6. La prof. d'inglese.

41 8 3
                                    

In quel momento nella classe c'erano due forze contrarie che si sfidavano, come due leoni adulti che si contendono il territorio: da una parte c'era l'agitazione, il fermento, o meglio, la volontà di creare disturbo, dall'altra c'erano la curiosità e l'impazienza di sapere cosa era davvero successo.

Inutile dire da che parte stava Thomas Brake.

E in effetti con lui c'erano molte altre persone, quasi la metà della classe, e come lui si erano sistemati leggermente protesi in avanti, per cogliere quanto più possibile, ognuno seduto al proprio banco.

Io ero, diciamo così, una sorta di testimone, e stavo seduta vicino al preside, di fronte alla professoressa.

Quando il preside iniziò a fare le domande alla professoressa, Thomas prese il quadernetto e la penna e iniziò a scrivere.

Il preside cominciò dicendo: "I ragazzi mi hanno detto che è successo qualcosa durante il cambio dell'ora. Lei ne sa niente?"

La professoressa ci pensò un attimo.

"No, non so niente... che è successo?"

"I ragazzi mi hanno detto che è stato lanciato un borsellino addosso a Sam. Lei ne sa qualcosa?"

"Nella mia ora non è successo nulla di simile." disse con voce pacata.

Dopo averci pensato un po' disse: "Può essere accaduto nel cambio dell'ora, no?"

"Sì, in effetti è stato così..." rispose il preside.

Continuò: "E lei dov'era mentre arrivava la collega?"

Il tono del preside era un misto tra arrabbiato e curioso.

"Li ho sorvegliati sempre! E poi, in effetti, quanto tempo ci vuole per lanciare un borsellino? Attimi. Non potrebbe essere successo proprio nel momento in cui in classe non c'era nessun insegnante? E poi, preside, perdonatemi, ma qualcun'altro oltre Sam ha confermato il fatto che è stato lanciato un borsellino?"

"In effetti no..." rispose il preside, preso in contropiede.

Si alzò dalla sedia e allungando il collo per farsi vedere bene da tutti, disse alla classe: "Chi altro ha visto volare un borsellino?"

Qui la classe si divise in due: metà diceva che il borsellino era stato lanciato, l'altra affermava con forza il contrario.

La professoressa d'inglese approfittò del momento e disse: "Visto? Chi ci dice che Sam non ha inventato tutto? Io direi di finirla di fare i bambini, togliete la nota a questi ragazzi innocenti che non hanno fatto nulla e basta! Finiamola qua. Sam ci ha fatto uno scherzo, è ovvio!"

A questo punto le accuse contro Sam aumentarono, la classe si ribaltò di posizione, tutti dicevano che nessuno aveva lanciato niente.

Le accuse cadevano, la nota cadeva, cadevo anch'io sulla sedia profondamente scossa e con un fortissimo mal di testa.

Eppure sentii un grido più forte degli altri.

In effetti, non tutta la classe era contro Sam.

Perché due persone finora continuavano a stare con lo sguardo basso e con una visibile, forte rabbia che probabilmente ribolliva dalle punte dei piedi.

Uno era lo stesso Sam.

Era disperato, e si sentiva preso in giro da tutti, piangeva.

Poi l'altro gridò più forte degli altri: "Ma non capite?"

Tutti zittirono.

"Non capite davvero? Non capite che quel borsellino è stato lanciato per uccidere?"

Di nuovo la confusione in classe.

Ebbi solo la forza di alzare lo sguardo.

Vidi quello che gridava in piedi sulla sedia, con gli occhi rossi dalla rabbia.

Sì, era lui.

Thomas Brake aveva fatto tutto questo.

Lo Straordinario caso del BorsellinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora