Way down we go: parte I

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Way down we go.

"Mi devi delle spiegazioni, Louis."

Era così che Liam aveva iniziato la conversazione, quella mattina, entrando serio nel suo studio, imponendo quella richiesta che per tanto tempo aveva temuto.

Louis non aveva mai spiegato a nessuno il perché si fosse comportato in un certo modo, non aveva mai raccontato a nessuno ciò che aveva fatto, o almeno, non esplicitamente. Sua sorella era stata l'unica eccezione, ma era riuscito ad aprirsi solo in un momento di estrema debolezza e solitudine.

In quel momento, circondato da Liam, Zayn e Niall, Louis era terrorizzato.

Non aveva abbastanza coraggio per riuscire a dare quelle spiegazioni che, in realtà, non aveva, perché in cuor suo sapeva che il suo atteggiamento non aveva scuse.

"Non è una storia in cui mi capirete, se questo è ciò che sperate" affermò, sedendosi sulla sua poltrona.

"Non spero proprio in niente" continuò Liam. "Ma hai detto che ci deve essere fiducia tra noi. Io te l'ho data, ma non ne ho ricevuta."

"Ciò che Liam intende dire" si intromise Niall. "E' che vogliamo davvero aiutarti, far parte di questa... cosa che hai creato. Ma devi permettercelo, e, per questo, devi farci capire."

Louis sospirò, abbassando il capo. "Lo so" sussurrò. "Temo solamente che cambiate il modo di vedermi."

"Louis" Zayn si avvicinò alla sua scrivania, appoggiando parte del suo peso su di essa. "Mi hai salvato la vita così tante volte che non riesco nemmeno a contarle" affermò. "Ciò che hai fatto in passato, non influenzerà il pensiero che io ho su di te. Né, tantomeno, sull'amicizia che condividiamo. Ma, se proprio non ci credi, mettici alla prova. Dacci fiducia."

"Il punto è" iniziò, prendendo un respiro profondo. "Non c'è niente da spiegare" disse, alzando la testa e puntando lo sguardo verso i suoi amici. "Ho fatto quello che ho fatto per rabbia, per odio nei confronti della società. Quando ho visto la mia casa bruciare, quel luogo sicuro in cui avevo vissuto gli ultimi anni della mia vita con tutte le persone a cui volevo bene lì dentro, l'unica cosa che desideravo era estinguere la società di adesso. Non è stata colpa di Aaron, lui-si limitava a fomentare la mia rabbia."

"Perché eri così spaventato nel farcelo sapere?" domandò Niall, sedendosi anche lui su una delle sedie dietro la scrivania, di fronte a Louis. "Tutti noi abbiamo avuto un pensiero del genere. Quante volte, io e Liam immaginavamo un mondo solo nostro? Senza umani, ma solo mutanti?"

"La differenza è che io ho cercato di creare quel mondo, Niall" scosse la testa Louis. "Sì, ho reclutato mutanti in tutta la nazione che mi aiutassero a sovvertire il paese. E sì, non ho mai dato importanza alle vittime innocenti che mi lasciavo alle spalle."

"Ci stanno trattando come bestie, Louis!" esclamò Liam. "E' una guerra, questa! E se noi avessimo avuto persone spregiudicate come gli umani là fuori, in mezzo a noi, a quest'ora l'avremmo già vinta! Non ricordo che, tra le vostre azioni, ci fossero-bombe nelle scuole o rapimento di bambini! E di certo, non avete mai portato degli umani in laboratori per fargli degli esperimenti contro natura."

"No" confermò Louis. "Ma attaccavamo in luoghi pubblici, in quei laboratori, nei tribunali, nei municipi. Gli scontri si diramavano sempre nelle strade e i civili ne andavano di mezzo. E sì, ragazzi, ho ucciso, innumerevoli volte."

Liam sospirò piano. "Non è la soluzione migliore, lo so. Ma noi ti capiamo alla perfezione e, anzi, se dovessi proporre di cambiare atteggiamento nei confronti degli umani, sono quasi certo che ognuno dei mutanti di questa casa accetterebbe all'istante. Louis, noi siamo stanchi di vivere nella paura, in clandestinità. Di vedere i nostri simili morire, o venire torturati. Loro ci stanno togliendo la voglia di combattere. Di vivere."

Way down we go.Where stories live. Discover now