Capitolo 4 - Amore + Odio = Follia

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Dark P.O.V.

Lei trema e mi guarda terrorizzata. Deve essere stata colta di sorpresa. Non mi sorprendo, dormiva profondamente. Complimento me stesso per l'idea eccellente che ho avuto. Averla rapita di notte, per quanto subdolo, l'ha fatta essere più vulnerabile. È bene che sia subdolo, si sentirà inerme legata e imbavagliata. Lecco le mie labbra nascoste dalla maschera che indosso, pronto a divertirmi. Purtroppo, non riesco a tenere a bada l'essere dentro di me, perciò non mi resta che lasciar fluire questi suoi desideri e sfruttarli a mio piacimento, per raggiungere lo stesso il mio scopo. Quello di annientarla.

"Non fuggirai una seconda volta, Lady Moonlight"

Le dico lentamente e minaccioso. Lei continua ad essere terrorizzata, e mugola come se volesse rispondere qualcosa.

Faccio dei passi verso di lei e la sollevo malamente, incrociando il suo sguardo. Gli occhi nostri sono assai vicini ora. "Hai capito?" domando, ancora minaccioso.

Lei dimostra rassegnazione annuendo. La lascio andare e lei fa un tonfo. Vedo che addirittura le cadono delle lacrime dagli occhi e faccio un verso sarcastico e divertito, che pare una specie di risatina. Se piange ora, cosa farà dopo?

"È ridicolo che tu pianga!" esclamo per intimidirla, e mi permetto senza problemi alcuni di toglierle gli indumenti, quali le sue scarpette, le armature delle braccia, i guanti bianco puro, il diadema, la maschera e pure l'elastico che le lega i capelli, gettando tutto lontano da noi. Mi fermo a fissarla.

Lei è ansimante,
nel pieno delle sue paure e domande
sentendo l'adrenalina e la voglia di fuggire.
Inerme, legata e imbavagliata, ma ancora per poco.
Gli occhi suoi celesti mi fissano supplichevoli
di non farle del male.
Peccato che non possa realizzare i suoi desideri...

Le sciolgo la benda e lei inizia a parlare:

"Come ti permetti a portarmi qui e addirittura a denudarmi?! Che cosa hai intenzione di fare?! Perché mai perdi tempo con me? Voglio subito essere liberata e andarmene!!"

La sua voce oltre che disperata si presenta insolente. Resto apparentemente tranquillo mentre la guardo minaccioso, solo gli occhi mi tradiscono. Sono diventati più luminosi. Sfodero la spada e gliela metto alla gola. Il suo respiro si serra volutamente. "Nel mio posto segreto comando io e nessun'altro. Adesso farai quello che dico io" parlo, scandendo bene le parole e cercando sempre di intimidirla. Trasporto lentamente la spada dalla sua gola alle corde, ma prima di romperle, suo malgrado, la stringo con un braccio per non farle venire la brillante idea di fuggire. Taglio le corde e con nonchalance tiro fuori un oggetto speciale, una specie di collare per cani con catena. Alla sua vista lei si dimena, ma riesco a metterglielo. Una volta messo le metto subito in chiaro le cose.

"Stai ferma". Le dico lentamente minaccioso, mentre la tengo veramente ferma. "Non puoi fare nulla per ribellarti, non te lo permetterò".

Sono ancora del parere che ucciderla sarebbe la via più semplice, ma l'essere dentro di me non me lo permette. Dovrò accontentarmi di ferirla dall'interno, di giocare con la sua psiche fino a distruggerla. Le passo il pollice sulle labbra inferiori ma lei me lo morde. Mi arrabbio e tiro la catena prendendola per i capelli.

" Ascoltami attentamente signorina. Ogni tua ribellione peggiorerà le cose!" le esclamo, e in lei vedo uno strano cambiamento. Arrossisce, e... Cavolo ma è... Come può essere? Io la voglio indignare, voglio farla sentire un giocattolo, farla sentire inerme e farla soffrire! Mi schiarisco la gola e la guardo. Come posso fare per ottenere i risultati sperati? Mi tolgo la maschera e comincio a morderla senza delicatezza ma senza neanche mangiarmela. Cospargo la sua morbida pelle di morsi piccoli e dolorosi, e lei geme, si lamenta. Non é contenta. Supplica e piagnucola di nuovo, così la voglio. Inizia a darmi dei pugni ed io fermo prontamente entrambe le sue mani sul suolo. Smetto per un istante fissandola e lei sta ansimando con lo sguardo corrucciato. Mi guarda ostilmente, con quel suo corpicino pieno di lievi segni rossi, che sembrano petali di rosa. Sto facendo un gran bel lavoro. Faccio un sorrisino soddisfatto.

"Perché...?" mi chiede lei con uno sguardo che sfuma in disperazione.

Mi mette ancora in difficoltà, sento ancora le scosse interne e la faccio tacere rubandole un bacio malizioso, pieno di morsi dolorosi alle sue labbra. La sento gemere e percepisco ancora la sua infelicità. Dev'essere soprattutto perché le sto dando il primo bacio, e dev'essere diverso da quello che avrebbe voluto lei. Poi, non sarò stato di certo io quello da cui avrebbe voluto riceverlo. Poco importa, data la mia missione adesso lei mi appartiene. Dato che non morirà, questo sarà l'altrimenti.

Lady Moonlight P.O.V.

Mi agito il più che posso per ribellarmi alle sue torture. Lui mi bacia malevolmente, minando la mia privatezza corporea. La mia privatezza emozionale. Chi è lui per appropriarsi delle emozioni che mi sta facendo provare? Una tempesta tra rassegnazione e ribellione. Di rifiuto e desiderio. Nemmeno conosco questo oscuro essere, eppure a tratti il mio corpo reagisce come acceso da una fiamma. Ma, anche, il mio cuore brucia in segno di sofferenza. Mi tratta come un giocattolo e non posso reagire. Come posso fare? Pare essere un incubo infinito. Adesso ha smesso di baciarmi con quei morsi insopportabili, e mi sta di nuovo guardando con un sorriso sbruffone. Per quanto abbia il volto come quello di Kirby, è da schiaffeggiare fortemente. "Smettila..." gli supplico quasi piangendo.

"Ho appena cominciato..." risponde lui divertito. Si lecca lievemente le labbra e poi si avvicina lentamente leccando alcune volte le mie. Mi sento assai infastidita, perché il mio corpo reagisce per l'essere sbagliato. Poi si mette in contatto con la mia bocca, penso voglia tornare a baciarmi ma invece mi dà per lo più cinque brevi morsi, alla parte iniziale della lingua, restando in contatto con la mia bocca. Non li dà intensamente, il che non mi fa agonizzare ma mi provoca in altro modo. Mi sento divampare e in quella sua azione mollo due gemiti piuttosto intensi. Devono aver di certo reso chiaro cosa significavano. Lo guardo ansimante e vedo per la prima volta ansimare anche lui. Mi guarda con quello sguardo soddisfatto di prima, e mi sfiora le labbra con la mano destra commentando queste parole:

"Per oggi può bastare, direi che hai capito chi comanda..." il suo tono è grave e la sua frase è un sussurro.

I miei occhi luccicano come se mi dispiacesse che si fermi, e adesso vorrei schiaffeggiare me, dannazione.

Mi lascia andare finalmente. Mi toglie la specie di collare per cani e mi sussurra, di nuovo minaccioso, qualcosa all'orecchio destro. "Ricorda che da oggi tu sei la mia schiava, e se mi intralci la seratina che hai appena passato sarà stata solo uno scherzo..."

Sto per contestare ma lui si rimette la maschera e vola via, lasciandomi qui in questo stato, da sola. Con sguardo determinato mi rivesto completamente, e con il corpo un po' dolorante mi dirigo di nuovo al castello per dormire nelle poche ore di notte che restano.

Sono nuovamente fra le coperte del mio letto, e sento ancora l'eco dei suoi molesti approcci. Mi sento confusa, perché non riesco a capire perché abbia risposto in tal modo. Mi viene in mente Meta Knight e allora mi metto a piangere intensamente. Era da lui che avrei voluto un primo bacio. Era da lui che avrei preferito giochi, e molto più dolci provocazioni. Pensando al cavaliere e ai bei momenti passati con lui, soprattutto l'ultimo, riesco ad addormentarmi serena.

Meta Knight P.O.V.

Che ore sono? Siamo nel pieno della notte? Mi trovo ansimante e sofferente nel mio rifugio segreto, con una mano a pugno stretta sul petto. Seduto ai piedi di un albero rachitico e scuro, e privo di energie. Non ricordo ancora una volta quello che mi è successo, però sento delle differenze. Ho una sensazione inspiegabile per il corpo, e sulle labbra. Sono confuso, non so che significa, ma inizio a fare le peggiori delle ipotesi e il colore dei miei occhi da tonalità originale si trasformano in bianco. Spero che le mie supposizioni restino tali. Mi adagio contro l'albero su cui sto, e il sonno mette le mani sul mio animo. Dormo immobile, e rassegnato, ma non troppo.

50 Dark Shades (Campione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora