, resta qui con me".

Mi guarda con uno sguardo addolcito e mi accarezza i capelli. Non riesco a tenere gli occhi aperti per il piacere immenso che mi provoca quel innocuo gesto.

Si sdraia accanto a me e cercando di non farmi male mi stringe a se.
Nascondo la testa nell'incavo del suo collo. "Grazie Vic" "di nulla principessa"

Poi I miei occhi si fanno pesanti e chiudo le palpebre cadendo in un sonno profondo.

Mi sveglio e appena apro gli occhi vedo due favolosi occhi ambrati che mi guardano.
Mugolo qualcosa sotto lo sguardo del ragazzo.
"ti sei svegliata finalmente" mi sorride.
"Da quanto tempi sei sveglio?" lo guardo imbarazzata. "Bah. Qualche minuto tranquilla. Va meglio lo stomaco?".

Muovo appena le gambe e trattengo un gemito di dolore. "Poco. Aspetta... MA CHE ORE SONO? SIAMO IN RITARDO PER LA SCUOLA" alzo la voce arrivando ad urlare mentre Victor mi guarda sghignazzando. "Non vai da nessuna parte in questo stato" "ma se salto troppe ore mi abbassano la media" "ti aiuterò ad alzarla io allora".

"Non vai agli allenamenti oggi?" "Mh solo se tu stai meglio." "Io sto benissimo"

"se hai del latte ti preparo la colazione" "sisi cambia discorso dai" "sono serio Jenny" mi guarda calmo e si alza dal divano andando a cercare le cose per preparare la colazione.

Sbuffo e cerco di mettermi a sedere.
Appena Victor mi vede si avvicina a me e mi spinge nuovamente a sdraiarmi. Siccome è più forte di me non riesco a resistere.
"Stai sdraiata" mi sgrida.
"Ma Victor. Io voglio alzarmi. Sto molto bene oggi"
Lui mi guarda.

"Non fare troppi sforzi" mi aiuta a sedermi "altrimenti mi arrabbio sul serio"
Annuisco e lui inizia a preparare la colazione.
"Vai ad allenamento o no?" chiedo io.
"Da quando ti importa dell'allenamento?" mi guarda
"A me non importa. Voglio solo sapere"
"Mh si ci andrò. Ma tu stai a casa"
"È solo una bottarella all'addome Vic, sto molto meglio

Non sembra molto convinto.
"Per favore" provo a dire con voce triste mentre guardo a terra.

"va bene va bene. Ma tu starai in panchina e scordatelo di ribattere."
Sbuffo "Okok ho capito"

Facciamo colazione chiaccherando un po' del più e del meno.

*salto temporale (qualche oretta)*

"Ma mi avevi detto che potevo venire anch'io" piagnucolo contrariata "questa cosa è ingiusta".
"Lo faccio per il tuo bene. Devi riposare"
"Per favore Victor"
"No. Resti a casa. Che tu lo voglia o no."
"Ma è casa mia e faccio quello che mi pare e piace" incrocio le braccia.

Victor mi guarda "Ok allora facciamo così..."

Insegnami ad amare // Victor Blade    [completata] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora