Capitolo 4: Bellezza & Arco, prove facili

2 0 0
                                    

Tamtof mi aveva spiegato, che ero l'unica che si meritava quel posto. Gli sembravo una tipa tosta. Ed inoltre avevo firmato un'accordo, per lui. Ero stata vestita e lustrata per la sfilata dei rappresentanti pre-gara. Indossavo un abitino rosa antico che si sposava a perfezione con il fiore tra i capelli raccolti in una pettinatura fuori dall'ordinario. Le scarpe col tacco mi donavano, ma cadevo dopo poco camminare.
I capelli castani, lisci sempre e comunque mi ricadevano a ciocche dall'elaborata pettinatura, e i miei occhi color nocciola fissavano un punto fisso lontano dal mondo. Arrivava Jack, tutto trafelato - Oh ma sua Maestà, lieto. Felice? - mi sorrideva da un orecchio all'altro. Era così carino. Ma non avevamo tempo. - Non è tempo di scherzi Mirkson. - James Toulbert mi fissava dalla sua postazione di trucco. La ragazza che mi truccava mi stava mettendo il mascara, l'eyeliner, il rossetto, il fondotinta e l'ombretto con calma. La doccia di poco prima mi aveva rinfrescata. - Non ti deve impressionare...è solo un normalissimo ragazzo, con un pò di muscoli. - Io annuivo con fare insicuro. Quel ragazzo era un pò inquietante con quella tuta nera e quegli stivali di pelle di scimmia gigante. - Señorita, ¿como le queda este? Oh, mi scusi. Me ero dimenticata de que sei italiana. Como le pare con questo?- io non capivo niente ma dissi ugualmente, distratta
- Ah si, molto carino...- .
Poco dopo i rappresentanti dovevano sfilare. In modo molto maestoso tutti i ragazzi si posizionavano su un nastro di seta rosso. Il mio cuore batteva a mille mentre un ovazione di applausi riceveva il primo ragazzo, fatalità James, che non pareva nemmeno lievemente frastornato. I suoi capelli laccati di fresco, nero carbone, gli occhi azzurri addirittura truccati...tutte idee bellissime di una sola mente, come quella di un protagonista dei telefilm. Pareva infatti che quello fosse il suo mestiere, che lui fosse nato per essere pronto a questi eventi di protagonismo, d'altronde come ognuno degli allievi del potente dell'omicidio. Snella ma muscolosa figura piazzata sul red carpet di proposito, quasi un'idea precedentemente progettata; il vestito così attillato per vedere i muscoli, i bicipiti tesi e la tartaruga ben evidente, le scarpe così nere e lustrate ed infine quel sorriso. Non denti perfetti ma come di sfida, che lanciava un messaggio "io sono il massimo".  Fu poi il turno di Annalisa, allieva della potente Tamudy. Era bella in tutto; nella camminata rigorosa ed elegante, nel sorriso smagliante con quei suoi denti tutti perfetti e bianchissimi, i suoi capelli ordinati nella loro disordinatezza per la quale ogni capello biondissimo pareva al suo posto, nell'espressione nella quale gli occhi azzurri riflettevano ogni sua emozione come uno specchio, nella sua compostezza, nel suo trucco non esagerato ma molto visibile e curato, nel vestito azzurro che le ricadeva dalle spalle e per il suo corpo snello, e nelle scarpe che rispecchiavano il suolo tanto lustrate erano. Il vestito colpiva, eccome se lo faceva. Era come un bocciolo appena apertosi alle luci dell'alba, e ogni soffio del vento lo faceva spostare lievemente assestandosi con la camminata della principessa del globo.
Frugel era allievo del potente delle guerre brevi. Un ragazzo abbronzato con i capelli lunghi raccolti in un codino che voleva sembrare fatto alla svelta e di non conferire importanza a quel ragazzo in canottiera blu e pantaloncini da palestrato color salmone. Le scarpe erano da ginnastica e la sua fronte pareva imperlata di vero sudore. Non era curato ma faceva paura solo a vedersi. Incuteva timore. Fu poi il turno di una ragazzina. La piccola e tenera Myna. Faceva pena a vedersi; magrolina, quello sguardo triste ma dolce, quegli occhi così verdi da penetrare nelle anime meno sensibili, i capelli rossi e mossi che le ricadevano a ciocche dallo shignon raccolto dalla sua truccatrice, il vestitino panna indossato su quel mucchietto di ossa...così carina...faceva tenerezza. Dopo Myna era il mio turno. Non sapevo cosa fare perciò mi incamminai a testa bassa davanti alla prima tribuna. Da distante non si vedeva neanche la grandezza di questa immensità. Solo la prima tribuna era come un campo da calcio. Torce ornamentali decoravano gli spalti e grida di subbuglio si innalzavano dalla massa. Mi portai le mani fra i capelli. Non sapevo di che morte morire. Camminavo leggera, come sulle nuvole, anche per il resto delle tribune che mi parevano infinite, quando in realtà erano dieci, e quando arrivai a quella specie di altare colorato di arancio mi sedetti quasi avessi corso una maratona. James sogghignava ma io non lo trovavo per nulla divertente. Una voce solenne proclamò - Ecco i concorrenti a questo nuovo Progetto 16. Ci sono stati dei leggeri cambiamenti di programma. Questo gioco durerà un mese. Non più una settimana. Questo vale a dire che abbiamo scelto di far intraprendere a questi giovani campioni una strada da soli, o meglio con altri tre dei loro compagni a testa. Sarete in quattro a squadra. Per una settimana vi disputerete il trofeo delle discipline, ma poi dovrete usare le vostre conoscenze per battere i vostri avversari su....un campo di battaglia. Solo una squadra dovrà rimanere. Vi doteremo di alcune armi le quali munizioni dovrete rivestire con una specie di poltiglia fatta in casa per limitare l'effetto ad un sonnifero pesante. Il vostro scenario sarà fantastico. Godetevelo in 16, nuovi partecipanti al progetto 16. - Dopo questo messaggio le torce si spensero. La platea smise di emettere ogni suono. Era come se quello scenario fosse in pausa. Un'altra voce sommessa diceva - Questa è la prova che dovete superare. Jack, Chris. Questo è l'enigma. Siete pronti per affrontarlo.- Dopodichè le torce tornarono ad infiammarsi come prima e le genti continuarono ad applaudire. Un rumore di cocci sfregolanti stava a segnalare l'arrivo dei potenti su di un carro di legno d'ebano. Quel carro che dopo che i potenti scesero si incendiò e avvampò in un mare di fiamme. Tutti i cinque potenti radunati in una sola arena, salutavano il pubblico con aria sprezzante. - Come ha fatto intendere il commentatore, nonchè progettatore di questa arena noi potenti sceglieremo tra le nostre casate degli altri concorrenti. Tre per ognuno di noi. - I potenti sceglievano, ma l'ultimo fu Tamtof. Aveva scelto Gisa, Andrea e Rituà. Due maschi e una femmina, come tutti si erano aspettati, ma non Jack. Stavo correndo dal potente. - No, lei deve scegliere la prego, deve scegliere ripeto, Jack! Lui...- Tamtof mi respinse con un forte braccio muscoloso. - Non ci sono discussioni. - Io non volevo sentire ragioni - Io non posso concorrere senza di lui. Lui è...la prego, capisco che magari non sia il massimo, ma mi manca. - Il potente scosse violentemente la testa. -Le ho già detto. Non ci sono discussioni. Mi dispiace se tu e lui avete una relazione, ma io scelgo i migliori. Tu sei stata un'eccezione solo perchè mi pari abbastanza istruita. Zitta ora.- Il gong aveva suonato. Le discussioni si erano fermate per un istante che parve un'eternità. -Giorni celesti per tutti noi, quest'oggi si celebrerà questo bellissimo evento- la voce che contrastava in pieno con l'atmosfera glaciale che si era formata dopo il battito del gong - Cominceremo signori e signore con...il tiro all'arco. Come ogni anno bisognerà tirare da una distanza debita, ma ad un bersaglio mirato. Centrare il rosso in centro equivale ad una vittoria immediata su quel tabellone, ossia 500 punti, in tutto ci sono 50 tabelloni. L'arancio vale 100 punti, il verde 50, e il blu 10.- Augurando buona fortuna la voce si raccomandò di essere leali, e che comunque ci sarebbero state telecamere ad ogni tabellone. Tutte le squadre (da quattro persone) si posizionavano al primo tabellone per tirare a turno tutti quanti. Il mio tabellone era ben distante dalla piattaforma di lancio, ma forse era solo una mia impressione, dal momento che vidi tutti incerti sul da farsi. Prelevai una freccia dalla faretra, la riposi accanto al mio arco, tirai indietro e...scoccai la freccia, che partì in quarta per fare solo 50 punti. Tutti i miei vicini di lancio sghignazzarono. Adesso per adesso li ringrazierei, perchè con la rabbia che saliva, tirai da 500 tutto il resto delle volte. Dopo la fine della competizione, chiedendo un pò in giro constatai che il primo tiro fu uno schifo per tutti, ma il resto andò molto bene (anche se solo per noi allievi del potente dell'arco).              - Bene, la seconda prova è quella della bellezza! Come ogni anno Tamudy ha scelto dei giudici a caso tra quelli che noi proponevamo. Buona fortuna nella sfilata di bellezza! - chiaramente in questa prova vinsero le ragazze della potente Tamudy. Caddi almeno un paio di volte e quando fu ora di girarmi stavo per cadere dal palco allestito apposta per la competizione, ma mi limitai a perdere l'equilibrio e cadere fragorosamente sul tappeto color pesca. La competizione, infatti, non era una semplice sfilata, ma consisteva per le femmine nel chi riusciva ad indossare i tacchi più alti, i vestiti più lunghi, i capelli più tirati, le acconciature più disparate, mentre gli uomini dovevano semplicemente indossare degli smoking troppo stretti, scarpe troppo piccole o troppo grandi....eccetera. Tutte belle com'erano, le ragazza della potente della bellezza ci stracciarono tutti. Ora era però il turno della tristezza. Dovevamo vincere.

Progetto 16Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora