La gara era cambiata dal solito e le discipline non erano normali come gli altri anni, quindi ci illustrarono meglio le regole. La competizione stava nel resistere in un campo della tristezza senza piangere o reagire per più tempo possibile.
Mi catapultarono in una specie di mondo parallelo a sè stante. Era un campo di rose rosse. Ne sfiorai una, ma mi ritrovai con un dito lievemente sanguinante, perciò ritrassi subito il braccio e mi misi a braccia conserte aspettando qualcosa mentre riflettevo. Non avevo dubbi sui prescelti lottatori delle altre casate. Non avrebbero resistito. Ma Myna sembrava il tipo di persona che non piangeva mai. E invece quando fui catapultata su un altro prato, quel luogo infinito che ti elencava i tuoi problemi, i motivi infelici, sentii una bambina piangere. Corsi verso quell'unico rumore e la trovai. Era chinata e si sentiva un singhiozzo che la percuoteva. Perchè non era ancora sparita? Stava piangendo. Ma io, penso per compassione, mi avvicinavo già alla bimba per domandarle che cosa c'era che non andava quando Jack mi fermò. - Tu non sei nessuno. Sei una delle altre trilioni di ragazze che mi porto appresso sempre.- All'inizio rimasi solo immobile. Poi, sconvolta, gli tirai uno schiaffo che lo dissolse. Era solo frutto della mia mente. Non dovevo far caso a nulla. Allora provai a procedere di nuovo verso la piccola. Apparve mia madre - Io ti desideravo come una vera figlia, ma come noi. Così non sei nessuno. Non mi rivedrai mai. - La dissolsi poco dopo. Vidi altre persone, che mi facevano sempre più male quando le abbattevo, ma quando toccai la bimba, mi accorsi che stava ridendo. -Ci sei cascata povera illusa. Era un trucco di mia creazione, ti piace? Confonde la mente e ti invita dal diavolo. Siediti a cena che ti mangio!- non feci in tempo ad allontanarmi, che Jack mi fermò. -Sono io, il vero Jack, prestami ascolto. Mi hanno sostituito con uno degli altri due ragazzi. Ma preferivo dov'ero prima...dove non c'eri tu. Non ti ho mai voluta. Sei sempre stata un peso. Addio. Non staremo mai insieme. Smettila di sognare. - poi di nuovo - Smettila di sognare. Hey, Chris.- Mi risvegliai. Ero piegata su un lettino da ospedale. Ora ero inginocchiata nel prato, poi in mare che immergevo la testa, per non rialzarla più...una mano persisteva però sulla mia spalla destra. -Lasciatemi in pace. La tristezza non mi ucciderà nè sconfiggerà mai. - Jack era sparito, ma intanto Myna era rimasta sola con me. Gli altri erano falliti. Quell'anima infelice stava ridendo, sogghignando in un angolo di quel campo. -È l'unica tappa che posso vincere. Sono magrolina, piccola e non servo a nulla. - Io la presi con cura in braccio e mi sedetti. - Tu servi al mondo come il mondo serve a noi. Sei l'esistenza stessa. O meglio, stai tranquilla. Basta che ci credi. Non preoccuparti di vincere o perdere. C'è sempre qualcuno che crede in te. E se non è così...bè, troverai qualcuno, credimi. - la bambina o ragazza o quello che era si era commossa talmente, che una lacrima le scese per il viso, marcandole una traiettoria. Avevo vinto. -Ti prego Chris. Aiutami nella lotta finale. - e se ne dovette andare. Sentii come un'onda, lo scrosciare di questa mi svegliò. Alla postazione di Tamtof tutti esultarono. Sudori freddi mi ricoprevano ancora la fronte. Due prove riuscite erano un record, per questo potente. E...c'era Jack. Incredibile ma vero. Era arrivato. -Sono una riserva. - fece con aria afflitta. - Se qualcuno dice che non può continuare entro in gioco io.- Già non ci credevo. Mi bastava solo averlo lì in quel momento. - Basti tu.- era l'unica persona che avevo avuto dal mondo falso che pensavo fosse vero. Lo amavo, questo era quasi certo. Non avrei permesso che gli succedesse qualcosa, perciò ero anche piuttosto felice che fosse una riserva. Le mie lacrime si asciugavano già al sole, senza bisogno di passare un fazzoletto, ma Jack lo fece lo stesso. - Nessuno ti ha detto che sei bellissima? - Proprio in quek momento, Tamtof arrivò con quel suo camminare goffo e mi porse una foto. Lì c'era un paesaggio, spighe di grano e una sottospecie di autogrill con delle scritte a led, nella quale mancavano le luci nelle lettere "g", "i" e "l". Io non capivo affatto. Era evidente che c'era scritto autogrill. Ma non capivo cosa centrasse ora, in quella vita, in quel contesto. Forse ero ancora nel campo? No. Erano successe delle cose belle.- Hai presente quando ci si ferma in un autogrill? Quando si è stremati. Tu sei stremata. Fermati. Solo per la prossima prova, mi servi per la prova finale. Questa puoi saltarla, è quella della breve guerra che hanmo incorporato con l'omicidio. Te ne prego, se ci sarà anche lui. - Io annuii senza capirci molto. Perchè proprio un autogrill? Quella domanda mi ronzava in testa come uno sciame di api scatenate. Mi sembrava di averlo già visto da qualche parte.
Alla fine della prova fu chiaro che avevano vinto i potenti dell'omicidio. Non era stata una passeggiata per nessuno, ma per Jack...nel mondo virtuale della sua normalità beveva, fumava, e chissà cos'altro, ed ora si vedevano le conseguenze. Era affannato. Aveva il fiatone e gocce di sudore gli imperlavano la fronte ampia e abbronzata. - Stai bene? - gli chiesi alla fine. Lui rispose a monosillabi -Si- io non riuscivo a capacitarmi che dopo una tale gara mi rispondesse solo con un "sì" - Sicuro? Sembra tu abbia corso una maratona.-
Mi sorrise. Le sue labbra sfiorarono le mie, per la prima volta. Un brivido mi percosse tutta, arrivò alle profondità del mio cuore e sbloccò qualcosa. Ne volevo ancora. Era stato troppo stupendo, e la mia mente spaziava tra intuizioni sul perchè lo avesse fatto lì, in quel momento, e tra esultanza per essere finalmente riuscita a baciarlo. - Te lo prometto, non bevo più e non tocco più una sigaretta. - Si sentiva meglio? Io di certo sì, dopo quel bacio. - Ti amo Chris. - disse prima di andarsi a cambiare. Anche io dovevo andare, ma dalla parte opposta. Gli spogliatoi piccoli e rosati delle ragazze non erano altro che baracche dissestate, appoggiate lì, fatte di materiale di fortuna raccolto nel corso degli anni. Di sicuro non era un luogo confortevole, ma vista la quantità di soldi spesa per tutto il resto, ci stava una parte non curata. Quando entrai dalla porticina scardinata, mi accolse un baccano micidiale.
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Progetto 16
RomansaAvete mai pensato che tutto il mondo fosse fatto su misura per voi? Per verificare foste la persona giusta per un compito speciale che solo voi potete portare a termine? E non vi è mai capitato, invece, di trovare una persona che sapete che non rius...