Tornata a casa, salgo le scale di fretta e mi barrico in camera. Sul letto disfatto è appisolato Yobi, e mi domando se sia rimasto così ancora da stamattina. Gli scompiglio il pelo con un paio di carezze, troppo perfetto per i miei gusti. Invio subito un messaggio a Kristel, per aggiornarla su tutti gli avvenimenti.
Faccio zapping alla televisione, ma non trovo nulla di interessante, così decido di spegnere il tutto e provare a risolvere i problemi che il signor Dean, professore di chimica, ci ha assegnato. Sembrano piuttosto semplici. Dopo circa una mezz'ora li ho terminati, grazie agli appunti che mi sono impegnata a prendere, e che probabilmente passerò anche a Sheyla qualora si trovasse in difficoltà.
Mi lancio sul letto e mi rendo conto dopo dieci minuti che per tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a quel sorriso così contagioso. Quello di Ian... quel ragazzo mi fa uno strano effetto, qualcosa di inspiegabile. La maggior parte delle volte si mostra indifferente, quando passi non ti degna nemmeno di uno sguardo, altre invece ti rincorre, ti sorride, e sembra addirittura gentile. Mah, vallo a capire.
Sento la porta che si chiude al piano di sotto, il segnale che la cena tra poco sarà pronta. Oggi la casa offre... patate al forno e cotoletta! Gnam, ho una fame.
«Anthea? Com'è andata oggi?»
Annuisco e con un boccone di pane in bocca cerco di rispondere.
«Tutto beniffimo, mamma.»
Papà sogghigna, ha sempre sostenuto che io sia buffa. E la cosa non mi dispiace.
Mi appisolo poco dopo aver terminato un altro paio di capitoli del libro che sto attualmente leggendo e averlo riposizionato sulla libreria color panna. Sogno un qualcosa destinato ad essere dimenticato non appena sveglia.
Mi tappo le orecchie con le mani. Apro faticosamente un occhio per cercare di capire da dove provengano le urla.
«Anthea, è tardi!»
Spalanco gli occhi e guardo la sveglia. La sera prima mi sono addormentata senza averla puntata! Mi lancio giù dal letto e corro in bagno, faccio in tempo a lavarmi i denti, farmi un'alta coda di cavallo, infilarmi i primi vestiti che mi capitano sottomano, e corro giù per le scale.
«Non faccio a tempo per la colazione. Scappo!»
Sento mia mamma brontolare mentre saltello su me stessa cercando di allacciarmi le sneakers. Corro per il vialetto e mi fermo quando mi sento esausta. Decido di rinunciare: arriverò in ritardo.
Il corridoio è deserto quando varco la porta d'ingresso. Cerco l'aula di lettere e mi ci fiondo.
«Scusi!» riesco a dire, mentre mi siedo in un posto differente da quello dell'ultima volta.
La George mi guarda con un'aria di rimprovero, ma distoglie lo sguardo e continua con i suoi discorsi sull'importanza della letteratura. Tiro un sospiro di sollievo e mi guardo attorno. Sorrido e faccio un cenno ad Ethan, che mi guarda sogghignando.
Tiro fuori dallo zaino un quaderno rosa, decorato con dei macarons di ogni colore. Provo un po' di imbarazzo e tento di nasconderlo... non è proprio nel mio stile ma decido di non pensarci troppo. Decido di seguire attentamente la lezione, che risulta molto più interessante di quanto pensassi, e in un lampo la campanella suona.
Sistemo i libri e quaderni all'interno del mio zainetto mentre vedo Ethan avvicinarsi.
«Manca poco alla festa. Sei pronta?»
Sorrido a 32 denti...
«Prontissima!»
Prontissima? Non lo sono affatto. Mille pensieri mi frullano per la testa. Cosa dovrei indossare? Come mi dovrei comportare? Come funzionano questi generi di festa?

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BREATHLESS
ChickLit#NuoviTalenti2018 «Avete presente quando, da bambini, al mare, cercavate di trattenere il maggior tempo possibile il respiro sott'acqua? Quando, ad un certo punto, sobbalzavate pensando di non riuscire più a risalire? E quando, infine, riemergevate...