9. Hanna.

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Una parte di me era più rilassata di prima, perché almeno aveva dato sfogo, certamente, in minima parte, alla sua rabbia; l'altra, invece, era più inquieta di prima, perché sapeva che doveva ancora affrontare il peggio.

Dopo che il preside richiamò l'attenzione su di lei, Hanna si alzò in piedi sghignazzando e scuotendo le spalle con fare teatrale, e si sedette al posto della professoressa d'inglese, che ormai si era alzata e si era seduta su un'altra sedia.

Hanna era una ragazzina di corporatura robusta, faccia tonda, occhi grandi, naso all'insù.

Faceva parte del gruppo "delle oche", e da qui già si può capire il suo carattere.

Portava la pezzetta dei suoi occhiali spessi e fucsia sempre nello zaino per mettersi in mostra mentre li puliva.

Ma nonostante il fatto di essere molto teatrale, sempre con il bisogno di sentirsi al centro dell'attenzione, indifferentemente nel bene o nel male, e nonostante frequentasse amiche sciocche che la portavano
"sulla cattiva strada dell'infantilità", era una ragazzina sveglia, in gamba e molto intelligente.

Sedendosi, si portò i capelli che gli erano ricaduti sul petto all'indietro, sulle spalle.

Il preside iniziò a chiedere: "Allora Hanna, dov'eri durante il cambio dell'ora?

"Ero seduta al mio posto."

"E il tuo borsellino dov'era"

Hanna ci pensò un po' su.

"Sono stata tutta l'ora seduta vicino alla cattedra, quindi durante il cambio dell'ora stavo riportando il libro sul mio banco.
Il borsellino è rimasto sulla cattedra, perché non sono riuscita a portare tutto in una volta.
Il colpevole ha lanciato il borsellino, infatti poco dopo l'ho visto vicino al banco di Sam, per terra.
Sono andato subito a recuperarlo, anzi, me l'ha portato Sandra direttamente al banco, perché poi si è fermata a prendere qualcosa dal giubbino."

"Può confermare qualcosa?" chiese il preside alla professoressa.

"Sì, è stata vicino alla cattedra l'intera ora, ha letto praticamente tutto ciò che era sul libro riguardante la lezione di oggi."

"E non hai visto quindi il colpevole? Non hai visto nessuno alle tue spalle?" disse il preside posando lo sguardo su Hanna con la fronte corrugata e l'atteggiamento pensieroso.

"No, ho parlato con la professoressa, quindi guardavo lei, non ho visto chi mi era di spalle."

Il preside guardò la professoressa, che annuì, se non con un po' di esitazione.

"Aspettate," disse il preside "se è vero che il colpevole era dietro di te, qualcuno deve averlo pur visto, no? Ragazzi, chi ne sa qualcosa?"

Brusio.

"Clarissa, hai visto qualcosa? O forse tu, Catherine?"

Catherine si alzò e disse: "Sì, vorrei parlarvene."

Lo Straordinario caso del BorsellinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora