Chapter 3-Under the light of the moon.

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Mio padre mi ha domandato più volte perché non volessi andare con lui a Vinovo quella mattina.

La verità era che non c'era un motivo preciso, ma erano svariati e confusi nella mia mente: l'idea di rincontrare Paulo dopo tutto quello che era successo e che gli avevo sentito dire ad Antonella, mi angosciava da una parte e mi infondeva adrenalina dall'altra.

Perché adrenalina?
Veramente non lo sapevo neanch'io; mi ero fidata di lui e lasciata confortare, era riuscito ad oltre passare le difese che ero stata tanto tempo ad innalzare.

Deve pur significare qualcosa, continuava a suggerire il mio subconscio che da un angolo del mio cervello, assisteva alla mia vita con popcorn e bibite gassate, neanche stesse assistendo ad un film girato dal migliore dei registi.

Tralasciando tutto questo, ieri mi era sembrato di capire che la ragazza dietro al bancone del bar, avesse bisogno di personale.

Lei aveva bisogno di aiuto per gestire il locale, io di soldi: poteva esserci compromesso migliore?

Sono le nove quando scendo in cucina a fare colazione, mio padre è già uscito da forse mezz'ora e mi sembra di aver capito che anche Nadia abbia lasciato l'abitazione poco dopo di lui con la piccola Lucy.

Di Antonella non so niente, ieri è tornata a casa come una furia e sono stata felice di non essermela trovata davanti, altrimenti, la sua furia si sarebbe abbattuta su di me senza dubbio.

Inutile l'intervento dei soccorsi (mio padre e Nadia), sembrava impazzita; ha cominciato a blaterale cose completamente a caso, con minacce di morte ben udibili.

Non so se siano state lanciate anche a me, ma se fossi Paulo, starei a distanza di sicurezza dalla sua ragazza per almeno due settimane.

Lo metti sempre in mezzo.

Smettila di provocarmi coscienza del cazzo che mi ritrovo.

Ho semplicemente espresso un consiglio dopo tutto.

Trovo delle fette biscottate dentro un contenitore su un mobile bianco, a fianco a loro della marmellata ai frutti di bosco.

Prendo il coltello e comincio a spalmare quella goduria; avrei preferito della Nutella, ma non avevo voglia di mettermi a cercarla, per poi magari non trovarla.

-Ah sei ancora qui-, come si fa ad avere una voce così acida già di prima mattina?

Anzi la vera domanda è, come Antonella faccia ad essere così nevrotica ventiquattro ore su ventiquattro.

A mio parere, ha questo bel caratterino anche nei sogni.

Io al posto suo, non ce la farei a vivere in questo modo, insomma trattare male chiunque capiti sulla tua strada deve causare un grande stress mentale.

-Madre de dios-, esclamo irritata; questa ragazza ha il potere di apparire dal nulla, senza far alcun rumore.

Flessuosa e leggera come una farfalla; peccato che loro abbiamo una vita breve, invece questa ragazza è ancora qui a rompermi i coglioni.

E pensare che la conosco da meno di cinque giorni.

-Buongiorno anche a te-, dico poi sarcastica, avvicinando alla labbra la mia colazione.

-Buongiorno un corno.
Aspetto visite, sbrigati ad uscire-, la guardo bene; ha gli occhi rossi ed il mascara sbavato.

Deve aver pianto.

Lo sguardo preoccupato e cupo, le sopracciglia aggrottate, nella sua voce non c'è malignità ma disperazione.

Si siede di fronte a me e assapora una brioche; la tazza di cappuccino ancora fumante: probabilmente Nadia l'avrà lasciata per la figlia prima di uscire.

Ciento ochenta y cuatro días para amarla. |Paulo Dybala|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora