CAPITOLO 18
"Mi raggiungi alla casa sull'albero" mi disse Jade al telefono, dalla voce capii immediatamente che qualcosa non andava, ma riuscivo a capire quale fosse il motivo, ero talmente presa dai miei problemi che non mi ero chiesta se lei potesse stare male, aveva lasciato casa Red meno di tre ore fa ed era felicissima. Che fosse successo qualcosa mentre tornava a casa?
" Jade che succede?" le chiesi mentre cercavo di infilare i jeans con una mano ed essere il più veloce possibile, in più con la preoccupazione che cresceva ero leggermente destabilizzata
" possiamo parlarne quando arrivi?" il suo tono di voce mi fece procedere molto più velocemente, me ne fregai della felpa logora e anche un po' puzzolente che avevo indosso, presi velocemente patente e chiavi e mi avviai in garage
" ma mi devo preoccupare? mi stai facendo spaventare " tra l'altro avevamo sempre usato la casa sull'albero come posto di rifugio, come un nascondiglio, ci intrufolavamo tutte le volte che avevamo bisogno di parlare e stare da sole, mentre quando eravamo piccole era un posto che ci permetteva di scappare dai nostri genitori, ed era il luogo dove potevamo essere chi volevamo. Jade aveva persino messo in atto la settimana a tema, dovevamo essere dei personaggi famosi o gente che ha fatto la storia e ha cambiato il mondo, per una settimana intera.
" Non è nulla di grave, ma fa presto " staccai la telefonata, salì sull'audi A3 di mio fratello Tino, non prima di aver attaccato un post-it grande come una casa sulla porta del garage, avrebbe dato di matto se non l'avesse trovata.
Una volta in strada me ne fregai dei limiti di velocità, la mia migliore amica Jade veniva prima di qualsiasi cosa.
Quando arrivai non mi posi nemmeno il problema parcheggio, lasciai la macchina nel primo posto vuoto e poi mi diressi nel cosiddetto " bosco " anche se non era molto grande e lasciandomi guidare dal mio istinto e da quel poco che mi ricordavo della posizione, raggiunsi la casa sull'albero. Di Jade non c'era l'ombra e quindi cominciai a salire la scala di legno traballante, stavo cominciando ad avere paura che potesse cedere da un momento all'altro. Misi tutta la poca forza che avevo per aprire la botola sopra la mia testa per poi con mossa agile - se si può definire così - e cercando di sembrare il meno goffa e imbranata possibile, feci un balzo per permettere al mio sedere di essere sul pavimento instabile della casetta.
" Scusa se ci ho messo tanto ma ho cercato di... " mi morirono le parole in gola, perchè una volta chiusa la botola ed essermi alzata e girata, mi ritrovai davanti qualcuno che non ci sarebbe dovuto essere.
Shane era al centro della stanza, la mano destra nei jeans e l'altra stava torturando l'unghia del pollice con la bocca, se credeva che aver indossato una canotta mi avrebbe fatto effetto... bè non si sbagliava perché era dannatamente sexy, mi mancava dannatamente la sensazione di protezione che provavo quando stavo tra le sue braccia. Ma dovevo resistere all'impulso di saltargli addosso, baciarlo fino allo sfinire per fargli capire quanto mi era mancato, perché nonostante tutto sono una persona molto orgogliosa e non mi faccio prendere in giro da nessuno, e lui, l'ultima persona da cui me lo aspettassi, mi aveva fatto male, tanto male.
" cosa ci fai tu qui?" gli chiesi non muovendo un passo, non mi sarei assolutamente avvicinata a lui perchè sapevo che non sarei riuscita a resistergli, avevo quasi uno stramaledetto bisogno di un contatto con lui, ormai ero diventata dipendente da Shane James. Alzò leggermente la testa, mi mancò il fiato, non che io fossi diversa, perchè nemmeno io avevo chiuso occhio per una buona dose di notti, aveva due occhiaie da far paura e ora che lo guardavo meglio aveva perso peso, mi si attanagliò lo stomaco, non volevo che stesse così, quindi fu inevitabile non allungare una mano sul suo viso, al contatto chiuse gli occhi. Erano passati si e no dieci giorni, stavo talmente da schifo che avevo perso il conto dei giorni e non avevo la minima idea di che giorno della settimana fosse.
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36 settimane - Be more wild #Wattys2019
RomanceNon ho mai vissuto per me stessa, ed ora che ho imparato a farlo non ho più tempo. Ho diciotto anni e faccio fatica ad accettare quello che mi sta capitando, faccio finta di essere forte, di port superare ed affrontare tutto da sola e che questa co...