Merlin
Si era convinto ad alzarsi da quel letto che ormai aveva preso la forma del suo corpo e si era avvicinato un po' alla finestra. Da essa penetravano i caldi raggi del sole che sembrano non sortire alcun effetto sul corpo del ragazzo. Era stanco e non gli importava più nulla di ciò che accadeva oltre quelle quattro mura bianche in cui l'avevano "rinchiuso".
Un lieve bussare interruppe il flusso dei suoi pensieri, allarmandolo. Ogni rumore per lui ormai era un campanello d'allarme che gli diceva che avrebbe dovuto affrontare la gente, sua madre e i suoi amici desiderosi di sapere perché fosse arrivato a compiere un gesto simile.
La porta si aprì lentamente, mostrando il familiare volto della psicologa con cui aveva parlato poco prima. -Merlin? Oh vedo che sei in piedi.- gli riservò un sorriso. Il ragazzo annuì mestamente senza proferir parola. -Ascolta.- gli si avvicinò lentamente, cercando di non spaventarlo. -Tua madre è dietro quella porta e vorrebbe tanto vederti.- Merlin posò gli occhi oltre le spalle delle dottoressa e strinse leggermente le labbra. -So che per te è dura e doverla affrontare ti spaventa, ma è necessario. Lo capisci?-
Gli occhi blu di Merlin divennero lucidi e quando il ragazzo calò la testa, annuendo appena, la dottoressa quasi saltò di gioia. -Bene, la faccio entrare.-
Merlin si appoggiò di schiena contro il muro e quando vide sua madre le gambe presero a tremargli violentemente. Se non avesse avuto la schiena attaccata al muro sarebbe caduto sicuramente a terra. Deglutì a vuoto e rimase a fissarla. Hunith si portò una mano davanti alla bocca e pianse quando vide in che condizioni fosse il bellissimo viso di suo figlio. Era pallido, segnato da lividi e graffi e i suoi occhi erano spenti e velati. Hunith gli si avvicinò, nel tentativo di abbracciarlo ma il ragazzo si staccò dal muro e si allontanò, rifiutando tacitamente la richiesta di sua madre. -Tesoro mio..- esalò Hunith, lasciando sgorgare le lacrime dai suoi occhi. -Mi dispiace così tanto.-
Merlin la fissò con gli occhi lucidi e sentì il corpo venire scosso da forti tremiti di rabbia. Le dispiaceva? Credeva davvero che un mi dispiace fosse sufficiente a sanare le ferite che gli erano state inferte? Credeva davvero di aggiustare tutto così? Quanto si sbagliava. Più la guardava e più voleva starle lontano.
-Tesoro dì qualcosa ti prego.- lo supplicò Hunith. Si umettò nervosamente le labbra ed un forte sospiro gli uscì dal naso.
-Ti.. ti dispiace?- sibilò, stringendo gli angoli degli occhi. La voce gli uscì bassa e roca come quando aveva raccontato alla dottoressa la sua storia. Rilasciò una piccola risata nasale. -Le tue scuse non mi faranno sentire meglio.-
-Tesoro, io lo so che ho sbagliato..-
-Hai sbagliato?! Hai lasciato che quel bastardo mi violentasse!- urlò, ritrovando forza nelle corde vocali. -Sapevi quello che mi faceva da anni ma tu non mi hai mai creduto. Sentivi le mie urla e non hai fatto niente per fermarlo.- continuò, lasciando scivolare lacrime amare sulle sue guance. -Questo non è sbagliare, mamma.- scosse la testa. -E' scegliere.- precisò.
Hunith si morse le labbra, vedere suo figlio in quello stato e sapere che in parte fosse colpa sua la distruggeva. -Ero.. ero sconvolta, avevo paura..-
-Tu avevi paura? Fai sul serio?- esclamò Merlin, non potendo credere ad una sola parola che usciva dalla bocca di sua madre. -Avevi paura per te e non per tuo figlio? Che razza di madre sei?! Mi sono preso i peggiori calci e pugni, mi ha colpito con una bottiglia di vetro in testa per te!- strinse i pugni talmente forte da sbiancarsi le nocche e sentire le unghie che penetravano la carne dei suoi palmi.
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Addicted To You
FanfictionArthur è un ragazzo che si trasferisce per cominciare una nuova vita in una nuova città dopo la morte di sua madre Ygraine. Merlin, un ragazzo che la vita sta mettendo a dura prova, incrocerà il suo cammino. Tra loro sboccia l'amore, un amore forte...