Capitolo 1

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Arthur

A volte la vita è davvero strana, ci toglie ciò di cui abbiamo più bisogno e ci porta ciò che invece può solo nuocere alla nostra salute..

Questo è ciò che pensò Arthur tra sé e sé mentre era intento a preparare i bagagli. Sua madre Ygraine era morta da poco a causa di una malattia che l'aveva costretta a letto per mesi e suo padre, Uther, aveva deciso di cambiare città, obbligando lui e sua sorella Morgana a seguirlo per "iniziare una nuova vita", così aveva detto.

Un lieve bussare lo distolse dai suoi pensieri. -Si?-La porta si aprì lentamente, mostrando una Morgana stanca e affranta, con il viso pallido e i bellissimi occhi verdi cerchiati. -Morgana, tutto ok?-

La ragazza annuì e si sedette sul letto del fratello, proprio accanto alla valigia ancora aperta. Morgana guardò il bagaglio intensamente ed una lacrima scese a solcarle il delicato viso. Arthur, notando quella piccola goccia salata bagnare il volto di sua sorella, le si sedette accanto. -Anche per me è difficile, Morgana.- mormorò, stringendole una mano.

-Come può costringerci a fare questo?- Morgana alzò lo sguardo e lo puntò sui grandi occhi azzurri di Arthur. -Come può voler abbandonare tutto ciò che abbiamo qui? I ricordi della mamma sono tutti qui.-

Arthur alzò le spalle, cercando di trovare una giustificazione valida al comportamento di suo padre. -Forse la morte della mamma l'ha sconvolto troppo.-

-Più di quanto abbia sconvolto te? Arthur parliamoci chiaro, sei stato tu ad occuparti di lei. Io mi dividevo tra due lavori per poterle assicurare delle cure, tu ti prendevi cura di lei e la guardavi consumarsi, mentre lui se ne andava in giro ad ubriacarsi con i suoi amici, usando la scusa del "mi fa troppo male vederla così" per potersene lavare le mani!-

-Morgana..- si bloccò il biondo, incapace di portare avanti il discorso non sapendo cosa rispondere all'alterazione di sua sorella.

-Non sai cosa dire perché sai che ho ragione.-

-Questo non cambia niente, Morgana.-

-Tu vuoi davvero andare via?- gli chiese la mora con gli occhi colmi di lacrime.

-Credo che papà abbia ragione; stare qui non ci fa bene e abbiamo bisogno di riprendere in mano le nostre vite. Tu devi riprendere a lavorare ed io devo riprendere la scuola.-

-Ma sono passati soltanto tre mesi, Arthur.-

-Prima è meglio è. Credimi, sarà più facile così.-

La mora annuì, calando lo sguardo sulle loro mani unite e stringendo un po' più forte la presa.

-Hai finito di preparare le tue cose?- le chiese il biondo.

-Sono una donna Arthur, è ovvio che io non abbia finito.- rispose la ragazza, cercando di far sorridere suo fratello. Arthur non rideva più da tempo, aveva perso il sorriso il giorno in cui aveva capito che sarebbe stato lui a prendersi cura di sua madre, a vederla agonizzante, a vederla consumarsi..

Morgana e il suo migliore amico, Leon, avevano provato di tutto ma Arthur non riusciva più a sollevare gli angoli della bocca neanche per un mezzo sorriso. E questo a Morgana non sembrava giusto.

Suo fratello aveva sofferto più di tutti e lei si sentiva tremendamente in colpa per non essere stata presente quando Ygraine aveva esalato il suo ultimo respiro proprio tra le braccia di Arthur.

-Ti voglio bene.- gli sussurrò, premendo il naso sul suo collo.

-Anch'io streghetta.- le baciò la fronte.

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