CAPITOLO 13
Ero appoggiata all' H2 mentre scrivevo un messaggio a Jade, dicendole che ero arrivata e la stavo aspettando. sì, diciamolo, l'H2 non era decisamente un'auto da donna, infatti era quella che usava mio padre quando andava a fare gite in montagna o robe del genere, ma dato che oggi a casa mia non c'era nessuno, questa era l'unica auto a disposizione che avevo. In più Jade era stata messa in punizione - era uscita senza permesso due sere prima per spassarsela con i membri della sua crew di parkour - quindi toccava alla sottoscritta fare da taxi e sdebitarsi di tutte quelle volte che scarrozzato la sottoscritta.
Jade andava all'Est high school, e io ero intenta ad aspettare davanti alla scuola, un posto in cui non mettevo piede da un sacco di anni.Saremmo state un po' da lei e poi, dato che voleva i dettagli su ciò che stava succedendo tra me e Shane, siccome non riusciva ancora a capire se effettivamente fossimo una coppia - quello non lo sapevo nemmeno io per essere onesti - voleva sapere anche com'era andata la nostra avventura a New York.
Alle otto saremmo andate a vedere una delle partite di football della squadra, Shane e i ragazzi ci avevano persino invitate alla loro festa post partita. Jade non aveva potuto rinunciare, dicendomi che non ci sarebbe mai capitata un'occasione del genere, io le dissi che la mia ultima festa universitaria non era andata proprio come me la immaginavo. Anche se devo ammettere, che quella sera conobbi Shane, e non posso assolutamente dire che dopo quell'incontro le cose mi siano andate male.
Però la festa di questa sera, era anche la spiegazione del perché metà del mio guardaroba fosse sui sedili posteriori dell'auto di mio padre. Avevo optato per dei jeans e una felpa corta per questo pomeriggio, che ritenevo anche perfettamente adatti per la partita e anche per la festa, Jade me li aveva bocciati immediatamente quando gli avevo mandato una foto del mio outfit circa due ore fa, lei era a lezione di matematica ed era annoiata.
" Red! " mi girai verso la voce, di certo era l'ultima persona che immaginavo di incontrare oggi. Sam Delgrado era proprio di fronte a me, l'immagine di lei sulle gambe di Travis era ancora vivida nel mio cervello. Non capivo proprio cosa ci trovasse in lei, anche perchè stiamo scherzando, era una stronza egoista e il suo cervello era oltre il sottosviluppato.
In più... come diavolo andava vestita in giro? una spogliarellista ha più tessuto addosso. Se solo si fosse abbassata di poco avrebbe messo in mostra tutto. ok che era una bella ragazza, ma c'è differenza tra eleganza e volgarità.
" ciao " le dissi senza darle molto interesse continuando a fissare oltre lei, invece la signorina mi squadrò molto bene, anzi mi fece una perfetta radiografia
" si dice in giro che esci con Shane" e se anche fosse? non era affar suo
" e se anche fosse? non mi sembra sia un tuo problema " ma perchè non se ne poteva andare via! chi le aveva mai parlato, cosa diavolo voleva da me?
" be dai non durerà, c'è, non sei ai suoi livelli " come prego? ora si che aveva la mia più totale attenzione. Mi girai a fissarla, incrociai le braccia, e ascoltai per vedere cosa diavolo avesse da dire, e quale sarebbe stata la prossima stronzata che il suo cervello da criceto avrebbe partorito.
" diamine, avrebbe potuto avere me. Tu non hai nulla... starà con te solo perchè gli fai pena " mi disse con sufficienza squadrandomi dalla testa ai piedi per la seconda volta. però questa frase aveva avuto l'effetto che voleva, già da sola pensavo che stesse con me così tanto tempo solo perché gli facessi pena... non mi aveva lasciata indifferente.
" ha scelto la malata di cancro che morirà, quindi vuol dire che tu non esisti nemmeno per lui Barbie. Quindi se permetti, te ne vai, io e la mia amica vorremmo andare a casa " Jade spuntò all'improvviso e chiuse la bocca a mister ciglia finte, che non ebbe il tempo di rispondere siccome salimmo in macchina e misi in moto, lasciandola lì da sola, pronta a dire parole che non avrebbe ascoltato nessuno.
STAI LEGGENDO
36 settimane - Be more wild #Wattys2019
RomanceNon ho mai vissuto per me stessa, ed ora che ho imparato a farlo non ho più tempo. Ho diciotto anni e faccio fatica ad accettare quello che mi sta capitando, faccio finta di essere forte, di port superare ed affrontare tutto da sola e che questa co...