La punizione

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Le cose non avrebbero potuto andare peggio di così.
Gazza ci portò giù al primo piano, nello studio della professoressa
Mcgranitt, dove ci sedemmo in attesa senza scambiarci una parola.
Stavolta, non vedevo proprio come avremmo potuto fare per tirarci
fuori dei pasticci. Eravamo in trappola.
Come avevamo potuto essere così
stupidi da dimenticarci il mantello? La professoressa Mcgranitt non
avrebbe mai accettato nessuna delle scuse che potevano giustificarci per
essere scesi dal letto ed esserci messi a girare per la scuola a notte fonda, per non parlare poi di quando eravamo saliti sulla torretta più alta, che serviva da osservatorio astronomico, l'accesso alla quale era proibito salvo che in orario di lezione.
Se a ciò si aggiungeva Norberto e il mantello che rende invisibili, si capiva che potevamo anche cominciare a fare i bagagli.
Quando la Mcgranitt apparve, Neville era con lei.
-Harry!- esclamò questi nell'istante in cui ci vide -ti stavo cercando per avvertirti! Ho sentito Malfoy dire che ti avrebbe beccato, e ha detto che hai un dra...-
Harry scosse violentemente il capo per far segno a Neville di tacere, ma la professoressa Mcgranitt l'aveva visto.
-Non me lo sarei mai aspettato da nessuno di voi. Gazza dice che eravate su all'osservatorio. l'una del mattino! Esigo una spiegazione-
Era la prima volta che Hermione non riusciva a rispondere alla domanda di un insegnante. Stava lì in piedi a fissarsi le pantofole, immobile come una statua.
-Credo di sapere che cosa è successo- disse a un certo punto la Mcgranitt.
-Non ci vuole certo un genio per capirlo. Avete raccontato a Malfoy chissà quali balle a proposito di un drago, nel tentativo di attirarlo fuori del letto e di combinare qualche pasticcio. Comunque, l'ho già pescato. Presumo vi sembri divertente che Paciock, qui, abbia sentito le vostre storie e ci abbia anche creduto!-
Harry incrociò lo sguardo di Neville e tentò di dirgli, sempre senza parlare, che non era vero, perché Neville aveva un'espressione attonita e ferita.
-Sono indignata- disse la Mcgranitt.
-cinque studenti che si alzano e vanno in giro nella stessa nottata! Non si è mai sentito niente del genere! Quanto a te, signorina Granger, credevo che avessi più senno. E tu, Potter: credevo che Grifondoro significasse qualcosa
di più per te. Adesso, andrete in castigo tutti e quattro... sì, anche
tu, Paciock, perché nulla ti autorizza ad andartene a zonzo per la scuola di notte, specie di questi tempi! troppo pericoloso! E in più, toglierò cinquanta punti a Grifondoro-
-Cinquanta?- esclamò Harry con voce strozzata.
-Cinquanta punti a testa-precisò la Mcgranitt, respirando pesantemente con quel suo naso a punta.
-E toglierò anche 50 punti a Serpeverde- si riferi a me
-Ma professoressa... la prego... Non può...- dissi cercando di farle cambiare idea
-Non sarai tu a dirmi quello che posso e non posso fare, Clark! E adesso, tornatevene a letto tutti quanti. Mai e poi mai ho provato tanta vergogna per degli studenti di Grifondoro-
Tornammo in silenzio nel proprio dormitorio.
Il mattino seguente, passando accanto alle gigantesche clessidre che segnavano il punteggio di Grifondoro, gli studenti in un primo momento pensarono che si trattasse di un errore. Com'era possibile che il dormitorio avesse improvvisamente centocinquanta punti meno del giorno prima? Poi cominciò a spargersi la voce: Harry Potter, il
famoso Harry Potter, l'eroe di ben due partite a Quidditch, aveva fatto perdere loro tutti quei punti. Lui e un altro paio di imbecilli del primo anno.
Di colpo, dopo essere stato uno dei ragazzi più amati e ammirati
dell'intera scuola, Harry divenne il più odiato. Persino quelli di Corvonero e di Tassorosso gli si rivoltarono contro, perché tutti
quanti avevano sperato che Serpeverde perdesse il campionato dei dormitori.
Quelli di Serpeverde, invece, applaudivano al suo passaggio, fischiavano e dicevano in tono entusiasta: -Grazie, Potter, ti siamo debitori!-
Anche Hermione e Neville se la passavano male.
In classe, durante le lezioni, Hermione aveva smesso di attirare l'attenzione degli altri. Stava a testa china e studiava in silenzio.
Io invece ero quasi contenta che non mancasse molto agli esami. Avevo
da ripassare un sacco di lezioni e questo distoglieva la mia mente
dai guai.
Io, Ron, Hermione ed Harry ce ne stavamo fra noi, studiavamo fino
a notte alta, cercando di mandare a memoria gli ingredienti di complicate pozioni, gli incantesimi e gli scongiuri di ogni genere, le date di grandi scoperte magiche e di rivolte di folletti...
Poi, a circa una settimana dall'inizio degli esami, la risoluzione che avevo preso - cioè di non immischiarmi più in cose che non mi riguardavano - fu messa alla prova in maniera inattesa. Un pomeriggio, mentre, da sola, tornavo dalla biblioteca, udii una voce lamentosa provenire da una delle aule. Quando mi avvicinai, capii che si trattava di Raptor.
-No, no, un'altra volta no, ti prego...-
A sentire quelle parole, sembrava che qualcuno lo stesse minacciando.
Mi avvicinai ancora.
-E va bene... va bene- sentii Raptor singhiozzare.
Passò appena un secondo, e dall'aula uscì in gran fretta Raptor, tutto intento a rimettersi il turbante per il verso giusto.
Era pallido e sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
Si allontanò fino a sparire dalla vista. Attesi che l'eco dei suoi passi si spegnesse, e poi feci capolino nell'aula per dare un'occhiata. Era vuota, ma
all'estremità opposta c'era una porta spalancata.
A metà strada, ricordai che avevo promesso a me stessa di non immischiarmi in faccende che non mi riguardavano.
Eppure, avrei scommesso dodici Pietre Filosofali che da quell'aula era appena uscito Piton.
E da quanto avevo appena sentito,
Piton doveva essere tutto ringalluzzito: sembrava che finalmente Raptor avesse ceduto.
Tornai in biblioteca, dove Hermione stava interrogando Ron ed Harry in
astronomia, e raccontai quello che avevo sentito.
-Dunque, Piton ce l'ha fatta!- esclamò Ron. -Se Raptor gli ha insegnato a spezzare il suo incantesimo anti Magia nera...-
-Però, c'è sempre Fuffi- obiettò Hermione.
-Forse Piton ha scoperto come eludere la sua sorveglianza senza chiedere niente a Hagrid- disse Harry alzando gli occhi sulle migliaia di volumi checi circondavano. -Scommetto che qua dentro, da qualche parte, c'è un libro che spiega come fare per mettere fuori combattimento un gigantesco cane a tre teste. E allora, che cosa
facciamo, Eileen? Chiese Ron
Ma prima che potessi rispondere, lo fece Hermione al posto mio.
-Va' da Silente. E' quello che dovremmo aver fatto già da un sacco
di tempo. Se tentiamo qualcosa noi, ci sbattono fuori di sicuro-
-Ma non abbiamo prove!- disse Harry. -Raptor ha troppa paura per tenerci bordone. Basta solo che Piton dica di non sapere come ha fatto a entrare quel mostro a Halloween, e che lui al terzo piano non ci è neanche andato vicino... Secondo voi, a chi crederanno, a lui o a noi? Che noi non possiamo soffrire Piton, non è precisamente un segreto. Silente penserà che ci siamo inventati tutto per farlo licenziare. Gazza non ci aiuterebbe per tutto l'oro del mondo è
troppo amico di Piton, e dal suo punto di vista, più studenti vengono rispediti a casa, meglio è. E poi, non dimenticate che noi non ne dovremmo proprio sapere nulla, né della pietra né di Fuffi. Sarà dura
spiegare come l'abbiamo saputo-
Hermione aveva l'aria convinta, ma Ron no.
-Ma se cerchiamo di fare una piccola indagine...-
-No- dissi secca -abbiamo già indagato abbastanza-
Il mattino seguente, sedendomi al tavolo della colazione, trovai un messaggio a me indirizzato
"[p. ]unizione, andrete in cella d'isolamento a partire dalle undici
di stasera. Presentatevi al signor Gazza nel salone d'ingresso.
Prof.ssa Mcgranitt"
Avevo dimenticato che ci attendeva ancora il castigo.
Mi diressi nel tavolo di Grifondoro
-L'avete ricevuta anche voi?- chiesi
-Si- risposero dispiaciuti.
Quella sera alle undici scendemmo nell'ingresso insieme a Neville.
Gazza era già lì ad attenderli, e con lui c'era Malfoy.
Avrei dovuto immaginarmelo.
-Seguitemi- disse Gazza, accendendo un lume e conducendoci fuori.
-Adesso credo proprio che ci penserete due volte, prima di violare
di nuovo il regolamento della scuola, eh?- fece in tono di scherno.
-Se volete sapere come la penso io, i migliori insegnanti sono il lavoro duro e le punizioni... proprio un peccato che non ne diano più spesso come una volta... Allora ti appendevano al soffitto per i polsi e ti ci lasciavano per qualche giorno! Ho ancora le catene in ufficio: le tengo ben oliate, nel caso che servano... Allora, andiamo, e non sognatevi di filarvela proprio adesso: se ci provate,
sarà peggio per voi-
Ci avviammo attraverso il parco immerso nell'oscurità.
Neville non la smetteva di tirare su col naso.
La luna splendeva in cielo, ma ogni tanto una nube le passava davanti oscurandola.
Davanti a noi, scorsi le finestre illuminate della capanna di Hagrid. Poi udimmo un grido in lontananza.
-Sei tu, Gazza? Sbrigati, che voglio incominciare-
Mi sentii sollevata.
Non sarebbe stato poi tanto male, se mi toccava ripassare con Hagrid.
Quel sollievo dovette riflettersi
nell'espressione del mio volto, perché Gazza disse: -Non penserai mica che siete venuti a divertirvi insieme con quello zoticone? Beh, levatelo dalla testa, ragazzo: è nella foresta che vi sto portando, e non so neanche se tornerete tutti interi-
A quelle parole, Neville diede un flebile lamento, e Malfoy si fermò, incapace di proseguire.
-Nella foresta?- ripeté, e non col suo solito tono sicuro. -Ma non si può mica andarci di notte... ci sono in giro un sacco di bestie strane... lupi mannari, dicono-
-È quello che ti fa paura, eh?- fece Gazza con la voce che tradiva la sua gioia maligna. -Ai lupi mannari dovevi pensarci prima di combinare tutti quei pasticci, non credi?-
Hagrid emerse dalle tenebre e si avvicinò a loro, seguito a ruota,da Thor. Portava in mano la sua grossa balestra, e una faretra piena,di frecce a tracolla.
-Era ora- disse. -già mezz'ora che vi aspetto. Tutto bene? Harry, Hermione? Eileen?-
-Io non li tratterei con tanta confidenza, Hagrid- disse Gazza
freddamente, -in fin dei conti sono qui per essere puniti-
-Forse è per questo che siete in ritardo, signore?- chiese Hagrid a
Gazza aggrottando le sopracciglia.
-Perché ha perso tempo a fargli la
lezione? Ma non è compito suo, questo. Lei ha fatto la sua parte, da
qui in avanti me ne occupo io-
-Allora io torno all'alba- disse Gazza, -..a riprendere quello che ne resta- aggiunse poi malignamente. Dopodiché si voltò e riprese la
strada del castello, con il lume che ballonzolava nel buio.
A quel punto, Malfoy si voltò verso Hagrid.
-Io in quella foresta non ci metto piede- disse.
Per una volta ero d'accordo con lui.
-Nemmeno io- dissi alzando le mani al cielo.
-Ci andrete, eccome, se volete restare a Hogwarts!- ribatté Hagrid in
tono feroce. -Avete combinato un guaio, e adesso dovete pagare-
-Ma questa è roba da servi, mica da studenti. Io pensavo che ci avrebbero dato degli esercizi o roba del genere... Se lo sapesse mio padre, quel che mi state facendo, lui...-
-...ti direbbe che a Hogwarts si è sempre fatto così- lo rimbeccò
Hagrid. -Figuriamoci: esercizi! E a che cosa servirebbero? No: farete qualcosa di utile, oppure vi sbatteranno fuori. Se credi che tuo
padre preferisce vederti espulso, tornatene al castello e fa' le valigie. Avanti, adesso!-
Ma Malfoy non si muoveva. Guardò Hagrid con aria infuriata, ma poi
abbassò gli occhi.
-Allora- disse Hagrid, -adesso statemi a sentire bene, perché quel che faremo stanotte è molto pericoloso e non voglio che correte rischi. Venite un momento con me-
Ci condusse fino al margine della foresta. Tenendo alto il lume, additò uno stretto sentiero serpeggiante, che scompariva fra il fitto degli alberi, immerso nell'oscurità. Una brezza leggera ci scompigliò i capelli.
-Guardate lì- fece Hagrid, -vedete quella roba che luccica per terra? Quella roba argentata? sangue di unicorno. Là dentro c'è un unicorno ferito. La seconda volta che succede, questa settimana. Mercoledì scorso ne ho trovato uno morto. Noi cercheremo di andare a salvarlo, povera bestia. Ma forse dovremo abbatterlo, per non farlo più soffrire-
-E se chi ha ferito l'unicorno ci trova prima lui?- chiesi
-Niente che vive nella foresta può farvi del male, se siete con me o con Thor- rispose Hagrid. -E poi, non lasciate mai il sentiero. Bene: adesso ci divideremo in due gruppi e seguiremo le tracce ognuno da una parte. C'è sangue dappertutto: l'unicorno ferito deve vagare almeno dalla notte scorsa-
-Io voglio Thor- disse rapidamente Malfoy, adocchiando i lunghi denti del cane.
-D'accordo, ma ti avverto che è un gran vigliacco- disse Hagrid.
-Allora io, Harry e Hermione andremo da una parte, e Draco, Neville, Eileen e Thor dall'altra. Se uno dei due gruppi trova l'unicorno, sprizza subito delle scintille verdi. Va bene? Adesso tirate fuori le bacchette magiche e fate un po' di esercizio... bene così... e se
qualcuno si trova in difficoltà, mandi delle scintille rosse, e tutti verremo ad aiutarlo. Allora, fate molta attenzione. Andiamo-
La foresta era nera e silenziosa. Dopo aver fatto un po' di strada, giungemmo a un bivio nel sentiero di terra battuta: Harry, Hermione e
Hagrid presero a sinistra, mentre Malfoy, Neville, Thor ed io andammo a destra.
Avanzavamo in silenzio, occhi a terra. Di tanto in tanto, un raggio di luna, filtrando attraverso i rami alti degli alberi, illuminava una macchia di sangue blu-argenteo sulle foglie secche.
-Non ci posso ancora credere che ci hanno lasciato da soli dentro la foresta- mi lamentai -L'accesso alla foresta è proibito! l'ha detto anche Silente il primo giorno! Roba e matti- aggiunsi.
-Per una volta sono d'accordissimo con te, Clark- dichiarò Malfoy
-Secondo te è stato un lupo mannaro a uccidere gli unicorni?- chiese.
-Macché! Perché i lupi dovrebbero aggredire un unicorno-
Passammo accanto a un tronco d'albero ricoperto di muschio.
Udii uno scrosciare d'acqua: là vicino doveva esserci un torrente.
Lungo il sentiero serpeggiante, continuammo a trovare macchie sparse di sangue di unicorno.
-Secondo me è stato qualche lupo- continuò a ripetere
-La smetti di continuare a dire che...L'hai sentito anche tu?-
-Che cosa?-
Estrassi la bacchetta dalla tasca e la puntai nel vuoto
Rimanemmo in ascolto.
Là vicino c'era qualcosa che strisciava sulle foglie secche: dal suono sembrava un mantello che toccasse per terra.
-È UN LUPO!- urlò Malfoy aggrappandosi al mio braccio.
-SHH! Fai silenzio idiota!- sussurrai
Cercai di aguzzare lo sguardo per vedere più in là, lungo il sentiero buio, ma dopo qualche secondo il rumore svanì.
-Penso che se ne sia andato...TI VUOI LEVARE?- cercai di staccare Malfoy dal mio braccio.
-Era lupo mannaro. Ne sono sicuro- suggerì
-Cosa stai blaterando! Quello non era un lupo mannaro, e non era neppure un unicorno- risposi.
Ripresimo ad avanzare ma più lentamente, tendendo l'orecchio al
minimo rumore.
All'improvviso, in una radura poco più avanti, qualcosa senza dubbio si mosse.
-Chi è là?- gridai
In quella, avanzò nella radura... ma era un uomo o un cavallo? Fino
alla cintola era un uomo, con barba e capelli rossi, ma dalla vita in giù aveva un corpo di cavallo di un bel marrone castagna, con una
lunga coda rossastra.
Rimanemmo paralizzati.
L'unica cosa che ci venne in mente fu di urlare.
Ma a Malfoy gli venne la geniale idea di prendermi per mano e iniziare a correre.
Dopo svariati minuti di corsa, ci sedemmo esausti per terra uno affianco all'altro.
-Che diavolo era quella cosa- chiesi ansimando
-Non ne ho idea, ma sono sicuro che ci voleva uccidere. Hai visto che zanne aveva?- disse cercando di prendere fiato.
Di certo non aveva la zanne ma sul fatto che ci volesse morti ne ero quasi sicura.
-Secondo te...è quello l'essere che abbiamo sentito la prima volta?-chiese dopo
-A te è sembrato rumore di zoccoli? Secondo me non era quello che va in giro ammazzando unicorni...Un momento...dov'è Neville?- andai in panico.
Mi alzai di scatto e iniziai a guardarmi intorno.
-Clark! Guarda! Scintille rosse!-mi fece notare Malfoy
-Dev'essere Neville! Andiamo!-
-Cosa? Io non mi muovo di qui! Hai visto che cosa ci siamo trovati davanti prima? Se Paciock è nei guai cavoli suoi non si doveva allontanare. Ci penserà Hagrid- rispose
-Bene allora a non vuoi venire ti lascierò qui da solo. Assieme ai lupi-  Feci per andarmene ma mi richiamò.
-Hey! No! Aspetta! Non puoi lasciarmi qui da solo! Hey aspetta! Vengo con te!-
Ci incamminammo di corsa verso la direzione delle scintille.
Finalmente trovammo Neville.
Era accovacciato in terra che piagniucolava.
-BUH!-urlò Malfoy all'orecchio di Neville
Per tutta risposta iniziò ad urlare e lanciare altre scintille rosse verso il cielo.
-Neville! Calmati! Siamo noi!- cercai di tranquillizzarlo.
Un gran rumore di rami spezzati provenì da dietro di noi.
Erano Hagrid, Harry ed Hermione.
-Cosa è successo!- chiese preoccupato
-Avevamo perso Neville e si è messo a lanciare scintille, poi Malfoy l'ha spaventato da dietro e lui ha incominciato ad urlare- spiegai
-Ormai, dopo tutto il baccano che avete fatto voi tre, saremo fortunati se riusciremo a trovare qualcosa. D'accordo, adesso i due gruppi si scambiano. Neville, tu stai con me e con Hermione, e tu Harry, vai con Eileen, Thor e con questo cretino. Scusami- aggiunse poi bisbigliando rivolto a Harry, -ma spaventare te è un po' più difficile, e noi questa missione la dobbiamo concludere-
E ci incamminammo ancora una volta verso il folto della foresta insieme a Thor.
Camminammo per quasi mezz'ora, addentrandoci sempre di più, fino a quando seguire il sentiero divenne quasi impossibile, tanto erano fitti gli alberi.
C'erano schizzi di sangue da tutte le parti.
Davanti a noi, attraverso i rami intricati di un'antica quercia, scorsi di nuovo una radura.
-Guardate...- mormorai tendendo il braccio per fermarli.
Per terra c'era qualcosa di bianco che scintillava. Ci avvicinammo con grande circospezione.
Era proprio l'unicorno, ed era morto. Cadendo, le lunghe zampe affusolate si erano divaricate formando angoli strani, e la criniera bianco perla era sparsa sulle foglie scure.
Harry aveva già fatto un passo verso l'unicorno, quando un fruscioblo fece fermare di colpo. Ai margini della radura, un cespuglio fremette... Poi, dall'ombra, uscì una figura incappucciata che avanzò strisciando come un animale da preda. Rimanemmo impietriti.
La figura incappucciata si avvicinò all'unicorno, chinò il capo sulla ferita che si apriva nel fianco dell'animale e si mise a berne il sangue.
-AAAAAAH!-
Malfoy ed io ci lasciammo sfuggire un grido agghiacciante e schizzammo via, e con noi Thor.
Continuanmmo a correre fino a che non andammo a sbattere contro Hagrid ed Hermione.
-E ora che diavolo è successo!- sbottò Hagrid infuriato
-HARRY! INCAPUCCIATO! UNICORNO! Gridai ansimando.
Iniziammo a correre verso il lungo sentiero da dove eravamo venuti
-Harry! Harry, tutto a posto?-
Hermione correva verso di lui
-Ma io sto benissimo- rispose Harry quasi senza sapere quel che diceva.
-L'unicorno è morto, Hagrid, e sta nella radura lì dietro-
-A questo punto, io ti lascio- mormorò la creatura che io Malfoy avevamo visto prima.
Lanciammo un altro urlo.
-Hey!Hey! State calmi!- ci disse Hagrid
-Buona fortuna, Harry Potter- disse la creatura -È già successo che i pianeti venissero letti in modo errato, anche dai centauri. Spero che questa sia una di quelle volte-
Così dicendo, si voltò e trotterellando si addentrò nel folto della foresta.
Mentre facevamo ritorno al castello Harry ci spiegava che cosa era successo nella foresta con il centauro.
Andammo a letto esausti, con la gola che doleva.

❝E Allora Baciami❞|Draco Malfoy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora