16 stelline♥️Sento le sue braccia circondarmi ed a causa del mio istinto 'materno', che prevale su tutti gli altri, ricambio il gesto, avvolgendola e accarezzandole la schiena, ancora scossa dalla sua rivelazione.
Continua a singhiozzare, come se fosse l'unica cosa possibile per lei al momento: non riesce a fermarsi, lo capisco dal modo cruento in cui le sue lacrime mi bagnano la spalla senza sosta.
Non mi sono mai trovata in una situazione del genere, non so cosa fare, mi affido al mio istinto.
Le accarezzo i capelli lunghi che le scendono sulle spalle, tremanti a causa degli spasmi che la trapassano violentemente.
Quando finalmente si è calmata, quel poco che basta, per farla scostare, le ripropongo il bicchiere d'acqua abbandonato poco prima sul tavolo.
-Perché l'hai detto proprio a me?
Insomma, tu mi odi-, le dico, arrivando dritta al punto.Non riesco a concepire come mai si sia confidata con me e non con una delle sue amiche con la voce da papera che le scorrazzano intorno ogni due minuti.
Insomma, poi come mai ha voluto precisare quale secondo lei sia l'entità del padre del bambino/a?
Troppe domande e nessuna risposta, vista la scarsa quantità di parole uscite dalla sua bocca dal momento della mia domanda.
Continua a guardare il nulla, con sguardo perso, le labbra gonfie e rosse a causa del suo continuare a prenderle trai denti dall'ansia e gli occhi nelle medesime condizioni, solo non a causa dei denti.
-Io non ti odio-, sussurra imperterrita, alzando lo sguardo, ad un certo punto, con la voce acuta, come se si fosse ripresa da un momento all'altro.
-Quando ti ho vista per la prima volta, ho subito pensato che potessi essere una minaccia.
Paulo era quasi sempre a casa nostra, Max lo invitava a cena; quando non c'erano gli allenamenti passava il pomeriggio qui, e tu...
Tu non te ne rendi conto, ma sei bellissima con quegli occhi verdi ed i capelli in contrasto: ho pensato fin da subito che potessi far breccia nel suo cuore.
Più di quanto io abbia fatto durante il nostro primo incontro.
Ho avuto paura, hai un che di particolare che sono sicura, attrae tutti i ragazzi che ti passano a fianco.-, si ferma un attimo per riprendere fiato, e ne approfitto per analizzare le sue parole.
Lei era spaventata da me?
Con quel suo sguardo da cerbiatta ed i capelli immacolati non aveva eguali.
Pensavo lo sapesse, o per lo meno lo intuisse.I cervi hanno le corna.
Facevo un discorso serio, stupida.
-Jennifer... tu non lo sai ma, mio padre ha lasciato mia madre quando avevo solo due anni, io non l'ho mai conosciuto-, ammetto sconfortata.
Abbasso lo sguardo, non so cosa stia per dirmi, ma dopo aver scoperto questo piccolo frammento della sua vita mi sento più vicina a lei.
-Non ho mai avuto una presenza maschile importante al mio fianco.
Certo Max è meraviglioso, ma non riuscirò mai a considerarlo un padre come avrei dovuto fare con il mio.
Quando ho incontrato Paulo, avevo diciassette anni e mi sono finalmente sentita vicina a qualcuno.
Qualcuno che mi capisse, che sapesse come tranquillizzarmi, come farmi essere felice.
Perché mia madre non c'è mai riuscita, infatti non ha mai meritato questo attestato.
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Ciento ochenta y cuatro días para amarla. |Paulo Dybala|
FanficSei mesi, sono pochi se vuoi ricostruire il tuo cuore infranto dalle troppe delusioni della vita. Ma sono abbastanza se trovi qualcuno che sa come riagganciare il puzzle in cui si è frantumato il tuo cuore. 16 Settembre 2018: #49 in italiano 16 Set...