Capitolo 21

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Mi sveglio sentendo dei brividi lungo il mio collo. Apro lentamente gli occhi e vedo Klaus che mi stringe a sé e tiene tra le dita qualche ciocca dei miei capelli. Appena vede che ho gli occhi aperti mi sorride e mi da un bacio sulla guancia. Io gli sorrido e lo abbraccio, chiudo nuovamente gli occhi e inizio a riflettere. Mi salta subito in mente ciò che è successo ieri: le visioni di mio fratello, le sue parole, io che mi arrabbio con la famiglia Mikaelson. Cosa sta succedendo? "Ethan" mi ha detto che mi hanno ritrovata e che ora staremo di nuovo insieme. Ho paura di illudermi, ho paura che qualcuno, magari di questa famiglia, mi stia facendo un enorme scherzo.

Alzo nuovamente lo sguardo su Klaus che ora sta guardando il vuoto. "Tu non mi feriresti in questo modo, vero?" gli domando. Lui sposta lo sguardo su di me e mi guarda attentamente "So cosa si prova quando nei sentimenti viene toccata la famiglia. E' un dolore insopportabile, che nemmeno io auguro a nessuno. Puoi starne certa che ti aiuteremo ad andare infondo a questa storia e se qualcuno sta cercando di ferirti, fidati, lo ucciderò" dice sicuro di sé. Subito mi spunta un sorriso sul volto, salgo su di lui e lo bacio. E' un bacio sincero, pieno di gratitudine per ciò che lui ha fatto e sta facendo per me. "Tesoro, a meno che non vuoi che ti tolgo i vestiti di dosso, ti conviene andarci piano" dice lui capovolgendo la situazione. Ora lui è sopra di me. Inizia a baciarmi il collo molto lentamente, facendomi provare quel piacere inebriante. Quando sta per mordermi il collo qualcuno bussa alla porta. "Ma non è possibile" grida facendomi ridere. "Io non ci trovo nulla di divertente, non so se l'hai notato che ci disturbano sempre nei momenti migliori" continua. Mentre va ad aprire alla porta io mi tappo la bocca per non scoppiare di nuovo a ridere.

"Buongiorno, vedo e sento che siete di buon umore" dice Kol entrando nella stanza. "Io non lo sono più. E gradirei avere un pò di privacy ogni tanto, sempre se si può" dice Klaus uscendo dalla porta. Kol viene a sedersi al mio fianco e mi osserva attentamente. So benissimo che vuole parlare di ieri, vuole capire quale sia il mio problema mentale. "Hai visto tuo fratello?" mi domanda. Detto così sembra proprio che mi stia dando della pazza. "Per favore Kol. So che può sembrare strano, ma io l'ho visto. Quando sono svenuta lui mi ha detto che mi ha ritrovata, ciò che mi aveva promesso" dico io. Posso immaginare il mio sguardo da psicopatica in questo momento. "Forse ti dimentichi il punto chiave di questa storia. Tuo fratello è tecnicamente morto" dice lui. Io abbasso lo sguardo e rifletto. Non sono mai tonata a casa nostra dopo l'attacco, non ho mai visto i corpi dei miei familiari. Ma se fossero ancora vivi, perché mi hanno trovata solo ora? Perché mi avrebbero fatto soffrire per tutto questo tempo? "Amanda dico solo che non dovresti illuderti" continua. "Mi ha detto cose che solo io e lui potevamo sapere. Non so più a cosa pensare Kol. Se dovessi rincontrali non so cosa farei. Non so se sarei arrabbiata o felice. Perché adesso? Perché non mi hanno cercata prima?" dico con gli occhi umidi. Lui mi stringe a sé e conclude il discorso dicendo "Non lo so Amanda, ma ti prometto che capiremo cosa sta succedendo. Questa volta hai qualcuno al tuo fianco, sarà diverso".

Sto camminando da ore per le strade di New Orleans alla ricerca di qualche illuminazione divina. Se non la smetto di pensare penso che la mia testa potrebbe scoppiare da un momento all'altro. Cerco di liberare la mia mente, ascoltandola musica che qualche mese fa adoravo con tutto il cuore. Con tutte le cose che sono successe in questo periodo non ho più avuto il tempo di fare le mie solite passeggiate rilassanti. Qui l'atmosfera è sempre la stessa, nulla è cambiato. Adoro il fatto che per queste strade ci sono persone ignare dell'esistenza degli esseri soprannaturali, del mondo nascosto. Per alcune persone sono soltanto storielle da raccontare ai bambini per spaventarli, se solo tutti sapessero la verità..

"Non hai niente da fare a quanto vedo" dice Klaus comparendo al mio fianco. "Lo sai bene che adoro camminare per New Orleans" dico "Che ne pensi di questo quadro?" gli domando continuando ad osservare le figure che sta dipingendo l'artista. Lui sta in silenzio per qualche istante e poi dice in modo tranquillo "Ha la sua personalità". "E' banale. Quante raffigurazioni del paesaggio hai visto camminando?" gli domando "Non saprei, molte comunque" risponde lui. "Appunto, chi dipinge lo fa per passione, ma dovrebbe farlo pure per far piacere al pubblico. Non puoi disegnare la stessa cosa che sta dipingendo un altro a due metri di distanza. Dopo un pò ti stanca pure" dico corrugando la fronte. Lui inizia a fissarmi così mi giro con le sopracciglia alzate "Che c'è?" domando sbuffando. "Ciò che hai appena detto è assurdo. Scommetto che pure tu hai qualche passione e di sicuro la coltivi per te, non per chi ti sta attorno. Quest'artista voleva dipingere il paesaggio ed è ciò che ha fatto cercando di dare il meglio. Guardalo bene, sta guardando le persone che lo stanno osservando?" mi domanda. "No, ma.." cerco di dire ma lui mi blocca "Infatti. Ciò ti fa capire che non sta guardando l'espressione e la reazione del pubblico in merito al suo dipinto". Io lo osservo stupita, chi pensava che Klaus fosse in grado di fare un discorso del genere? "Sono stupita, ne sai molto di quest'arte" dico facendo la finta tonta. "Ho vissuto abbastanza per imparare di tutto. Se vuoi ti insegno qualcosa" mi dice con un sorrisetto. "Sono più vecchia di te" lo prendo in giro. Lui mi sorride e inizia a camminare al mio fianco.

Appena entriamo a casa ci ritroviamo subito davanti agli occhi Rebekah con un sorrisetto sul volto "Che bello vederti sorridere Nik, spero che tu sia felice con la tua ragazza" dice per poi andarsene

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Appena entriamo a casa ci ritroviamo subito davanti agli occhi Rebekah con un sorrisetto sul volto "Che bello vederti sorridere Nik, spero che tu sia felice con la tua ragazza" dice per poi andarsene. Il suo sguardo era più che triste, presumo che sia successo qualcosa con Marcel. Subito mi giro verso Klaus con uno sguardo infuocato "Che hai fatto questa volta?" "Senti, io voglio solo il meglio per mia sorella e penso che Marcel non sia il massimo per lei" dice. Io sospiro e dico "Forse avresti bisogno di qualche lezione di vita. Come tu hai potuto scegliere, io credo che pure Rebekah ne abbia il diritto, poi dovete vedervela in famiglia. Và da lei e parlatene". Lui mi guarda e mi bacia "Dovremmo parlare pure noi della nostra condizione, ci vediamo dopo". Cosa intende?

Mentre salgo le scale con un sorriso da ebete sul volto, sento dell'aria fredda colpirmi la schiena. Subito mi giro ma non vedo nessuno. Alzo le spalle e continua a salire le scale, anche se con una leggera preoccupazione. Di nuovo dell'aria mi colpisce così mi giro nuovamente. Mi guardo attorno, qui non ci sono finestre quindi non credo proprio che la presenza di quest'aria sia normale. I miei capelli iniziano a muoversi come se fossi all'aria aperta. "Amanda" qualcuno mi chiama. Mi risveglio da questa specie di trans e mi giro verso la voce. "Cosa stai facendo?" mi domanda Elijah. Io corrugo la fronte e mi guardo ancora attorno. Il vento non ce più, sembra che sia stato tutto nella mia mente. "Niente, vado in camera"dico passandogli accanto con un sorrisetto falso. Lui mi mette una mano sulla spalla facendomi fermare "Va tutto bene?" "Sì, mi sembrava di aver sentito un rumore di sotto ma mi sbagliato" dico con il solito sorriso. Lui mi guarda per qualche istante, poi mi sorride e se ne va. E' palese che non mi ha creduto.

Vado in camera di Klaus, che ormai si può definire di entrambi, e mi siedo al lato del letto. C'è un silenzio insolito, come se non ci fosse più nessuno in casa. Provo ad ascoltare meglio, ma non sento un minimo rumore. Decido di andare a vedere dove sono finiti tutti ma la porta non si apre. Di nuovo quell'aria forte mi viene contro, ma questa volta compare qualcuno davanti a me: Ethan e Carter. Le mie gambe cedono, facendomi cadere a terra, con le ginocchia sul pavimento. "Amanda, ora manca solo nostra madre e saremo di nuovo insieme" dice Ethan. Io trovo coraggio e mi alzo, trovandomi faccia a faccia con Carter. "Mi sei mancata tanto sorellina, ma ora sono qui" dice. Allungo la mia mano verso il mio viso, ma appena lo tocco essa lo attraversa come se lui non fosse realmente qui. "E' uno scherzo terribile, appena troverò i responsabili potete stare certi che vi ucciderò uno a uno" dico con lo sguardo pieno di rabbia. "Sei cambiata, sei più coraggiosa. Questo aiuterà i nostri piani" continua lui. Sentendo di nuovo la sua voce, dopo millenni, le mie gambe iniziano a tremare facendomi cadere nuovamente a terra e facendomi svenire.

Sento qualcuno scuotermi così apro lentamente gli occhi. Klaus, Elijah e Kol sono attorno a me che mi guardano ancora con quello sguardo preoccupato. Vedo le loro bocche muoversi ma non sento nulla. Mi alzo da terra e mi guardo attorno spaesata. "Qualcosa sta cambiando, qualcosa sta per succedere, ma non temere noi saremo lì con te e staremo ancora insieme" sussurra un voce simile a quella di mia madre. I miei occhi si riempiono di lacrime, sto per cadere a terra ma Klaus mi prende tra le sue braccia. "Aspettaci, non arriveremo e li uccideremo tutti. Otterremo finalmente la nostra vendetta" dice di nuovo la voce. Guardo un ultima volta il viso preoccupato di Klaus e poi svengo tra le su braccia.

La luce nell'oscurità ~The OriginalsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora