" -Sei pazza...- "

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Sto aspettando da almeno dieci minuti.
Non solo è un pezzo di merda ma è anche un ritardatario.

Va beh...sarà perché gli ho dato poco tempo per venire qui, ma poco importa.

Mi trovavo sulla panchina vicino al cancello del parco abbandonato vicino Baker Street.

Nonostante cercassi di mostrarmi coraggiosa, dentro di me tremavo come una foglia.
Non era tra i miei programmi pomeridiani incontrare un criminale.

- Questo posto è un po'...trascurato, non credi?-

Mi voltai di scatto, trovandomi dietro un uomo più o meno alto che indossava un cappellino e delle cuffie alle orecchie. Aveva tutto l'aspetto di un turista.

- Si certo, in effetti -

- Scusa se te lo chiedo ma cosa ci fa una bella ragazza in un parco del genere?-

Wow...il suo accento irlandese è il top.

-Ecco io...devo incontrare qualcuno-

-Ah...comunque io mi presento: Jim, piacere- disse l'uomo porgendomi la mano.

-Piacere, mi chiamo Rosamund- e gliela strinsi.

Notai meglio il suo volto.

Il suo sguardo.
Non lo so, ma quello sguardo mi fa gelare il sangue. Però tutto sommato devo ammettere che non è male.

Vidi che tirò fuori dalla tasca un pacchetto di gomme da masticare.

-Ti va una gomma?-

-Ehm no grazie- dissi io mentre lui già masticava una gomma.

-Qui è pieno di malintenzionati. Sembri una ragazzina, quanti anni hai precisamente?-

-Ne ho sedici-

-Beh, lasciarti qua da sola sarebbe un po' pericoloso. Ti va se aspettiamo insieme il tuo amico?- disse con un sorriso.

-No no, lui non è mio amico-

Aspetta un secondo...
Io ho detto che mi incontravo con qualcuno, ma non ho detto che fosse un maschio.

-Tu chi sei?- mi venne spontaneo fare quella domanda.

L'uomo improvvisamente scoppiò a ridere, ma lo fece cercando di contenersi.

- Tale padre tale figlia. Dev'essere un vizio di famiglia essere lenti nelle cose, pensavo ci mettessi meno a capire. Per tua madre non valeva ovviamente. Lei era decisamente fantastica-

-Tu sei...-

-Esatto-

-Oh mio dio-

-Non esattamente-

Mi alzai dalla panchina con l'intento di scappare ma venni bloccata dalla stretta di una mano intorno al polso.

-Dove credi di andare? Pensavo volessi parlarmi, o uccidermi, non saprei: a te la scelta-

Avrei cominciato a ridere per la frase piena di ironia dell'uomo se non per il fatto che avesse ucciso mia madre e quasi fatto fuori mio padre.

-Io voglio solo che tu la smetta di tormentare la mia famiglia-

-Continui a considerare quelle persone la tua famiglia?! Tuo padre ti ha abbandonata e Sherlock ti conosce appena-

-Non parlare di mio padre in quel modo!!! Ok?! Lui mi vuole bene ed anche Sherlock-

-Ehi ehi, non surriscaldarti ragazzina. Apprezzo molto il tuo coraggio, hai fegato. Vuoi delle risposte? Sono qui apposta-

Era il momento giusto per capire perché proprio a me dovevano succedere queste cose.

Sherlock - The soldier's daughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora