4. Il preside.

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Non penso di essere rimasta molto fuori.

Sinceramente non ricordo.

Se non sbaglio uscii, appoggiai la testa contro il muro e rientrai.

E anche se ero stata fuori dall'aula per pochi secondi, la confusione era triplicata.

C'era chi urlava per far saltar fuori il colpevole, chi urlava semplicemente per piacere, e c'era uno che non parlava, ma osservava minuziosamente e silenziosamente ogni minimo dettaglio.

Inutile dire che quel qualcuno era Thomas Brake.

Durante la confusione generale, Thomas Brake, mi dissero, era rimasto ad osservare la scena, scrutando l'imperscrutabile nei volti dei compagni.

Poi ci fu un lampo nei suoi occhi, si avvicinò al muro dove era stato lanciato il borsellino, in pratica vicino a Sam, tornò indietro, prese l'agendina bianca e appuntò qualche cosa.

Quando poi rientrai in classe sinceramente non ricordo cosa feci, ricordo solo che qualche minuto dopo il preside si era materializzato sulla porta.

Del preside non ricordo il cognome, e a pensarci bene non lo ricordavo nemmeno allora.

Era un cognome molto difficile da ricordare.

Quell'uomo aveva uno strano aspetto.

Indossava sempre una giacca marrone, e aveva l'abitudine di stare sempre almeno con una mano in una tasca della giacca, a frugare e frugare, producendo un continuo rumorio dovuto alle chiavi che aveva, appunto, in tasca.

Sulla testa sembrava che, per una strana ragione fisico-chimica, i capelli avessero deciso di non insediare la zona centrale, rifugiandosi ai lati.

Parlava in modo molto simile a come camminerebbe un anziano signore che trascina le gambe.

Si diceva che aveva insegnato per tanti anni al liceo classico, eppure probabilmente nessuno l'avrebbe detto a primo impatto, anche perché dall'aspetto non sembrava molto acuto, specialmente quando si metteva gli occhiali sulla punta del naso.

Seppi solo dopo che aveva insegnato nella stessa scuola dove era accaduto il caso affine a questo, quello al quale anch'io avevo assistito, e fu quindi solo dopo che capii il perchè di alcune sue reazioni.

Quel giorno entrò, come sempre, con la giacca marrone e una mano in tasca, chiuse la porta, si mise in piedi, imponente, lì vicino e disse: "Allora ragazzi, chi è stato?"

Lo Straordinario caso del BorsellinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora