"-...credo mi manchi Sherlock-"

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Quello di prima era un pesce d'Aprile?
Può darsi di no.

Due mesi dopo.

L'uomo davanti a me, mi versò del tè in quella tazza riposta maniacalmente sul tavolino, il quale era fatto di un legno parecchio pregiato.

Poi guardandomi con la coda dell'occhio, mentre arricciava le labbra, lui si sedette sulla poltrona davanti ai miei occhi.

-Bevi- mi ordinò con le mani sui braccioli della poltrona, guardandomi in attesa che io sorseggiassi quel tè.

-Perché?-

-Perché ti vedo agitata-

Allungai il braccio verso quella tazza e sorseggiai quel tè, parecchio bollente dovevo ammettere, ma pur sempre un ottimo tè.

-Fatto- dissi con tono di sfida e lo vidi sorridere.

-Bene-

Iniziai a guardarmi intorno, e capii che quella persona di cui ero ospite, aveva molto denaro per permettersi tutto quel lusso.

-Sei ricco, vedo-

-Si. Anche tu vorresti tutto questo lusso?-

-E chi non lo vorrebbe?- risposi permettendomi di lasciar trapelare un leggero tono di amaro sarcasmo.

-Perché sono qui?- chiesi infine.

Non so perché ho accettato il suo invito.
Che io ne sappia in questo preciso momento potrebbe benissimo decidere di uccidermi. Visto che ne ha l'opportunità.

-Mi dispiace- sentii quelle parole uscire dalla sua bocca con un filo di voce.
Quasi rimasi sorpresa, ma cercai di non darlo a vedere.

-James Moriarty che si dispiace...questa mi è nuova, e perché sentiamo?-

Forse sapevo già la risposta.

-Non sapevo che i miei uomini fossero lì quella sera. Non sempre io vengo a conoscenza di quello che fanno, nonostante io sia il loro capo. Sebastian mi è letteralmente sfuggito di mano-

-Ma non mi dire...- dissi ironicamente, cercando di cacciare dalla testa i ricordi di quella sera: in cui tenni Sherlock tra le mie braccia gridando il suo nome.
Nella speranza chi si risvegliasse.

-Ora che Sherlock è momentaneamente fuori gioco, non so più come passare il mio tempo...CHE NOIA. Di solito quando giochi con lo stesso giocattolo per tanto tempo alla fine ti annoi...Ma Sherlock...- iniziò poi a fare la sua solita risata da psicopatico, facendomi gelare il sangue in un primo momento. Ma poi lo guardai con sdegno, sorsegiando il tè, che si stava lentamente raffredando.

-...Sherlock è un giocattolo che mai e poi mai mi verrà a noia, capisci ciò che intendo, vero?-

-Purtroppo si, Jamie-

-Jamie?! E tutta questa confidenza?- disse lui sorridendo maliziosamente.

-Mi hai invitato a casa tua, ed immagino che quindi tra di noi ci sia una tregua-

-Questo non vuol dire che tu mi possa chiamare con un nomignolo. Però...potrei fare un eccezione se solo tu mi concedessi il tanto atteso favore-

Non gli risposi subito, finendo di bere il tè ormai raffreddato.

-Sono fidanzata-

-Lo so-

-So che lo sai-

-Ed io so che tu sai che io lo so. Ma non potresti chiudere comunque un occhio?-

Sherlock - The soldier's daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora